Tutto quello che c’è da sapere su The New Pope
Tutti i numeri di The New Pope, il secondo progetto di Paolo Sorrentino, in onda dal 10 gennaio 2020 su Sky Atlantic e NOW TV e con protagonisti John Malkovich, Jude Law, Silvio Orlando e Cécile de France
Di The New Pope, in partenza oggi, 10 gennaio 2020, alle 21:15 su Sky Atlantic e NOW TV, abbiamo già qualche nozione di base. Sappiamo, ad esempio, che è il secondo progetto scritto e diretto da Paolo Sorrentino, un seguito (ma al tempo stesso un nuovo racconto) di The Young Pope, andato in onda quasi quattro anni fa.
Sappiamo che la serie, una produzione The Apartment e Wildside (parte di Fremantle) e co-prodotta da Haut et Court Tv e The Mediapro Studio (distribuita internazionalmente da Fremantle), ritrova nel cast gran parte dei personaggi visti proprio in The Young Pope, come Silvio Orlando, Cécile de France e Jude Law, ma ha come protagonista assoluto John Malkovich, nei panni, appunto, di un nuovo Papa, Sir John Brannox.
Sappiamo che il mondo di Sorrentino è pronto ad espandersi, andando fino in Inghilterra e svelando nuove dinamiche all’interno del Vaticano che prendono spunto da un’attualità sempre più pressante. Quello che non sappiamo, ma che possiamo ben immaginare, è che dietro a quello che è un vero e proprio universo narrativo creato da regista premio Oscar per Sky c’è un gran lavoro di scenografia, costumi e riprese. In questo post andiamo a scoprire tutti i numeri legati a The New Pope e le curiosità su come e quanto si lavori per realizzare una serie impegnativa ed affascinante come questa.
Il cast: conferme ed aggiunte (e quante comparse!)
Partiamo dal cast: gran parte degli attori visti in The Young Pope sono stati confermati, come Jude Law (Papa Pio XIII), Silvio Orlando (Cardinale Voiello), Cécile de France (Sofia Dubois), Javier Càmara (Monsignor Gutierrez), Ludivine Sagnier (Esther Aubry).
A loro, però, si sono aggiunti tanti volti noti, proprio per dare una linfa del tutto differente rispetto a The Young Pope. Oltre a John Malkovich, quindi, vedremo Henry Goodman (Danny), Ulrich Thomsen (il Dottor Helmer Lindegard), Mark Ivanir (Bauer), Yulia Snigr (Ewa Novak) e Tomas Arana (Tomas Altbruck). Oltre a loro, ci saranno anche gli italiani Maurizio Lombardi, nei panni del Cardinal Assente, Massimo Ghini, in quelli del Cardinal Spalletta, che darà del filo da torcere a Voiello, ed Antonio Petrocelli, che sarà don Luigi Cavallo.
In tutto, però, gli attori presenti nelle nove puntate della serie sono 103, 9.000 le comparse. 65 i Paesi da cui provengono sia attori principali che comparse: Italia, Spagna, USA, Francia, Russia, Danimarca, Inghilterra, Perù, Germania, Sri Lanka, Australia, Irlanda, Cina, Sierra Leone, Cile, Cuba, Ghana, Sudan, Iraq, Siria, Yemen, Guinea, Argentina, Albania, Brasile, Romania, Belgio, Ecuador, Nigeria, Pakistan, Congo, Tunisia, Marocco, Armenia, Honduras, Bosnia e Erzegovina, Etiopia, Venezuela, Filippine, Camerun, Svizzera, Costa d’Avorio, Bangladesh, Senegal, Ciad, Ucraina, Gambia, Egitto, Svezia, Lettonia, Iran, Sudafrica, Uruguay, Giappone, india, Nicaragua, Kazakistan, Libano, Slovenia, Camerun, Mali, Colombia, Grecia, Finlandia e Kenya.
I costumi
Durante le 22 settimane di riprese, sono stati utilizzati 4.500 costumi e 1.100 paia di scarpe. Molto alto anche il numero di accessori impiegati per i personaggi: 300 croci preziose e 250 anelli per cardinali e vescovi, 200 per suore, frati ed ordini religiosi, 450 papaline e cappelli (quest’ultimi realizzati in gran parte dall’antica ditta Pieroni e dalla storica ditta Borsalino). 200 i bozzetti disegnati, per 12.000 metri di tessuti utilizzati e 120.000 pietre usate per i ricami sui piviali papali.
A lavorare sui costumi Carlo Poggioli e Luca Canfora, che si sono resi conto come, rispetto a The Young Pope, in The New Pope i personaggi già noti necessitassero di un rinnovamenti negli abiti:
“Questi cambiamenti sono avvenuti attraverso una lenta, progressiva trasformazione rispetto alla prima serie, scavando nella nuova psicologia di ogni carattere, cambiamenti che inevitabilmente si sono riflettuti sull’abbigliamento di ognuno di essi”.
“I protagonisti del nostro racconto”, aggiungono, “indossano sì abiti religiosi, giacca e cravatta e castigati tailleur ma nelle situazioni ufficiali, dove appaiono tutti uguali, come in divisa. Scopriremo, però, i loro veri caratteri quando saranno liberi dai vincoli ufficiali, quando privatamente avranno la possibilità di scegliere un altro modo di vivere e di vestire, liberi dalle costrizioni…”.
Il lavoro più imponente è stato fatto, ovviamente, sui personaggi di Malkovich e Law: per il primo sono stati realizzati dalla ditta Attolini 20 abiti borghesi, tra completi, vestaglie e scarpe. Per i vestiti cliericali, invece, sono stati realizzati due talari cardinalizi, un talare bianco Papale ed un prezioso piviale realizzato con pietre Swaroski.
Tra i costumi per Jude Law, invece, ci sono anche un abito borghese, quattro talari bianchi semplici e quattro con ricami, un mantello rosso, un cappotto, diversi cappelli, tre mitrie, un accappatoio, una tuta da ginnastica, due pigiami, un paio di pantofole e tre paia di guanti.
La scenografia
Il Vaticano che vediamo nella serie è stato completamente immaginato da Sorrentino e messo in scena da Ludovica Ferrario. L’azione si sposta anche in Inghilterra: “La volontà è stata dipingere un mondo sì opulento, ma che si distinguesse visivamente dalla monumentalità degli ambienti vaticani”, spiega, “ricostruiti all’insegna o di una maestosa sobrietà o del fasto barocco che tanto rappresenta il cuore di questo Stato”.
“Come in The Young Pope”, aggiunge la scenografa, “abbiamo girato anche sui set ricostruiti della biblioteca papale, della porzione di facciata di San Pietro, degli interni della Basilica -ricostruzione fatta nel dettaglio, dal cancello d’ingresso fino alla ricostruzione in scala della Pietà di Michelangelo- e di una Cappella Sistina ricostruita in scala reale che, dovendo ospitare diversi conclavi, ha comportato anche la riproduzione dell’antistante Sala Regia. Una sfida importate realizzare luoghi simboli del Vaticano nel mitico Teatro 5 di Cinecittà”.
In particolare, per gli interni ed esterni di San Pietro sono servite 8 settimane di progettazione, 10 di costruzione in laboratorio ed altre 8 di costruzione in teatro, per un totale di 8 mesi di lavoro complessivo. Sei mesi, invece, per la realizzazione dell’interno ed esterno della Cappella Sistina e della Sala Regia, dalla ricerca al ripristino conservativo. 5 settimane, invece, per la ricostruzione dell’interno della Biblioteca papale.
Le location, oltre a Roma, includono l’Abruzzo (dove è stata ricostruita una serra), le sponde del Piave, trasformate in Lourdes e le montagne di Cortina.
La sigla
La sigla di The New Pope cambia lievemente di puntata in puntata, mostrando differenti coreografie interpretate da delle suore nel dormitorio del loro convitto, ai piedi di una grande croce luminosa che cambia colore e dando luce alla stanza, trasformandola quasi in una discoteca. A non cambiare, invece, è il brano utilizzato, ovvero “Good Time Girl” di Sofi Tukker feat. Charlie Barker, uscito nel 2018 all’interno dell’album “Treehouse”.