Home The Following The Following, per il lancio della serie tv la Fox rompe un tabù: “Registratelo”

The Following, per il lancio della serie tv la Fox rompe un tabù: “Registratelo”

Per la prima volta una tv americana chiede al pubblico di registrare una serie tv (The Following), se non può guardarla live

pubblicato 21 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:14

“Programmate il vostro Dvr!”. Una frase così semplice, apparentemente innocua, ha in realtà dato il via ad una piccola ma significativa presa di coscienza da parte delle tv americane, e nello specifico della Fox, che questa notte manderà in onda la prima puntata di “The Following”, il thriller con protagonista Kevin Bacon.

Alcune inserzioni pubblicitarie dedicate alla serie tv, negli scorsi giorni, hanno infatti riportato questa dicitura: la Fox consiglia al pubblico di programmare il proprio Dvr, ovvero il registratore digitale, strumento utilizzato in America anche per rilevare i dati ascolto non live.

I numeri del Dvr, sebbene di grossa quantità, non vengono spesso presi in considerazione dai network, che sono consapevoli che il pubblico, quando registra un programma, salta la pubblicità. I telespettatori che guardano uno show registrato, quindi, non sono interessanti per gli inserzionisti nè per la rete, che da quei numeri non può trovare una garanzia per il futuro dei proprio show (e molti telefilm, nel corso degli anni, sono stati cancellati nonostante gli ascolti salissero nel corso delle giornate successive alla trasmissione grazie proprio ai dati dei Dvr).

The Following
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Ora, la Fox rompe questo tabù, rendendo esplicita un’abitudine che, in realtà, è ben consolidata tra i telespettatori americani. Il network sa che chi guarda una serie tv registrata non “fa numero”, ma spera di convincere i telespettatori, puntata dopo puntata, a sintonizzarsi su “The Following” mentre viene trasmesso, aumentando il pubblico “live”.

La strategia della Fox prende spunto da un’altra serie tv di questa stagione, ovvero “Revolution”, che ha dimostrato di tenere negli ascolti sia live che Dvr, con una media di questi ultimi di circa quattro milioni di telespettatori, da aggiungere agli oltre sette milioni che hanno seguito lo show in diretta. “Revolution”, insomma, è riuscita ad incuriosire chi aveva registrato la puntata del giorni prima, portando qualche telespettatore a vedere gli episodi successivi senza registrarli.

E’ un tabù che si infrange, dicevamo: se prima la registrazione dei programmi veniva vista come il male assoluto, ora si apre una nuova strada non tanto per la fruizione di un programma (dire che registrare uno show è qualcosa di innovativo sarebbe assurdo), quanto per la rilevazione dei dai. Se i network iniziassero a tenere maggiormente in considerazione anche chi registra gli show, forse in futuro le serie tv a rischio avrebbero maggiori possibilità di essere rinnovate, e di soddisfare così tutto il pubblico, non solo quello della diretta.

[Via DeadlineHollywood]


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