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The Gilded Age, la nuova serie tv di Julian Fellowes non sarà troppo simile a Downton Abbey?

Cambia la location, il contesto storico ed i personaggi, ma The Gilded Age sembra voler seguire lo stesso tracciato di Downton Abbey…

20 Novembre 2021 14:36

E’ vero che dalla prima bozza di un progetto televisivo alla sua effettiva messa in onda passa sempre qualche anno (ed a volte, quanto realizzato in forma di pilot non viene neanche trasmesso perché non ritenuto idoneo agli standard del network che lo ha ordinato). Con The Gilded Age, però, possiamo dire con tranquillità che di tempo ne è passato davvero tanto. Ora, la Hbo ha finalmente comunicato che questa nuova ed attesissima serie tv ha una data di partenza, ovvero il 22 gennaio 2022.

Ben dieci anni fa, nel 2012, erano iniziate a trapelare le prime indiscrezioni su questa serie, inizialmente destinata alla Nbc, e poi -nel 2019- fu annunciato il passaggio alla Hbo. Ma perché tutta questa attesa e tutto questo tempo? Diciamo che il papà di questa serie tv è una persona che ama fare le cose prendendosi il giusto tempo, ma quando poi le fa non delude: parliamo di Julian Fellowes. Il suo Downton Abbey è diventato un fenomeno capace di uscire dai confini britannici e giungere in ogni angolo del mondo: The Gilded Age promette di fare lo stesso.

L’aspettativa è alta perché, d’altra parte, fin dalle prime notizie a riguardo è sembrato subito chiaro che The Gilded Age volesse essere in qualche modo una versione made in Usa proprio di Downton Abbey. Volete le prove? Le potete vedere sia nel primo teaser rilasciato nei giorni scorsi (video in alto) o nelle prime foto. Se l’atmosfera di queste immagini non vi ha ricordato neanche per un attimo quelle già viste nello Yorkshire della serie di Itv, o state mentendo o non avete mai visto Downton Abbey.

E’ vero, però, che l’ambientazione è totalmente differente: se Downton Abbey era (o meglio, è: ricordiamoci che c’è un secondo film, in uscita a marzo) ambientato nella prima metà del 1900 in Inghilterra, The Gilded Age ci porta più indietro nel tempo, negli anni ’80 del 1800 (un’era chiamata, appunto “Gilged Age”, ovvero “età dorata”), e negli Stati Uniti, in particolare a New York.

The Gilded Age
© Hbo

Qui incontreremo le sorelle Agnes van Rhijn (Christine Baranski) ed Ada Brook (Cynthia Nixon), appartenenti alla vecchia aristocrazia, che accettano di accogliere in casa loro la nipote senza dote Marian (Louisa Jacobson), proprio mentre fanno conoscenza dei loro nuovi vicini, Bertha (Carrie Coon) e George Russell (Morgan Spector), diventati ricchi grazie alle proprie attività e non per titolo nobiliare. Il loro modo di spendere e spandere, però, infastidisce le due sorelle, che mal digeriscono ogni possibile cambiamento nella società.

Insomma, anche The Gilded Age, come Downton Abbey, punta a raccontare una fase di transizione storica in cui nuove classi sociali cercano il proprio posto al sole ma, per farlo, devono per forza generare una rottura con il passato. Aggiungeteci varie sottotrame sentimentali, l’immancabile servitù che commenta le gesta dei propri padroni, ed anche voi vi chiederete: ma non è che The Gilded Age somiglierà troppo a Downton Abbey?

Il dubbio c’è, certo, se non nel contesto storico, sociale e geografico, almeno nel “mood” che Fellowes potrebbe voler dare a tutto il racconto. La sua scrittura, poi, è inconfondibile, come già abbiamo avuto modo di notare in Belgravia, recentemente andata in onda su Sky (la si può recuperare su Now). Tre titoli che rendono Fellowes il re incontrastato del period drama e dei contrasti tra classi sociali pronti ad esplodere.

Con The Gilded Age la Hbo -ma potremo dire direttamente gli Stati Uniti- mirano ad avere il proprio Downton Abbey. Sicuramente con un budget maggiore ed una campagna di lancio più rumorosa, ma basterà a tenere lontani i paragoni? No: ci saranno comunque confronti, tentativi di trovare nei protagonisti di The Gilded Age riferimenti a quelli che già conosciamo bene di Downton Abbey.

“Qualcuno mi accuserà comunque”, ha messo le mani davanti lo sceneggiatore e regista ad Entertainment Weekly, “quindi non credo che mi farò influenzare”. Eppure, la sensazione di familiarità è davvero tanta: non che sia una colpa, affatto, ma con un successo mondiale come quello di Downton Abbey alle spalle, per The Gilded Age la strada per l’indipendenza potrebbe non essere facile.