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TgLa7: Mentana e Greco commentano un video ‘da Washington’, ma è un film…

‘Gaffe’ di Mentana e Greco durante il TgLa7 sull’assalto al Campidoglio: commentano le immagini, ma non si rendono conto che è un film…

7 Gennaio 2021 12:11

A voler essere molto (ma molto) genererosi si potrebbe considerare una gaffe: Enrico Mentana e Gerardo Greco finiscono nella ‘trappola’ del commento too fast e a tutti i costi nel corso dell’edizione straordinaria del TgLa7 del 6 gennaio 2021, lanciata alle 22.25 per seguire l’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump mentre era in corso il conteggio dei voti per la ratifica della vittoria di Joe Biden alle Presidenziali del 3 novembre 2020. Tra le immagini che arrivano via Twitter, la regia invia loro anche quelle di uno dei tanti tweet con hashtag #WashingtonDC: un video che immortala un personaggio alquanto improbabile che con tanto di lanciafiamme si aggira per le strade camminando sulle auto. Ed è stato proprio il lanciafiamme a lasciare per qualche frazione di secondo perplessi il direttore e il suo ospite, che però non si fermano e non mettono da parte il video in attesa di ‘verifica’ anche quando l’audio tradisce una qualità surround, effetti sonori poco compatibili con un ‘live footage’ e soprattutto una costruzione di immagini poco ‘aderenti’ a quanto fino a quel momento trasmesso dalla CNN, principale fonte per i Tg italiani.

 

Se Gerardo Greco prova a collocare la scena in “altri Campidogli, di altre città” dove, a suo dire, sarebbero in corso proteste analoghe a quelle registrate a Washington, il direttore Mentana continua a seguire il video cercando di recuperare in esso indizi sufficienti a verificarne l’attendibilità, nonostante si trovi di fronte un “individuo improbabile“. E così si fa ‘abbindolare’ dalla scritta Live Footage che però fa parte della grafica del film, che simula la copertura live di un assalto armato: si tratta però di un film del 2012, Project-X – Una festa che spacca, che non è neanche un disaster movie, ma un mockumentary diretto da Nima Nourizadeh incentrato sulle conseguenze ‘inattese’ di una festa di adolescenti che ‘sfugge al controllo’.

Vero è che quanto visto ieri a Capitol Hill poteva sembrare frutto di un B-Movie tra il disaster e lo sci-fi, con soggetti a torso nudo e pellicce cornute seduti sugli scranni parlamentari mentre altri che sembravano usciti da un barbecue domenicale portavano via suppellettili del Congresso come trofei di guerra. Ma le coordinate per riconoscere video reali da estratti cinematografici ci sono. E se per amor di commento live si finisce per confonderli mentre è in corso uno dei momenti più difficili della storia USA degli ultimi decenni direi che la situazione è preoccupante: sarà pure un errore della regia o della redazione, chiamata a compulsare rapidamente migliaia di Tweet per avere immagini nuove, diverse inedite – e l’errore di fondo è già qui -, ma alla fine la concitazione ha tirato davvero un brutto scherzo al direttore Mentana e al suo ospite. Immaginiamo che una forma di ‘punizione’ e di correzione avrà luogo nella prossima puntata di Propaganda Live: di fatto l’episodio apre, o meglio alimenta, un discorso più ampio sul giornalismo televisivo in epoca di all news e di profluvio di contenuti social.

C’è da dire, però, che mentre NBC ieri sera riportava la notizia della morte della donna ferita al Campidoglio (di cui, anche in quel caso, sono state trasmesse immagini senza filtro, così come raccolte su Twitter, come se il solo fatto di essere state pubblicate da un profilo più o meno riconosciuto fosse sufficiente per trasmetterle in diretta nazionale prima ancora di verificare chi fosse la donna, se i parenti fossero stati avvertiti, come fosse avvenuto il ferimento etc), CNN ha atteso di poter comunicare direttamente con fonti di Polizia per avere la conferma. E anche questa è una differenza importante.

Enrico Mentana

A maggior ragione, se si trasmette il video di un profilo dal nome “Probably Off Topic Podcast” e si commenta a caldo, a prescindere, senza fermarsi un attimo c’è un problema di notiziabilità, di procedura e di eccessiva fretta. Che fa male a tutti, da entrambi i lati dello schermo.