The Last of Us 2 si farà, ma godiamoci il terzo episodio della prima stagione (che ci farà dimenticare che è un survival drama)
La seconda stagione prenderà spunto inevitabilmente dal sequel del videogioco, ma intanto godiamoci la prima stagione: il terzo episodio -in onda su Sky e NOW- segna un punto di svolta per la comprensione di tutta la serie
Per The Last of Us la fine non è ancora vicina. D’altra parte, i numeri dei primi due episodi dell’attesissima serie tv Hbo parlavano chiaro, ed infatti nelle ore scorse è giunta la conferma che The Last of Us 2, la seconda stagione, si farà.
Che Hbo avesse tra le mani una nuova serie evento è parso chiaro fin dall’annuncio della realizzazione della serie tratta dall’omonimo videogioco di Neil Druckmann (che insieme a Craig Mazin ha lavorato all’adattamento televisivo), aspettative confermate dalle prime recensioni -compresa la nostra- e, poi, dagli ascolti.
Il primo episodio di The Last of Us negli Stati Uniti, ha ottenuto un totale di 4,7 milioni di telespettatori; il secondo ha addirittura migliorato quella performance, con 5,7 milioni di persone che hanno seguito il nuovo appuntamento tra prima visione e riproposizioni sulla tv lineare. Senza contare, poi, il fatto che la serie è stata messa subito a disposizione del mercato esterno, Italia compresa, dove va in onda in contemporanea su Sky ed in streaming su NOW.Cosa sappiamo della seconda stagione? Considerato che la prima sta andando ancora in onda, verrebbe da dire poco, ma grazie al fatto che siamo di fronte ad un adattamento, qualche indizio lo abbiamo già. Gli stessi e Mazin hanno infatti dichiarato che la prima stagione si chiuderà così come si chiude il gioco originale, uscito nel 2013. Questa è stata la fonte principale, insieme a qualche elemento tratto dal gioco sequel e dalle aggiunge alla Parte I effettuate nella versione rimasterizzata uscita nel 2020.
Ma The Last of Us è composto anche da una Parte II, il cui materiale potrebbe davvero dare tanti spunti agli sceneggiatori. E non solo per una seconda stagione: nei mesi scorsi Druckmann ha lasciato intendere che, se la serie dovesse riscontrare il gradimento del pubblico, potrebbe avere davanti a sé non solo una seconda stagione, ma anche una terza e, chissà, anche altre.
Per quello, però, c’è tempo: The Last of Us è arrivato solo al terzo episodio dei nove previsti per la prima stagione. Un episodio che segnerà una svolta per la serie stessa e per la visione che se ne vuole dare. In altre parole, la puntata, dal titolo “Long Long Time” (in onda in Italia nella notte tra il 29 e 30 gennaio ed il 6 febbraio in versione doppiata), dimostrerà come la forza del videogioco prima e della serie poi non sta semplicemente nella missione portata avanti da Joe (Pedro Pascal) di proteggere Ellie (Bella Rasmey), ma nel messaggio di speranza e di visione di un futuro tutto da costruire che vuole fare passare.
La storia di Bill (interpretato da un eccellente Nick Offerman) e di Frank (Murray Bartlett, già apprezzato nella prima stagione di The White Lotus) è infatti qualcosa di altro da ciò che fino ad ora la serie ha mostrato: ad un primo impatto potrebbe sembrare il classico episodio “filler”, vale a dire una puntata riempitiva, scritta per allungare la trama, ma non è affatto così.
L’episodio non fa altro, infatti, che allargare lo sguardo del nuovo mondo in cui si trovano i protagonisti principali, portando il pubblico a seguire una storia apparentemente secondaria, slegata da quella di Joe ed Ellie, ma che invece diventa fondamentale soprattutto per il protagonista maschile per sviluppare un’empatia verso la quattordicenne che sta “scortando” e trasformare la sua missione in un viaggio di elaborazione del proprio passato e di consapevolezza che il futuro è ancora possibile.
https://www.youtube.com/watch?v=R59OyK3f0Vk
Se per la seconda stagione dovremo quindi aspettare ancora un po’, godiamoci la prima: se siete ancora indecisi se iniziare The Last of Us Sky Italia ha messo a disposizione sul proprio canale Youtube la prima puntata gratuitamente (la potete vedere qui sopra). Un’operazione già messa in atto con House of the Dragon, per permettere anche a chi non è abbonato di essere a conoscenza del nuovo fenomeno di cui in molti parleranno per tanto tempo.