Tg1, il paradossale rinnovo nel giorno della morte della Regina Elisabetta (video)
La paradossale situazione vissuta da Monica Maggioni e il team del Tg1 nel giorno in cui si festeggiava il restyling del notiziario.
L’8 settembre 2022 porterà per sempre un segno nella storia. La morte della Regina Elisabetta II d’Inghilterra ci pone davanti ad un evento di portata eccezionale tale da scompaginare anche uno degli appuntamenti in programma proprio in questa giornata. Per alcuni può suonare distopico parlare del restyling del Tg1, fuori contesto, ma noi d’altronde siamo una rivista televisiva e di questo ci occupiamo.
Dunque spostiamo per qualche istante l’attenzione sul nuovo Tg1 di Monica Maggioni (qui TvBlog vi aveva anticipato la news), un telegiornale che aveva in programma una presentazione pomposa, lanciata con una campagna di promozione nell’arco della giornata, sin dal mattino.
Un nuovo spazio per raccontare il mondo, per andare insieme a voi dentro quello che succede ogni giorno. Il Tg1 cambia volto, studio e modalità di racconto. Parte dalla sua storia e cammina verso il futuro.
Quando attorno alle 13:50 Sonia Sarno ha letto i primi dispacci di agenzia, nessuno poteva pensare a quale piega avrebbe potuto prendere il pomeriggio. La direttrice ha cercato di intuire qualche sarebbe stata la strada da percorrere nelle ore decisive, in bilico tra tanti rumors e poche certezze. A La vita in diretta, in collegamento proprio dal nuovo studio, aveva provato ad alzare l’asticella dell’attesa focalizzandosi sulle novità in arrivo, mostrando uno spicchio di quest’ultimo.
“Ci vediamo all’edizione delle ore 20” diceva la direttrice, erano le 18:30. Alle 19:28 Alessio Zucchini compare per la prima finestra delle anticipazioni del TG, elencando i titoli da approfondire oltre la notizia del giorno. Pochi minuti dopo arriva la notizia della morte della regina. Altro che presentazione, altro che illustrazioni, non è tempo di festeggiare. Nessuno lo avrebbe immaginato così, ma la cronaca impone il suo diktat ed accantona con forza l’autocelebrazione sfruttando sin da subito la potenza di uno studio diviso in due set, una metà per gli speciali e per l’edizione mattutina del telegiornale compreso il contenitore Tg Unomattina.
La Maggioni conduce da un ampio tavolo con delle ring light poste ai bordi di esso. Può ospitare da due a 6 persone. Alle sue spalle compare un rettangolare ledwall sulla quale possono essere proiettate immagini generiche o (com’è capitato) le immagini in diretta dai circuiti nazionali e i collegamenti con gli inviati. Ai lati, immancabili, delle piccole torri di ledwall sostenuti nel retro da dei pannelli trasparenti (e non) di colore blu ad accompagnare, arredare ed imbellire la scenografia.
La telecamera posta su un carrello sopra lo studio ha la possibilità di offrire un’inquadratura totale degli ambienti. Può adattarsi a qualsiasi situazione e si comporta come un ponte tra il lato A e il lato B dello studio. Si tratta di uno spazio rinnovato e decisamente più ampio, probabilmente mai avuto nella storia del Tg1. Questa stessa inquadratura ci permette di guardare a occhio nudo i movimenti degli addetti tra cameraman e tecnici, uno spicchio della Rai all’opera. Buona trovata.
Ci rechiamo nella zona di conduzione delle edizioni classiche, sfruttata ben poco durante lo speciale (durato la bellezza di tre ore e mezza).
Il conduttore si trova su un tavolo che anche in questo caso è abbondantemente ampio per ospitare (anche Amadeus per gli annunci su Sanremo) a forma di “L”. Una metà del piano ha i vetri oscurati per nascondere i monitor di servizio, l’altra metà è di colore grigio chiaro, pure qui non manca una striscia di luci bianche ai bordi.
Alle sue spalle il conduttore (o la conduttrice) ha un trionfo di ledwall di proporzioni davvero importanti. La possibilità è quella di avere diverse vedute di questa parte di studio, soprattutto laterali com’è accaduto nell’edizione notturna dell’8 settembre. Ma sarà con la conduzione in piedi che si vedranno le potenzialità dello studio.
La pavimentazione non ha nessun mappamondo da mostrare come la vecchia scenografia, ma è molto semplice, un grande cerchio grigio effetto tappeto incastonato su un’altra pavimentazione più lucida.
Un plauso va alla nuova sigla. Il motivetto storico del telegiornale è stato cambiato da uno stacco decisamente più moderno.
Il mappamondo tridimensionale torna prepotentemente protagonista e riprende a tratti le stesse animazioni dei fratelli Tg2 e Tg3. Il logo modificato riprende il marchio mantenuto dal 2004 al 2014. Dunque il numero “1” è stato ridimensionato accorciandone la sua lunghezza e compattandolo alle lettere “t” e “g” che si slegano in un gioco ben visibile sul finale della sigla. Per tutta la durata del telegiornale il logo non compare più in basso a sinistra degli schermi, bensì a destra.
La stranezza che costituisce un precedente nella storia del Tg1 è che il restyling nella sua versione classica (per cause che ormai conosciamo) è stato addirittura anticipato da due sigle perfino rare: quella dell’edizione straordinaria e dello speciale. La versione classica della sigla e quindi la prima edizione normale del telegiornale di Rai 1 è stata svelata attorno alla mezzanotte, ovvero l’ultima edizione di una giornata che Monica Maggioni e l’intera squadra del Tg1 difficilmente dimenticheranno.