Tg1, nuovi volti alla conduzione. Tornano Busi e Ferrario
Cambi di mezzibusti nelle varie edizioni del notiziario di Rai1.
Vengono confermate in ampia parte le indiscrezioni di Italia Oggi che qualche giorno fa vi abbiamo raccontato su TvBlog e che riguardano il nuovo corso del Tg1 con direttore Mario Orfeo.
Dopo i dissapori con l’ex direttore Augusto Minzolini (ormai proiettato in politica nel Pdl), tornano ad avere spazio Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario. Alla prima sono affidati gli speciali, lasciati da Monica Maggioni promossa alla direzione di Rainews, mentre la seconda sarà la corrispondente da New York.
Ma ci sono novità che riguardano anche i volti dei conduttori, in linea con lo stop ai doppi incarichi fortemente voluto da Luigi Gubitosi. Susanna Petruni da lunedì prossimo lascia la conduzione delle ore 20 mentre resta vicedirettore. Francesco Giorgino rinuncia alla guida del politico (che passa a Mario Prignano, coadiuvato da Costanza Crescimbeni e Maria Soave), ma rimane il mezzobusto dell’edizione serale.
Per quanto riguarda il Tg1 delle 13.30 lascia la conduzione il capo degli esteri, Nicoletta Manzione; ad alternarsi con Marco Frittella e Francesca Grimaldi ci saranno Alberto Matano ed Emma D’Aquino.
Alla conduzione del notiziario delle 17 devono rinunciare il caporedattore centrale Leonardo Sgura e il capo della società Marco Franzelli; al loro posto Valentina Bisti, Alessio Zucchini e Elisa Anzaldo.
Anche Filippo Gaudenzi, caporedattore centrale e capo della cronaca, non apparirà in video.
Tg1 2013, ecco i volti dei nuovi mezzibusti
Ricordiamo che sono stati nominati due nuovi vicedirettori: Raffaele Genah e Andrea Montanari. Essi affiancano Fabrizio Ferragni, Susanna Petruni e Gennaro Sangiuliano. Il nuovo quirinalista (al posto, appunto, di Montanari) sarà scelto dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
Tra le novità annunciate (è cambiata anche la sigla) dell’era Orfeo anche lo stop ai panini, la formula introdotta da Mimun con la quale i servizi politici vengono chiusi dalle dichiarazioni di governo e maggioranza, ridimensionando così lo spazio destinato alla opposizione.