The Voice Kids è sicuramente meno stucchevole di Io Canto Generation
The Voice Kids è tornato in prima serata su Rai 1 con la terza edizione, condotta da Antonella Clerici. La recensione di TvBlog
È tornata la moda dei bimbi che cantano in tv. Ne sentivamo la mancanza? No.
Sull’onda dell’entusiasmo di The Voice Senior, l’azzeccatissimo spin-off di The Voice of Italy (ma perché non riproporlo, magari, proprio su Rai 1?), è stato creato anche The Voice Kids, inizialmente con una mini-edizione di due puntate per tastare il terreno e successivamente con un’edizione vera e propria, andata in onda l’anno scorso.
L’esperimento ha funzionato e anche Mediaset ha preso parte alla festa, rispolverando dal soffitto il caro e vecchio Io Canto. Da lì è partito un botta e risposta di titoli, da una parte e dall’altra, che speriamo abbia presto fine: The Voice Generations, Io Canto Family…
Quando si parla di bambini, un certo tipo di buonismo può anche essere perdonato. Non tutto in tv deve essere necessariamente cucinato con polemiche, cattiveria, trash e competizione, figurarsi se, di mezzo, ci sono dei ragazzini.
Certo, si compiono degli errori pure con loro, soprattutto quando si tenta di farli crescere con il mito dell’invidia altrui (“L’invidia è un riconoscimento di inferiorità”, frase detta da Gigi D’Alessio ad una bambina vittima di bullismo), ma The Voice Kids ha il pregio di offrire al pubblico una tv di buoni sentimenti, sì, ma non ostentati, non stucchevoli.
Il paragone con Io Canto Generation è d’obbligo. Se la tv continua ad offrirci titoli simili, chi si occupa di tv non può non raffrontarli.
L’atmosfera zuccherosa e melliflua di Io Canto Generation riesce a limitare, se non a spegnere, anche il potenziale comico di personaggi come Iva Zanicchi e Orietta Berti, che rimangono incatenate in quel meccanismo rigido esibizione-voto nel quale è difficoltoso fare altro.
In The Voice Kids, invece, si è trovata una chiave per fare show come le trovate e le gag che vedono protagonista Clementino che sa divertire il pubblico anche quando improvvisa. E non si negano agli sketch anche Gigi D’Alessio e Arisa.
Anche la trovata del Microfono della Vergogna, come penitenza per i giudici quando un concorrente non viene scelto da nessuno, trasforma un momento che alcuni potrebbero trovare un po’ troppo cattivo in un gioco dove divertirsi. È un’idea: in una tv che sembra aver rinunciato alle idee, quando se ne vede una, è giusto sottolinearla.
E poi c’è Antonella Clerici che è un volto positivo e non certo un volto buonista.