The Walking Dead World Beyond, la recensione in anteprima
L’Apocalisse vista dai più giovani: è la premessa dei secondo spin-off di The Walking Dead, ovvero World Beyond, su Amazon Prime Video dal 2 ottobre 2020
Una prospettiva differente, quella degli adolescenti cresciuti in piena Apocalisse e che non hanno ricordi del mondo com’era prima: è questa la premessa di The Walking Dead World Beyond, disponibile dal 2 ottobre 2020 su Amazon Prime Video. E’ il secondo spin-off tratto da The Walking Dead e dall’universo creato da Robert Kirkman, portato poi in tv dalla Amc con il successo a livello mondiale che tutti conosciamo.
Con l’annuncio della fine della serie madre dopo l’undicesima stagione, l’arrivo di altri due spin-off e Fear The Walking Dead pronto ad andare in onda con la sesta stagione, arriva ora un nuovo racconto, che amplia le conoscenze dei fan della saga sul mondo post-apocalittico popolato dagli zombie. Un racconto sotto forma di limited series, composta da due stagioni da dieci episodi ciascuna.
World Beyond, la trama
Innanzitutto, la collocazione temporale di World Beyond è dieci anni dopo “l’inizio della fine”, ovvero l’esplosione dell’Apocalisse zombie. Il mondo ha cercato di ripartire ed i sopravvissuti a mettersi al sicuro. Tra i luoghi in cui la vita è ripartita c’è il Campus Colony, ad Omaha, in Nebraska.
Qui vivono numerosi giovani che studiano e si preparano per il loro futuro. Tra loro, Iris (Aliyah Royale) ed Hope Bennett (Alexa Mansour), due sorelle che la notte in cui scoppiò l’Apocalisse hanno perso la madre ed il cui padre Leo (Joe Holt) lavora alla ricerca di una cura lontano da loro, nella Repubblica Civica. Quest’ultima, insieme el Campus ed ad una comunità a Portland, costituiscono la Rete dei Tre Anelli a cui è già stato fatto cenno all’interno della serie originale.
L’arrivo al Campus di Elisabeth Kublek (Julia Ormund), rappresentante delle Forze Armante della Repubblica Civica, insieme ad uno strano messaggio ricevuto di nascosto dal padre, spinge Iris a mettersi in discussione. Fa bene a restare al Campus, studiare e seguire le regole che le vengono imposte per la sua sicurezza, o dovrebbe mettersi in gioco e raggiungere il padre che sembra essere in pericolo?
La scelta, ovviamente, cade sulla seconda opzione: insieme ad Hope ed a due loro amici in cerca di evasione, Elton (Nicolas Cantu) e Silas (Hal Cumpston), fuggono dal Campus, andando incontro a pericoli ed avventure. Alla loro ricerca si mettono due soldati del Campus stesso, Huck (Annet Mahrendru) e Felix (Nico Tortorella), mentre la Repubblica Civica si rivela non essere così accogliente come vuole sembrare.
World Beyond, “oltre” il solito zombie show?
La premesse con cui si presenta World Beyond è indubbiamente nuova rispetto alle serie passate del franchise di The Walking Dead. La scoperta di un mondo nuovo da parte di chi è cresciuto al sicuro fino ad oggi potrebbe generare curiosità ed interessanti sviluppi.
Così è nella premiere, in cui Matt Negrete e Scott M. Gimple -co-creatori della serie tv- si staccano dalle alleanze e dagli scontri di The Walking Dead o dalle avventure di Fear. Il mondo proposto è davvero nuovo, quel mondo sicuro che Rick (Andrew Lincoln) andava tanto cercando e che aveva provato a creare.
Ovviamente, però, non ci si poteva limitare a questo: era necessario far incontrare la sicurezza accumulata dai protagonisti con la dura realtà fuori dalle mura del loro luogo sicuro. Ed è qui che World Beyond, purtroppo, non propone nulla di nuovo: il pericolo degli zombie, per quanto terrificanti (il lavoro fatto a questo proposito è sempre eccellente), è ormai ben noto ed ogni scena di combattimento contro i non-morti non stimola più la tensione di qualche tempo fa.
World Beyond si trova così in un limbo: da una parte l’effettiva introduzione di una situazione del tutto nuova che rinfresca lo sguardo del pubblico verso un universo di cui ha già visto molto; dall’altra parte, il rischio di finire, nel corso delle puntate, a proporre situazioni che inevitabilmente sono se non uguali simili a quelle che i personaggi degli altri due show hanno già affrontato, creando un effetto replica che rende World Beyond interessante, ma non imperdibile.
I giovani salveranno il mondo
Un capitolo a parte, invece, meritano i giovani protagonisti. Se, come detto, la trama rischia di finire presto nella ripetizione di scene da manuale, a salvare il telefilm potrebbe essere proprio la scelta di avere come protagonisti dei personaggi molto giovani.
Più incoscienti degli adulti, più curiosi e desiderosi di vivere costruendosi il proprio futuro, i quattro giovani che vediamo in World Beyond ben rappresentano un ventaglio di sensazioni che tutti abbiamo più o meno affrontato negli anni dell’adolescenza e che, a volte, riemergono anche nelle vite adulte.
C’è chi, come Iris, sente la pressione dell’essere leader e di avere un futuro già scritto; chi, come Hope, nonostante il nome che richiami la speranza non riesce a sentirsi parte della comunità o chi, come Silas, è vittima della propria timidezza o, come Elton, sente il timore di finire ad essere “uno dei tanti”. A loro World Beyond affida l’incarico di trasformare questa serie in una coming of age in cui, più che gli zombie, a spaventare sono il futuro o il ricordo del passato.
Infine, vale la pena sottolineare l’importante decisione di inserire una trama Lgbtq fin dal seconda episodio, legata al personaggio di Felix: la rappresentazione di un personaggio gay totalmente fuori dagli stereotipi ed ancora sofferente per la reazione della famiglia alla propria omosessualità può essere un buon modo per ricordare che, Apocalisse o no, la tv può e deve continuare il suo lavoro di inclusione in ogni modo possibile.