I consigli di TvBlog
Home Notizie Telefilm Festival 2011 – Tamarri si nasce o si diventa? Incontro col cast

Telefilm Festival 2011 – Tamarri si nasce o si diventa? Incontro col cast

L’incontro col cast di Tamarreide al Telefilm Festival 2011

pubblicato 29 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:21


Si è parlato anche di tamarri, ieri, al Telefilm Festival quando, al Cinema Apollo, sono arrivati i ragazzi di “Tamarreide”. Claudio, Manuel, Marika & Co. (c’era anche la new entry Ketty) erano accompagnati da Fiammetta Cicogna, Cristiana Farina (ad di Maddoll), Alberto D’Onofrio, regista del programma, e da Alberto Abruzzese, Professore ordinario di sociologia all’ Università Iulm di Milano.

A prendere la parola subito è stato proprio Abruzzese, che ha dato una definizione di tamarri andando a giustificare le loro scelte e criticando chi ha dei pregiudizi verso di loro:

“Dire chi sono i tamarri è complicato, sono tribù che lavorano su stesse, hanno alle spalle altre esperienze, puntano sul proprio abbigliamento, sul linguaggio, sul costruire la loro differenza, lavorano sull’eccesso. E’ sbagliato esprimere dei giudizi sostenendo che sono eccessivi, perchè è il loro linguaggio per criticare la normalità.”

“I loro contrassegni non sono esclusivi, nel senso che molti si fanno i tatuaggi, curano il corpo, vanno in palestra, ma tutte queste cose messe insieme fanno una configurazione originale. Come lo chiamereste D’Agostino quando si veste in maniere particolare? Fa un’operazione come quella che fanno i tamarri, si tratta della rappresentazione di sé stessi. Credo che sbagliano quelli che sollevano una questione morale ed estetica.”

TamarreideCristiana Farina ha invece spiegato come è arrivata ad occuparsi del programma:

Vengo dalla fiction, ho scritto la prima soap opera italiana, “Un posto al sole”, ho imparato lì a gestire gruppi di numerosi personaggi con una serie di storie da raccontare ogni giorno. Poi sono passata alla costruzione del daytime del primo Grande Fratello. Dovevo costruire le storie dei ragazzi e lì mi sono innamorata: mandavano in onda quello che accadeva, era impossibile scrivere le storie dei ragazzi per una soap, perché e avrebbero censurate.

Quando Alberto (D’Onofrio, ndr) mi ha proposto Tamarreide sono rimasta affascinata. E’ stato usato lo stesso modello di scrittura della soap, ma qui possiamo provocare, strutturare altre storie. I personaggi sono stati scelti con delle selezioni dopo dei sottopancia andati in onda. Ricordo che Antonio era venuto in ufficio con un amico che lo aveva costretto a partecipare. Gli ho chiesto ‘Siete venuti leggendo il sottopancia?’ e lui ‘No, in autobus…’.”

Alberto D’Onofrio, abituato ai documentari, spiega come sia nata l’idea di “Tamarreide”:

“Faccio documentari da tanti anni, ho fatto un documentario seriale sulla vita notturna dieci anni fa, c’erano le storie di dieci persone di vario tipo. Poi ho fatto varie docusoap dove si seguivano quattro-cinque persone, ma la vera docusoap è questa. Ho pensato a Tamarreide quando tre anni fa, lavorando a Torino, ho capito chi erano i tamarri. Mi dicevano ‘Non andare in questo posto perché ci sono i tamarri’, ma col tempo mi sono diventari simpatici. I ragazzi di Tamarreide sono dei ragazzi di strada. Quando ho incontrato Cristiana abbiamo iniziato a lavorare al progetto per cinque mesi.”

Quindi, ha sottolineato le differenze con lo show che più di altri somiglia a “Tamarreide”, ovvero “Jersey Shore”:

“Jersey Shore mi piace quest’anno, prima era macchinoso. Ma è chiaramente scritto, non possono succedere le cose che succedono senza essere scritte. La docusoap che abbiamo fatto noi è aderente alla personalità dei ragazzi. Io decidevo la mattina la scaletta con gli autori, perché fino alle cinque di notte succedeva di tutto: amicizie, gelosie, liti… Parlavo con gli autori e decidevo che girare. Quello che si vede è vero, ma non è un reality. Dicevo a loro di reagire a quello che succedeva, anche con chi incontravano. Credo che questa sia la differenza con i reality. Con loro ho avuto un rapporto bello, non volevo essere troppo vicino ma alla fine giocavamo insieme a calcio.”

E’ stata Fiammetta Cicogna a raccontare, invece, come abbia deciso di condurre il programma, volendo cercare di capire meglio questo mondo:

“La proposta l’ho trovata molto allettante, anche perché sono una ragazza troppo curiosa per fermarmi e puntare il dito. La mia mamma, che è conosciuta come altezzosa, mi ha cresciuta con un cartello davanti al gabinetto con scritto ‘Saranno grandi Papi, saranno grandi re, ma quando qui si siedono son tutti come me’…Quindi trovo stupido non cercare di capire perché si diventa differenti e dare giudizi senza conoscere quello che si conosce dietro le persone. Nasciamo tutti da qualcosa di splendido e poi la vita ci porta su strade differenti.”

Cosa vuol dire tamarro per Fiammetta?

“Tamarro per me è libertà, ho trovato questi ragazzi liberi, ma anche finti liberi, hanno un eccesso di modo, tutto quello che è moda lo portano all’eccesso. Sono sinceri, genuini, nel loro presentarsi hanno mostrato il loro peggio, ma dalla terza puntata iniziano a cambiare ed a mostrare altro, viene fuori il lato vero, iniziano a giustificare i loro comportamenti e qui viene fuori il motivo per cui al gabinetto siamo tutti uguali.”

Poi, è stata introdotta Ketty, nuova entrata nel programma dalla prossima puntata, dopo l’uscita di Angelica. Per lei, una bella esperienza nonostante qualche difficoltà:

“Per me è stato difficile perché arrivo da un percorso diverso, non frequento persone come loro. E’ stato figo però, perché alla fine abbiamo condiviso la voglia di libertà, non avere paura di esprimersi, non avere la paura di scaldarsi e di mandare a quel paese qualcuno. Io il senso di libertà lo vivo in modo banale, avendo preso una laurea di Sociologia, ed avendo partecipato ad uno degli esperimenti più riusciti dal punto di vista televisivo. La laurea l’ho chiusa in un sacchetto e mi sono messa a fare cose che non la laurea non c’entravano niente. Con loro sono stata bene, non avrei scommesso su di me e loro, ovviamente ho subito litigato con Cristiana ma poi abbiamo chiarito.”

Infine, la domanda d’obbligo sulle serie tv preferite dai protagonisti del programma: a maggioranza vince “Happy Days” con l’idolo Fonzie, ma non sono mancati “Nip/Tuck”, “Gossip Girl”, “Lost”, “Chips” (definiti “Chipster” da Claudio) e “South Park” (per Antonio “Sotto Park”).