Tg1, M5S chiede dimissioni del direttore Mario Orfeo
Il M5S protesta per un servizio trasmesso dal Tg1 delle 20 venerdì scorso.
Dopo la presa di posizione di Rocco Casalino, responsabile comunicazione M5S al Senato, arriva l’interrogazione parlamentare e la richiesta di dimissioni di Mario Orfeo, direttore del Tg1. A firmarla Dalila Nesci, Alberto Airola, Mirella Liuzzi, Lello Ciampolillo, Gianni Girotto, componenti M5S della Commissione di Vigilanza Rai. La questione riguarda il servizio trasmesso dal Tg1 (dal minuto 7.20) lo scorso 22 agosto nell’edizione serale a proposito del videomessaggio di Beppe Grillo e delle dichiarazioni di Alessandro Di Battista sull’uccisione di Foley.
L’interrogazione si apre con il riferimento all’articolo del Testo Unico della Radiotelevisione nel quale si legge che “sono principi fondamentali del sistema radiotelevisivo la garanzia della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, la tutela della libertà di espressione di ogni individuo, inclusa la libertà di opinione e quella di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza limiti di frontiere, l’obiettività, la completezza, la lealtà e l’imparzialità dell’informazione, l’apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose”. Quindi continua:
Nel corso dell’edizione serale delle ore 20 del Tg1 del 22 agosto, a parere dell’interrogante è andato in onda un servizio che clamorosamente distorce la realtà dei fatti, contravvenendo ai succitati principi. La questione tocca un argomento profondamente delicato: l’assassinio-esecuzione da parte dei jihadisti del giornalista statunitense James Foley e la guerra al terrorismo condotta dalle forze occidentali.
Il mezzobusto Alberto Matano affermava: «E sull’atteggiamento da tenere con gli islamisti dell’Isis i Cinque Stelle sono di nuovo nella bufera. Grillo dice: “non è vero che dialoghiamo con i terroristi”, ma Di Battista insiste: “Foley è stato ucciso dall’imperialismo americano”». La dichiarazione di Matano è assolutamente falsa e non rispondente alla realtà dei fatti. Nel post menzionato Di Battista sviluppa un altro tipo di ragionamento secondo il quale violenza genera violenza e, anzi, definisce l’esecuzione «indecente, barbara, inaccettabile»
E’ evidente l’assoluta discordanza tra quanto scritto da Di Battista e la ricostruzione di Alberto Matano secondo cui il deputato avrebbe detto che «Foley è stato ucciso dall’imperialismo americano».
Più che una “dichiarazione assolutamente falsa e non rispondente alla realtà dei fatti”, a dir il vero, quella di Matano è una semplificazione giornalistica di un post su Facebook in un titolo-lancio di un servizio. Ma il M5S ne ha anche per la giornalista che ha firmato il servizio:
Stesso atteggiamento inveritiero e assolutamente lontano dai fatti è stato tenuto dalla giornalista Claudia Mazzola nel servizio andato poi in onda che, inzialmente, riprende un videomessaggio di Beppe Grillo durante il quale si toccano diverse questioni (dalla crisi economica allo stato drammatico del nostro Paese). Di undici minuti, però, la Mazzola riprende soltanto 15 secondi, riportando esclusivamente le parole rivolte al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, oscurando tutto il resto e dichiarando, falsamente: «undici minuti di videomessaggio conditi di insulti al premier». In riferimento al post di Alessandro Di Battista dichiara la Mazzola: «se l’intenzione di Grillo era quella di chiarire da che parte sta il Movimento nella lotta al terrorismo, l’operazione riesce a metà. Ad azzopparla ancora Di Battista con questo nuovo post: “penso che la violenza sia figlia in parte della violenza dell’imperialismo americano. La violenza porta violenza”, scrive il deputato grillino». Fanno seguito, poi, le dichiarazioni critiche e contrarie di tutte le forze politiche senza che invece venga dato il minimo diritto di replica allo stesso MoVimento Cinque Stelle.
Un servizio presentato e sviluppato in questo modo offre un resoconto falso che veicola al cittadino-telespettatore un concetto assolutamente distorto. La disinformazione di cui si è reso protagonista il Tg1 è di una gravità assoluta.
Più ragioni sembrano avere i pentastellati in questo caso, sebbene sia assurdo negare gli insulti rivolti al premier (visto che Renzi viene definito da Grillo anche “ebetino, bugiardo, falso, ipocrita, cartone animato”). Infine arrivano le richieste per la presidente Rai Anna Maria Tarantola:
Si chiede di sapere:
– quali provvedimenti intenda assumere nei confronti del mezzobusto Alberto Matano e della giornalista Claudia Mazzola;
– se non ritenga opportuno sollevare dall’incarico il direttore del Tg1 Mario Orfeo, primo responsabile di una palese disinformazione, in evidente contrasto con i principi di imparzialità e oggettività dell’informazione, ricordati in premessa;
– quali azioni intenda assumere affinché venga garantita al cittadino una maggiore obiettività dell’informazione.
Insomma, il M5S chiede una punizione per i due giornalisti (che sui social, per ora, non commentano) e le dimissioni di Orfeo. Su Twitter il vicesegretario Udc Antonio De Poli ha definito Il Movimento Cinque stelle “il Tribunale dell’Inquisizione”. In difesa dei giornalisti coinvolti sono intervenuti anche Monica Giandotti e Giulia Innocenzi.
richiesta licenziamento orfeo mazzola matano roba da editto bulgaro. Fuori i partiti (et similia) dalla rai!
— monica_giandotti (@la_giando) 25 Agosto 2014
Vorrei vivere in un paese dove un partito non chiede di licenziare un giornalista.Non supereremo così il Ghana per libertà d'informazione
— Giulia Innocenzi (@giuliainnocenzi) 25 Agosto 2014
Fa loro eco l’europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi, secondo la quale Claudia Mazzola “con molta professionalità e correttezza” ha semplicemente ” riportato le posizioni dei vari esponenti politici”:
E che avrebbe dovuto fare, l’agiografia di Di Battista?
Sabato scorso era stato lo stesso Tg1 a dare conto del “volgare attacco” del M5S e “dell’ex protagonista del Grande Fratello” Casalino (dettaglio ricordato non a caso) al telegiornale di Rai1, dedicando a tale polemica un servizio (lo potete vedere in apertura di post). Nelle prossime edizioni scopriremo se Orfeo si difenderà pubblicamente, se ignorerà la notizia o se il suo telegiornale se ne occuperà in maniera ‘neutrale’.