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TG5 senza freni: risponde in prima persona alle accuse di Saviano

Oramai il TG5 è caduto in un baratro dal quale sembra difficile risalire, quello dello schieramento politico senza più finte maschere. Al confronto il TG4 sembra quasi super partes. Sia chiaro che le critiche che gli vengono rivolte su queste pagine non sono frutto di “ripicche” per diverse ideologie politiche. Tutt’altro, nascono da considerazioni oggettive

pubblicato 17 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:03


Oramai il TG5 è caduto in un baratro dal quale sembra difficile risalire, quello dello schieramento politico senza più finte maschere. Al confronto il TG4 sembra quasi super partes. Sia chiaro che le critiche che gli vengono rivolte su queste pagine non sono frutto di “ripicche” per diverse ideologie politiche. Tutt’altro, nascono da considerazioni oggettive che prescindono da qualsiasi tipo di schieramento.

Dopo la premessa doverosa, ecco i fatti. Dopo le feroci critiche di qualche giorno fa alla Rai, e in particolare a RaiTre, ecco spuntare dal nulla nell’edizione di oggi del tg un altro servizio da far accaponare la pelle. Con la scusa che “gli elenchi in questo periodo vanno di moda” – riferimento che va ovviamente a Vieni via con me -, un “reportage” fa la lunga lista dei 28 esponenti di mafia, camorra e ‘ndrangheta catturati negli ultimi due anni e mezzo sotto il governo Berlusconi, con nome, cognome, foto e appartenenza. In sottofondo, proprio la canzone che dà il titolo al programma di RaiTre.

Il servizio non ha un’apertura vera e propria, ma si limita alla lista e alla successiva spiegazione che si tratta dei ricercati catturati dalle forze dell’ordine che apparivano nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi. Dopo il servizio, la conduttrice del tg chiosa, sorridendo maliziosamente, con un “Anche questo è un elenco…potremmo chiamarlo l’elenco Maroni“.

Il TG5 insomma risponde in prima persona alle accuse di Roberto Saviano nei confronti del ministro Maroni, come se si sentisse chiamato in causa, come se dovesse a tutti i costi dare una propria opinione sulla querelle tra lo scrittore e il ministro. E ancora una volta fa una figura barbina.

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