The Mentalist, su Joi: 20 milioni di telespettatori non sono un dettaglio
Se c’è una cosa che la Cbs sa far bene, sono i telefilm polizieschi. Ampia dimostrazione ne abbiamo avuta, negli anni, coi vari “Csi”, “Ncis”, “Criminal Minds” e “Senza traccia”, per citarne alcuni. L’ultimo arrivato è “The Mentalist”, che Joi fa arrivare in Italia da stasera alle 21.Un altro crime, con un protagonista forte e
Se c’è una cosa che la Cbs sa far bene, sono i telefilm polizieschi. Ampia dimostrazione ne abbiamo avuta, negli anni, coi vari “Csi”, “Ncis”, “Criminal Minds” e “Senza traccia”, per citarne alcuni. L’ultimo arrivato è “The Mentalist”, che Joi fa arrivare in Italia da stasera alle 21.
Un altro crime, con un protagonista forte e ancora borderline, dal passato oscuro e dal comportamento fuori dagli schemi, come ormai si addice ai grandi personaggi degli ultimi anni. Questo è l’ingrediente principale della serie che possiamo considerare l’unico nuovo telefilm di successo della stagione in America.
Con picchi di quasi 20 milioni di telespettatori e una media stagionale di quasi 18, la critica americana si è innamorata di Patrick Jane, il personaggio interpretato da Simon Baker (già in “The Guardian”), che è anche stato proclamato da Tv Guide l’uomo più sexy della tv, declassando Patrick Dempsey. Il perchè di così tanto successo? Un pizzico di “House”, un tocco di “Psych” e una spruzzata di “Csi”. E il fenomeno dell’anno è servito.
Patrick lavora per il California Bureau of Investigation, aiutando gli investigatori coordinati da Teresa Lisbon (Robin Tunney, “Prison Break”) a risolvere i casi più disparati, grazie alla sua dote innata di osservatore incallito. Ogni piccolo dettaglio, ogni sfuggevole -agli occhi di tutti gli altri- particolare, all’apparenza inutile, per Patrick diventa un prezioso tassello del puzzle che lo porterà a risolvere caso dopo caso, anche con qualche escamotage non sempre dentro gli schemi della polizia, comprese le sue capacità ipnotiche che lo rendono un vero “mentalist”, ovvero una “persona che ricorre all’acutezza mentale, ipnosi e/o suggestione. Colui che padroneggia la manipolazione del pensiero e del comportamento”, come recita la definizione all’inizio di ogni episodio.
Il suo talento, però, non gli ha sempre portato solo successi. Ha un passato segnato da una tragedia, causata dalla spavalderia nello sfruttare la sua dote fingendosi sensitivo, provocando le ire di Red John (e il colore rosso torna spesso nella serie, fin dai titoli degli episodi), misterioso serial killer di cui sentiremo parlare qua e là nel corso delle puntate. Proprio lui svela il lato oscuro di Patrick, personaggio che invece mostra sempre agli altri solarità e serenità.
Nello spiegare il successo di “The Mentalist” abbiamo citato anche “Csi”, seppur in questa nuova serie di Bruno Heller (creatore della storica “Rome”), la medicina legale, tanto in voga negli ultimi anni grazie a Grissom & Co. lascia spazio all’intuizione, decretando così il ritorno ad un’investigazione nel senso più classico del termine.
E il personaggio di Jane, riesce perfettamente ad unire la tecnica investigativa di Sherlock Holmes alle moderne pratiche di ricerca sulla scena del crimine, regalandoci qualcosa non del tutto originale, ma incredibilmente affascinante ed appassionante. Merito anche di Baker, attore su cui il protagonista della serie è stato cucito addosso, e che soddisfa appieno le intenzioni inziali di Heller, che a questo proposito ha raccontato di cercare
“qualcuno come Cary Grant, qualcuno che si muovesse e sembrasse grazioso perché la gente in realtà diffida delle persone troppo cerimoniose e serviva una caratteristica del genere: e Simon è ed ha tutte queste cose”.
Se siete appassionati del genere, “The Mentalist” non vi deluderà, diventando un promemoria di come, nella vita, i dettagli più insignificanti possano fare la differenza. Un dettaglio non da poco, invece, è la sua messa in onda sulla generalista, prevista prossimamente su Italia 1 (probabilmente nella Serata Crime, da settembre).