The Wilds, la recensione in anteprima della serie tv di Prime Video: un young adult mascherato da novità
Un gruppo di ragazze adolescenti, un naufragio, un mistero: la nuova serie di Prime Video gioca un po’ troppo con i generi
Periodicamente, il genere del survival drama fa capolino tra i titoli che puntualmente escono per rinnovare palinsesti e cataloghi. La speranza è sempre quella di portare qualcosa di nuovo ad un genere che -inutile nasconderlo- dopo Lost ha fatto fatica a proporre qualcosa di fresco ed originale.
Ci hanno provato declinandolo sulla commedia (Wrecked) prima e sullo psicologico-cospirazionale dopo (Manifest), ottenendo risultati contrastanti. Tra le varie contaminazioni, mancava quella teen: a rimediare ci pensa The Wilds, serie tv in dieci episodi disponibile dall’11 dicembre 2020 su Amazon Prime Video.
Prima di capire di cosa si tratti, va ricordato che, in un’inedita campagna di lancio per la piattaforma, dall’11 al 25 dicembre la prima puntata sarà visibile su Prime Video anche per chi non ha un account Prime. La premiere di The Wilds sarà disponibile, per un periodo limitato, anche sul canale Youtube di Prime Video, così come sul suo account Instagram, Twitter e Facebook dalle 09:00 dell’11 dicembre.
Adolescenti su un’isola deserta: cosa può andare storto?
La creatrice del progetto, Sarah Streicher, ha deciso di cimentarsi in un’operazione assai rischiosa: fondere il teen drama (o young adult, che dir si voglia) con il survival drama. Da qui, ecco l’idea di far vivere ad un gruppo di ragazze un’esperienza fortemente traumatica, come quella di un incidente aereo.
Il gruppo, assai eterogeneo (c’è la sportiva, la più popolare a scuola, l’introversa, chi ha avuto una storia con un uomo più grande di lei, chi ha difficoltà a gestire la rabbia, che ha dovuto prendersi cura del padre morente…), è in viaggio verso un resort per una mini vacanza, quando l’aereo su cui sono bordo precipita in mare. Loro, uniche superstiti, riescono a raggiungere un’isola deserta, dove devono più che sopravvivere imparare a conoscersi ed andare d’accordo.
Così, puntata dopo puntata, scopriamo meglio le vite delle giovani protagoniste (nel cast troviamo Sophia Ali, Shannon Berry, Jenna Clause, Reign Edwards, Mia Healey, Helena Howard, Erana James e Sarah Pidgeon), tutte molto diverse tra di loro ma accomunate da un atteggiamento piuttosto d’impatto verso le loro vite.
Un dettaglio non da poco, perché a quanto pare il fatto di essere naufragate su quell’isola non è affatto una coincidenza, ma ha a che fare con qualcosa a cui sta lavorando il personaggio di Gretchen Klein, interpretato da Rachel Griffiths). Eppure, loro non ne hanno la minima idea.
Ma agli adolescenti piace davvero questo?
The Wilds, fin dal trailer (che vedete in alto), parte da una premessa: ok, sopravvivere su un’isola deserta non è un gioco da ragazzi, ma essere adolescenti è molto peggio. La serie predispone così un cast di personaggi molto assortito, che permetta ad un pubblico più ampio possibile di identificarsi in sentimenti provati e situazioni vissute.
Così come un altro prodotto che ha recentemente debuttato su Prime Video, ovvero Motherland: Fort Salem, The Wilds cerca di rivolgersi ai più giovani catturandoli con un linguaggio insolito e soprattutto portandoli fuori dal proprio mondo. Il riferimento più ovvio è ad un classico della letteratura come “Il signore delle mosche” di William Golding, ma è solo la premessa a ricordarlo. Il resto, va oltre.
Spogliate di ogni confort e sicurezza, le protagoniste devono riscoprirsi, rinascere e ritrovarsi. La metafora dell’isola sconosciuta e pericolosa che rappresenta il futuro incerto di fronte a cui si trovano tutti i teenager, costretti ad abbandonare gli anni dell’infanzia per buttarsi nelle lande ignote dell’età adulta, ci sta tutta.
Ma in quanto ad originalità, The Wilds si ferma qui. Passi il mistero -svelato in realtà già nel primo episodio- che il naufragio nasconda dell’altro, il resto è una riproposizione dei soliti schemi che il genere teen ci ha raccontato in questi anni e che, ora, forse, sarebbe il caso di aggiornare.
In realtà, serie tv come Skam ed Euphoria (ma potremmo includere anche Stalk) sono già andate oltre, sporcando il genere ed arrivando spesso al sodo senza inventarsi escamotage mistery: in questo senso, The Wilds si avvicina di più a Pretty Little Liars, anche se senza quella patina di glam e quel pizzico di assurdità in cui si era immersa la serie tv di Freeform.
Resta il dubbio se prodotti come questo più che cercare un pubblico adolescenziale puntino, piuttosto, ad una fascia d’età un po’ più adulta, capace di riprovare tramite il racconto le sensazioni provate anni prima -o che stanno vivendo ancora- e di rielaborarle da nuovi punti di vista.
The Wilds, più livelli (forse troppi) per un racconto
C’è da dire che The Wilds prova ad allontanarsi dall’impressione che potrebbe dare in quanto semplice young adult, dividendo ogni episodio su tre livelli temporali. Uno è quello del pre-isola delle protagoniste, composto da flashback che ci raccontano chi fossero prima di salire su quell’aereo, permettendoci così di conoscerle meglio; un altro è quello degli eventi che accadono sull’isola stessa, il più corposo, in cui le giovani naufraghe devono darsi da fare garantirsi la sopravvivenza; infine, c’è quello del dopo-isola, in cui ogni protagonista affronta un interrogatorio in cui racconta come sia sopravvissuta -ogni episodio si sofferma, quindi, su una ragazza nello specifico-.
Tanti livelli che servono a creare tridimensionalità al racconto ma che non riescono a creare un formato compatto. Ogni episodio si compone così di spezzoni, alcuni riusciti meglio altri meno, che ci portano davanti a tante situazioni che abbiamo già vissuto nel mondo della serialità. Dall’isola deserta alle tensioni nei rapporti genitori-figli, passando per misteriose organizzazioni, complotti ed esperimenti sociologici: The Wilds prende di tutto un po’, nella speranza che il mix dia forma a qualcosa di nuovo, ma così non è.
Tentativo apprezzabile, quello di The Wilds, senza dubbio: mostrare l’adolescenza come un distacco dal mondo che conoscevamo per affrontarne uno nuovo è un’idea certamente originale. Ma qui si è voluto farcire il tutto con tanti sapori, allontanandosi dall’essenza dell’idea.