TALENTI, IDEE, FUNERALI…SHOW
In queste settimane sono stato impegnato a fare alcune lezioni ai giovani sceneggiatori che frequentano il corso della Rai (va avanti da almeno dieci anni) e le ho fatte in compagnia di Morricone, il regista Stefano Reali, Massimo Ghini, lo sceneggiatore Sermoneta, il produttore Alessandro Jacchia, Franco Casellato grande esperto di post-produzione, e altri interessanti
In queste settimane sono stato impegnato a fare alcune lezioni ai giovani sceneggiatori che frequentano il corso della Rai (va avanti da almeno dieci anni) e le ho fatte in compagnia di Morricone, il regista Stefano Reali, Massimo Ghini, lo sceneggiatore Sermoneta, il produttore Alessandro Jacchia, Franco Casellato grande esperto di post-produzione, e altri interessanti figure di lavoro tra cinema e tv. Sarebbe utile, credo, parlarne a lungo perchè gli incontri sono stati fecondi e ce n’è bisogno nella fiction, sempre in bilico tra grandi ascolti e mediocrità, fra proposte parzialmente riuscite e almeno curiose, e proposte da dimenticare. Ma non è questa la sede. Sono però disponibile a fornire elementi a chi lo desidera e si esprime attraverso i commenti.
Sempre in questi giorni ho preso parte un intenso convegno alla Sapienza di Roma dove, alla Facoltà Scienze delle Com, si è inaugurata una iniziativa che si chiama Fiction Day e che sarà proposta ogni anno, a cura di Mario Morcellini (preside della Facoltà) e di Milly Buonanno (che guida da anni un documentatissimo osservatorio sulla fiction che pubblica libri e organizza appuntamenti di riflessione. I nomi che vi hanno partecipato sono numerosi e importanti. Ne faccio solo alcuni: Giovanni Bechelloni, Luca Milano (Rai), Giancarlo Scheri(Mediaset),Nils Hartman (SkyCinema), Fabrizio Salini (Fox), Eleonora Andreatta(Rai), Carlo Bixio (il produttore dei “Cesaroni”), Gianandrea Pecorelli (il produttore della “Notte prima degli esami”) e, tralasciando qualcun altro pur valido, Giovanni Minoli (“Un posto al sole”, “Agrodolce”), Carlo Freccero (RaiSat, attendo alla fiction americana e non solo).
Infine, mi imbatto nel titolo del nostro TvBlog, Guida Tv filmata, che recita così: “E’ già stato detto tutto? la tv è morta? l’intrattenimento è morto?…Forse le idee sono morte?”. Svolgimento del pacchetto- tema: ragazzi che giocano con la pistola, cazzeggiano, e alla fine la pistola funziona…fine. Una piccola fiction.
Non sarà, anzi non è, nè vuole essere un capolavoro, questa breve fiction a camera fissa. Certo. E’ spiritosa a suo modo. Ma contiene aspetti interessanti. Tarantino si è ormai piantato nelle nostre teste e non se ne andrà per lungo tempo, anche se bisogna essere preparati alle delusioni che può dare e che non sono mancate. Tarantino è tuttavia un passato prossimo. Cosa saranno cinema e tv dobbiamo impararlo ancora e ci dobbiamo liberare di molte cose, intanto. Della leggenda del cinema (resta leggenda e l’amiamo); della fiction pedagogica (dai decrepiti sceneggiati tratti dai classici che vivono una leggenda minore alle biografie di papi, santi, santini, padri della patria, leggende nel cellophane delle devozioni- le vorremmo più vive e ,come dire, croccanti); della leggenda del telefilm americano (nato proprio per tradire le vecchie leggende e che adesso rischia di cadere nel passato non più prossimo ma remoto, nella tv oggi i tempi stringono).
Insomma, sarebbe bene che prendessimo una purga mentale per liberarsi di fedi, modelli, richiami che servono se vengono presi e lasciati, e ci si mette a giocare con le telecamere e con le pistole giocattolo, nel senso che lo scenario, a mio avviso, reclama dell’altro.
Ossia una bella serie di funerali pensati e senza fiori, tante opere di bene (scherzo) che il pubblico più giovane – spettatori che vivono nel’epoca dei talent show e della esasperata ricerca di talenti,e di un’altrettante esasperata voglia di sfruttarli – si mettano a giocare e poi, rapidamente, a fare sul serio.
In conclusione: serve pazienza, non è stato detto nulla sul tempo in cui viviamo, la tv non è morta ma si evolve (e parti di esse sono
andate in cancrena senza rimpianti), l’intrattenimento non è morto, anzi ce n’è un gran bisogno perchè è un valore in sè, se cercato e fatto come si deve. No, le idee non sono morte. Mancano. Anche un gioco di pochi minuti, camera fissa, giocattoli da mocciosi diventa così un ironico, “disperato” grido…sappiamo, consentiteci di prenderci e prendervi in giro. Poi, se nel caso, ne parliamo.
Italo Moscati