Tg La 7: giornalisti in agitazione, gli ascolti volano, ma l’azienda non concede aumenti
L’assemblea dei giornalisti del Tg La 7 è in stato di agitazione: chiedono adeguamenti al contratto nazionale che TI Media non concede
Prima dell’avvento di Enrico Mentana il Tg La 7, aldilà della qualità del prodotto giornalistico, era su livelli di audience davvero bassi, molto vicini a quelli di tutta la rete in quel periodo. Proprio per questa ragione i giornalisti avevano accettato una serie di deroghe al contratto nazionale sugli orari con retribuzioni più basse, ma la situazione è molto cambiata da allora. Anche l’edizione senza Mentana alla conduzione raccoglie un dignitoso 6% che sale al 10% quando l’ex direttore del Tg5 compare in video.
L’azienda però non ha risposto alle sollecitazioni dei giornalisti che chiedono di “monetizzare” (anche in termini di diritti e benefit) il successo del Tg. A questo punto l’assemblea ha proclamato all’unanimità lo stato di agitazione chiedendo:
all’azienda immediati chiarimenti sulle questioni rimaste aperte a cominciare dall’accantonamento del Tfr e dall’applicazione del contratto di solidarietà; giudica non più tollerabile la disapplicazione di norme previste dal contratto nazionale e dagli accordi aziendali (lavoro notturno, ticket, etc.); chiede ancora una volta di conoscere il piano di sviluppo tecnologico e industriale e quello editoriale mai presentati; esprime grande preoccupazione per la decisione dell’azienda di rescindere anticipatamente il contratto per la fornitura di contenuti a Telecom Italia, una scelta che pone seri interrogativi sulla futura collocazione de La7 oltre che sulle reali intenzioni di valorizzare i prodotti editoriali di una rete e di una testata che vivono una stagione di successi senza precedenti. L’assemblea chiede di aprire un tavolo per l’adeguamento delle retribuzioni – le più basse nel panorama televisivo e delle grandi testate nazionali – e l’introduzione del premio di risultato per i giornalisti (gli unici dipendenti del gruppo Telecom che non lo percepiscono); ribadisce anche la necessità di aprire un confronto urgente con direzione e azienda sugli spazi dell’informazione, sul ruolo e sulla qualità della professione giornalistica, sui mezzi e le risorse a disposizione della testata
L’assemblea ha dato mandato al Cdr perché “affronti con urgenza i temi in oggetto” esplorando ogni via sindacale (quindi anche lo sciopero) e se necessario le vie legali.