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Venezia 76: Paolo Sorrentino, John Malkovich e Jude Law presentano The New Pope

Paolo Sorrentino raddoppia i Papi su piazza nella seconda stagione di The Young Pope, presentata in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia.

pubblicato 1 Settembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 15:03

Tre anni dopo la première mondiale dei primi due episodi di The Young Pope, Paolo Sorrentino è tornato al Lido di Venezia per presentare due episodi di The New Pope, seconda stagione della serie Sky Atlantic, HBO e Canal+.

Al suo fianco i produttori Nicola Maccanico, Francesca Orsi e Lorenzo Mieli, oltre ai protagonisti Jude Law, John Malkovich, Silvio Orlando, Javier Cámara, Cécile de France e Ludivine Sagnier, all’interno di un cast che comprende anche Sharon Stone, Massimo Ghini, Maurizio Lombardi ed Henry Goodman. “E’ un progetto internazionale che ha travalicato i confini italiani, questi sono progetti che possono coniugare qualità alta e ampia popolarità”, ha sottolineato con orgoglio Maccanico, seguita a ruota da Francesca Orsi, responsabile delle serie drama HBO: “Per HBO è stato un onore. Non c’è nulla che Paolo tocchi senza renderlo un capolavoro. Ha avuto la nostra totale fiducia”.

Quattro anni fa proposi a Paolo di portare il suo cinema in tv, e sono felice di riportare oggi a Venezia la tv al cinema”, ha concluso Mieli, prima di cedere la parola ai vari protagonisti, chiamati a raccontare l’evoluzione dei rispettivi personaggi. “Nella prima stagione il mio personaggio era pura purezza e fede“, ha confessato Ludivine Sagnier, che abbiamo imparato a conoscere negli abiti di Esther, moglie di una guardia svizzera che rimane incinta grazie ad un ‘miracolo’ di Papa Pio XIII. “Abbiamo parlato molto di questo con Paolo, volevamo contaminare questa purezza. Vedere come evolvesse, in modo più cupo. Siamo andati verso questa direzione”.

Enorme anche il cambiamento a cui va incontro Sofia, responsabile marketing del Vaticano interpretata da Cécile de France: “Sono molto fortunata perché nella prima stagione la mia Sofia era un personaggio molto semplice, mentre in questa seconda stagione diventa più complessa“. Se Carano si è limitato a ringraziare Paolo per l’opportunità datagli, ovvero poter lavorare nei mitici studi 5 di Cinecittà, Silvio Orlando ha ammesso di aver lavorato sul proprio inglese: “Migliorato quello, devo ora migliorare il mio italiano. Sono entrato in questa serie un po’ abusivamente, ma poco alla volta ho acquisito fiducia. In questa seconda stagione il mio personaggio è sbocciato, è arrivato alla sua massima maturità, sia dal punto di vista drammatico che comico. Paolo come al suo solito ti dà degli spartiti da suonare semplicemente meravigliosi, è uno stradivari del 700 che ti porta a fare cose che neanche immaginavi di poter fare”.

In coma a inizio stagione, Jude Law torna a prendersi la scena della serie verso il finale di The New Pope, con l’attore entusiasta di aver potuto riprendere in mano gli abiti di Papa Pio XIII: “E’ stato proprio qui a Venezia che Paolo ha avuto l’idea per la stagione 2. Realizzarla è stato bellissimo, la complessità di Lenny, chiamato a capire come mai non fosse più l’unico Papa, è stato tutto molto interessante. L’idea che ci possano essere altri poteri, è stata una splendida esplorazione”.

La grande novità di The New Pope è il gigantesco John Malkovich, che verrà incoronato Giovanni Paolo III, nuovo pontefice. “Sono nuovo al progetto, io non recito il nuovo Papa bensì il nuovo nuovo Papa. Avevo visto The Young Pope e molti dei precedenti lavori di Sorrentino. Ci siamo incontrati in Toscana un anno e mezzo fa, ne abbiamo parlato e l’ho fatto perché mi è piaciuta tantissimo la prima serie. Paolo è un regista unico, un brillante scrittore, questa serie affronta la questione della voglia dì spiritualità della gente, dell’avere qualcosa in cui credere. Persino credere nei miracoli“.

Attori che hanno permesso a Sorrentino di dar vita ad un nuovo complesso e straordinario progetto televisivo.

Questo è stato un lavoro collettivo, è un qualcosa che accade grazie allo straordinario lavoro della troupe, con cui ci siamo divisi i ruoli in maniera paritaria. E il mio grazie va a questi attori, che non sono solamente bravi ma anche buoni. Come dice Carmelo Bene, servono attori capaci di essere fuori di sé, e loro sono capaci di farlo. Sono onorato di aver trovato degli attori simili.

Sulla quantità di nudo disponibile, il regista è stato particolarmente chiaro: “Voi avete visto solo due episodi su nove, ma vi posso assicurare che il nudo è molto ben distribuito, c’è una grande par condicio sul nudo. Sia maschili che femminili, e ovviamente anche animale“. Sul set Sorrentino ha ritrovato Paolo Bigazzi, suo storico direttore della fotografia che oramai considera un amico, un parente, più che un semplice collaboratore: “E’ un rapporto così antico che ormai riusciamo a capirci senza neanche parlarci. Un rapporto sentimentale, le parole tra di noi sono irrilevanti come avviene nelle migliori coppie”.

In uno dei due episodi mostrati alla stampa, il settimo, il regista premio Oscar è tornato a girare a Venezia, Lido compreso, con tanto di bagno nudista in mare. Una scelta precisa, con motivazioni più che valide: “Abbiamo girato a Venezia perché la mia teoria è che la vita è breve e bisogna restare nei posti belli. E Venezia lo è. Quella scena in acqua è stata difficile soprattutto per gli attori, perché il Lido ad aprile è meno attraente di questi giorni, faceva molto freddo“. A confermarlo il povero Law, che apre l’episodio sette con una sigla a dir poco iconica. In slip bianchi, con passerella sul bagnasciuga attorniato da giovani fanciulle in costume. “Quello slip non è stato il costume più piccolo da me indossato in questa stagione. Ho una scena in cui indosso un tovagliolo. Ho le prove fotografiche sul telefonino“.

Una seconda stagione, quella scritta e diretta da Sorrentino, che si aprirà al mondo esterno, abbracciando temi particolarmente attuali, tra fondamentalisti e migranti.

Con la prima serie volevo raccontare il Vaticano visto dall’interno, mentre in questa serie volevo affrontare le questioni tra il Vaticano e l’esterno, più legate all’attualità. Con il fondamentalismo abbiamo portato avanti un discorso più ampio, ci siamo concentrati sul rischio dei vari fondamentalismi, che a mio avviso sono sempre più dietro l’angolo. Ma non posso dire di più, perché spoilererei troppo.