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The Bear 3: l’attesa ferma tutto, anche la trama, che si inceppa. La recensione della terza stagione

Dopo una seconda stagione eccezionale, The Bear 3 non riesce a stare al passo, congelando i protagonisti in una condizione di immobilità con inevitabili effetti sul ritmo della storia

13 Agosto 2024 10:42

Se la prima stagione di The Bear è stata un sorprendente antipasto, e la seconda una pietanza dal sapore intenso, in The Bear 3 deve essere successo qualcosa in cucina. Uno dei ritorni più attesi dell’estate, disponibile da domani, mercoledì 14 agosto 2024, su Disney+, è una frittata gourmet, cucinata con i tempi di un piatto da ristorante Michelin, ma sempre una frittata.

The Bear 3, recensione

Cosa è successo a Carmy & Co.?

La serie tv di Fx, vincitrice in due anni di quattro Golden Globe e sei Emmy Awards (e destinata ad aumentare il proprio bottino trasformando le nomination di quest’anno in altri premi), doveva tornare e convincere chi era ancora scettico nei suoi confronti che no, meritava davvero tutto questo successo. Qualcosa, però, si è inceppato, proprio come in una di quei ristoranti di cui senti tanto parlare bene, ma la sera in cui ci vai ti accorgi che il servizio non è all’altezza delle aspettative.

Un anno fa The Bear aveva raggiunto la consacrazione, dopo una prima stagione che si era fatta conoscere grazie al passaparola. La seconda stagione ci aveva conquistato, ribadendo una metafora, quella della capacità di districarsi tra ansie, pressioni esterne e interne che subiamo durante l’esistenza proprio come nei locali di un ristorante, che è stata vincente da subito. Allora cosa è successo?

The Bear 3 vive dentro un paradosso: la terza stagione segue con naturalezza l’evolversi delle vicende narrate nella seconda, focalizzandosi non più sulla paura, ma sul logorio dell’attesa, un’eterna attesa che la crescita e consapevolezza di essere diventanti adulti e responsabili porta con sé. Nel farlo, però, si dimentica di progredire proprio con quel racconto che ci aveva agganciato due anni fa, lasciando i propri personaggi immobili, in una stasi che, di fronte a dieci episodi (gli ultimi due hanno una durata di 40 minuti, contro i circa 30 degli altri), diventa insopportabile.

Abbiamo così tanto fatto il tifo per Carmy (Jeremy Allen White), ancora di più per Sydney (Ayo Edebiri) e abbiamo empatizzato con tutta la loro squadra, che spiace veramente tanto non poter scoprire quale sarà il loro prossimo passo. Perché The Bear 3, in questo perenne indugio, riduce i personaggi a clessidre in attesa di dover essere capovolte.

Una storia “congelata”, per un messaggio che però arriva al pubblico

Di fatto, The Bear 3 si trova dentro un freezer, in cui tutti gli eventi rallentano inesorabilmente la loro corsa. Un netto cambio di ritmo rispetto alla seconda stagione, in cui invece la frenesia era regina degli episodi, durante i quali abbiamo assistito all’ansioso ma efficace conto alla rovescia per l’apertura del nuovo ristorante del protagonista.

Nelle nuove puntate, al netto di qualche novità, per i personaggi cambia davvero poco. Sono tutti, appunto, in attesa. Il merito di The Bear resta quello di riuscire a travolgere il pubblico con un accurato riflesso della realtà, trasformando il caos in cui tutti ci ritroviamo in una ben orchestrata messa in scena in cui è molto semplice immedesimarsi e sviluppare la consapevolezza di cosa funzioni e cosa no in quest’epoca.

Eppure, dobbiamo ricordarci di essere comunque in una serie tv, in cui sono necessari ritmi, evoluzioni e svolte narrative per poter tenere alta l’attenzione sulla storia. Requisiti che scarseggiano, come dimostrano i flashback che poco aggiungono alla trama ma tanto la allungano, così come i dialoghi che, per quanto ottimamente scritti e aderenti al contesto, sembrano più un esercizio di stile autoriale che uno strumento per raccontare una storia.

Una strategia per The Bear 4?

Non ci spieghiamo il motivo di queste scelte, se non che il creatore Christopher Storer e il suo gruppo di sceneggiatori e produttori abbiano voluto costruire con la terza stagione di The Bear una sorta di ponte verso una vera svolta del racconto, che potrebbe giungere con la quarta stagione.

Per ora, da Fx (il network via cavo che trasmette la serie negli Stati Uniti) non è ancora giunto il rinnovo ufficiale, ma nei primi mesi dell’anno Deadline Hollywood aveva anticipato che le riprese di The Bear 4 fossero già cominciate, per poter liberare il cast e lasciarlo libero di accettare altri impegni. A confermarlo, anche il finale della terza stagione, poco conclusivo e molto frustrante per chi ha seguito i dieci episodi sperando in un cambio di passo.