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Tg1 contro i videogiochi

Il servizio del Tg1 contro i videogiochi dopo la strage di Oslo. Nasce il Movimento contro la disinformazione sui videogiochi.

26 Luglio 2011 21:08

Il Tg1 contro i videogiochi l’avevano raccontato ieri i colleghi di Gamesblog. Ora nasce anche un Movimento contro la disinformazione sui videogiochi.

I fatti. In Norvegia, uno squilibrato cristiano di estrema destra, Anders Behring Breivik, compie una vera e propria strage: Breivik (non si sa ancora se con o senza complici) piazza una bomba al Regjeringskvartalet, quartier generale del governo a Oslo. L’esplosione uccide sette persone e genera molti feriti. Poi, due ore più tardi ad un campo di giovani organizzato dall’organizzazione giovanile (AUF) del Partito Laburista Norvegese (AP), sull’isola di Utøya a Tyrifjorden, Breivik (probabilmente da solo) si scatena in una vera e propria caccia all’uomo, armato: uccide almeno altri 68 giovani.

Poi c’è un fatto marginale: Breivik è appassionato di videogiochi. Il che, vista la quantità di cose da raccontare, non dovrebbe nemmeno essere una nota a margine, per un telegiornale che parli dell’argomento. E invece, il Tg1 confeziona un servizio (quello che vedete qui in alto), bollando i videogiochi come una passione pericolosa. Il servizio viene introdotto in studio da Francesco Giorgino che, parlando di Breivik, di cui si cerca di tracciare un profilo, dice: Colpisce soprattutto la sua passione per i videogiochi violenti (quindi, non il fatto che fosse un fondamentalista cristiano di estrema destra, per esempio). Il servizio prosegue come potete vedere, in una maniera da lasciare allibiti.

Ora nasce sul web – e ci pare giusto darne conto, perché ancora una volta la rete si trova a tirare le orecchie alla tv – questo Movimento, sulla cui pagina Facebook si leggono alcune sacrosante considerazioni in merito. Che vi propongo, mentre rifletto sulla necessità della nascita di un movimento contro la disinformazione tout court.

Sarebbe anche da far presente che ormai moltissimi individui sono cresciuti, o stanno crescendo usando videogiochi e non hanno fatto e non andranno a fare stragi. Non è un argomento molto intelligente, anche se è parecchio diffuso nel nostro ambiente.

Il discorso è molto più semplice: se dessimo alle passioni o all’ideologia di Breivik un peso identico, allora dovremmo pensare che anche il suo essere un cattolico lo abbia spinto al massacro. Dichiariamo guerra al Vaticano? E vogliamo parlare della musica classica? Hitler era un grande appassionato di musica classica e di pittura figurativa, eppure non mi sembra che dopo la Seconda Guerra Mondiale qualcuno abbia chiesto di mettere sotto chiave la Gioconda o abbia vietato Wagner. Anche Breivik è un appassionato di musica classica, ma in coscienza vogliamo e possiamo dare alla bellezza della musica la colpa di un massacro?

La questione è molto complessa e non è il caso di mettersi a psicanalizzare Breivik con i pochi elementi a nostra disposizione. Anche perché nelle prossime settimane di psicologi e psichiatri d’accatto che tenteranno di spiegare i suoi moventi ce ne saranno a bizzeffe.