Tg La7 Diario Politico, i ‘giochi di Palazzo’ sono il miglior game show della Rete
Enrico Mentana racconta la nuova legislatura con Tg La7 Diario Politico, il miglior game show (nonché soap e mystery novel) della tv.
Dopo la Maratona Elettorale del 25 e del 26 settembre scorso, Enrico Mentana torna nel daytime di La7 con Tg La7 Diario Politico, finestra sull’attualità politica per seguire i primi passi della nuova legislatura. Si comincia alla vigilia delle prime sedute di Camera e di Senato, previste per giovedì 13 ottobre (rispettivamente alle 10.00 e alle 10.30) per eleggere i Presidenti delle due Camere ed è subito corsa al retroscena, al racconto di quanto si agita nei Palazzi prima della prima apparizione pubblica nel nuovo Parlamento. Riposizionati Alessandra Sardoni e Paolo Celata nei punti nevralgici e aperto lo studio ai commentatori e amici di sempre, Enrico Mentana offre il live show migliore che si possa avere: il backstage del lavoro del giornalista politico, tra messaggi inviati alle fonti e risposte rubate soprattutto ai meno scafati uomini delle seconde file, corvee di vedetta agli ingressi dei Palazzi e delle sedi di partito e inseguimenti alla ricerca della dichiarazione inattesa. Un lavoro che si svolge sotto gli occhi dei telespettatori sia al di fuori che nello studio stesso, con il direttore Mentana che tesse le fila di un racconto che si gioca sempre sul filo del giallo e del mistero da una parte, così come della competizione tra fonti e lucidità di analisi dall’altra.
Questa prima puntata del Tg La7 Diario Politico si muove prevalentemente intorno a un annunciato e – sembrava – pacifico vertice a tre della Maggioranza per stabilire i presidenti di Camera e Senato: non proprio una questione di poco peso, dal momento che si inserisce in un più ampio equilibrio al milligrammo che coinvolge ministeri e incarichi di Governo. Ecco che il totonomi passa in secondo piano quando gli indizi raccolti dai giornalisti in campo e in studio portano a un turning point inatteso: Salvini non è alla riunione con Berlusconi e Meloni, che invece si incontrano e si salutano dopo un’oretta mentre Salvini è altrove. Un altrove presidiato dai giornalisti che non lo vedono uscire. Cosa succede? Cosa vuol dire? Meeting saltato? Incontro a due? Chiacchierata a distanza?
E inizia il giallo, il mystery game, la caccia al perché. Un gioco che si alimenta della stessa tv, come emerge con chiarezza quando arriva dalla Lega una nota ufficiale con tanto di foto a corredo che mostra Salvini e Giorgetti insieme al lavoro su ‘alcuni dossier’. Come a dire che Salvini è impegnato e che proprio Giorgetti potrebbe conquistare il Ministero dell’Economia e Finanze. Una dichiarazione che sembra arrivare sull’onda della diretta di Mentana che da più di un’ora nel suo Tg La7 Diario Politico sta ricostruendo i movimenti del Segretario della Lega e sta dando conto con i suoi ospiti di un meeting a tre diventato di coppia. Solo lui, di fatto, è in diretta a ricostruire gli eventi e di conseguenza quella nota – con tanto di foto – sembra fatta apposta per ‘tacitare’ il mystery game che tanto piace al Mentana maratoneta. D’altra parte conflitto, competizione e mistero sono gli ingredienti stessi della narrazione, le basi della conquista dell’audience.
E così assistiamo a un mix di soap, giallo, reality show, game shoe: lo ‘squid game’ dei papabili della Maggioranza si incrocia con le ‘strategie’ dei leader, tra messaggi in codice e dichiarazioni incaute, tra ricatti e mediazioni, in quello che è davvero un gioco complicato dalle regole ferree che bisogna saper giocare. E noi assistiamo a tutto questo da casa attraverso il racconto dei mediatori, che sono essi stessi protagonisti e fautori di un gioco che si consuma su più tavoli, in più location, con diversi protagonisti e con diversi montepremi da vincere. E visto che noi, in fondo, siamo parte del montepremi – oltre ad essere ‘prosumer’ della politica stessa – non stupisce che questo sia il game show più interessante da seguire in tv. Non solo su La7.