This is me: un Verissimo con le paillettes
Su Canale 5, ha avuto inizio This is me, lo show che celebra i talenti lanciati da Amici, condotto da Silvia Toffanin. La recensione di TvBlog
Amici se la canta e se la sòna, come sempre.
Se il serale del talent show di Maria De Filippi, da qualche edizione a questa parte, si rivolge esclusivamente a chi segue il programma fin dalla fase iniziale, non esplicando nulla a chi si affaccia per la prima volta a quell’edizione con il serale (per la serie, o conosci le dinamiche o ti attacchi…), anche questo This is me, lo show “evento” di Canale 5 in tre puntate, alla fine è solamente un programma che celebra Amici o meglio, è Amici che celebra Amici, i personaggi che ha lanciato nel firmamento dello spettacolo italiano, la riuscita innegabile di una trasmissione che va avanti da anni e che andrà avanti ancora per molto.
Senza sminuire o ridimensionare i meriti eloquenti, Amici, oggettivamente, non aveva il bisogno di autocelebrarsi (senza neanche una vera ricorrenza da festeggiare) con questo Verissimo in versione Extra o, peggio ancora, con uno show scritto non su un foglio bianco ma praticamente su un precompilato: le esibizioni, il comico, i giochini…
Anche Silvia Toffanin, dopo vent’anni di Verissimo, si meritava tutt’altro esordio in prima serata e, invece, la conduttrice non si è discostata minimamente dalla sua comfort zone. Ciò che è stato edificato attorno a lei non è stato altro che un Verissimo con le paillettes, un talk show con i lustrini. Chi si aspetta una Toffanin diversa, ormai, farebbe prima ad aspettare Godot.
E dire che basterebbe ricordare un’intervista di Verissimo ben precisa, che ricordano in pochi, nella quale Silvia Toffanin distrusse Alex Belli e il suo ego gargantuesco con una semplice frase (“Gli artisti sono altri”) per pensare di metterla alla prova magari con un reality, meglio se in diretta.
Su questo This is me, invece, c’è veramente poco da commentare perché il programma, conoscendo bene il target di riferimento di Amici, si è rivelato esattamente quello che ci si aspettava alla vigilia.
Fiumi di retorica, della serie “Se ci credi, ce la fai”, ennesima riprova di quanto siano banali gli artisti di oggi e di quanto sia diventato estremamente difficile fare un racconto originale in tv tramite la musica, interviste, esibizioni, il classico spazio dedicato al comico, i giochini presi in prestito dal serale (il replay sul bicchiere d’acqua lanciato in faccia, ma perché?)…
This is This is me, in breve. È stato usato anche il jingle di Eye of the tiger, proprio come se fosse un serale di Amici… Pensare qualcosa di nuovo è gratis, ricordiamolo.
Per concludere in bellezza l’autocelebrazione, le ospitate “a sorpresa” di alcuni insegnanti attuali di Amici.
This is me/Amici ha comunicato con l’esterno solamente tramite una serie di ospiti musicali che hanno duettato con gli ex allievi: troppo poco. Tutto è stato fagocitato dall’enorme ego di Amici che aleggiava nell’aria.
Se This is me avrà intercettato il pubblico di Amici, di sicuro, andrà bene. Ma conquistare nuovo pubblico, al di fuori del talent show, usando questo tipo di registro, è oggettivamente dura.