Talent show mania: Emma li difende, Elisa li “rifiuta”
Anche questa settimana il dibattito sui talent show ha infuocato i media. Può essere interessante, perciò, ripercorrerne le posizioni salienti. Lo scontro più interessante è avvenuto su RaiDue sotto la supervisione attenta di Pierluigi Diaco. Al Maurizio Costanzo Talk si scontravano, infatti, i cantanti di ieri con quelli di oggi. A rappresentare i talent non
Anche questa settimana il dibattito sui talent show ha infuocato i media. Può essere interessante, perciò, ripercorrerne le posizioni salienti. Lo scontro più interessante è avvenuto su RaiDue sotto la supervisione attenta di Pierluigi Diaco. Al Maurizio Costanzo Talk si scontravano, infatti, i cantanti di ieri con quelli di oggi. A rappresentare i talent non poteva che essere Emma Marrone, ormai giovane opinion leader dei tempi moderni. Ancora una volta, il suo intervento di qualche giorno fa è stato piuttosto incisivo:
“A me non me ne frega niente dei pregiudizi, stanno a zero dato i fatti che sto facendo. I pregiudizi fanno più male a chi li esercita, perché le persone si negano il piacere di conoscere altra gente. Io vivo veramente con leggerezza queste cose, non voglio che le ragazze vedano in me un mito che non sono. E’ vero, io sono in televisione ma loro vedono solo quello. Io quando torno a casa c’ho da fare lavatrici, pago l’affitto e faccio la spesa come tutti gli altri. Dico sempre a ogni fan: ‘Tu non devi diventare come me, devi migliorare te stessa e ambire a molto di più di quello che faccio io'”.
A questo punto Mal e Dallara hanno rinfacciato alla Marrone che oggi non si fa più la gavetta e che lei stessa, a Sanremo, non si è presentata con una sua identità distinta dai Modà. La Marrone ha, così, risposto a tono, spalleggiata da Diaco che ribadiva l’importanza dello scouting televisivo per sopperire alle case discografiche:
“Prima di andare ad Amici io ho iniziato a cantare a 9 anni, mi sono fatta i matrimoni di mezzo Salento, i pub, le sagre. Poi prendevo il treno della notte per Milano per pagarmi le demo e tornare. Tanti giovani fanno la gavetta e non si sa. Poi il problema di oggi non sono le canzoni, ma come i ragazzi di oggi percepiscono l’amore. è l’amore che è diventato banale agli occhi della gente. Le canzoni di una volta avevano più presa perché esistevano i sentimenti veramente”.
Non è dello stesso avviso la cantante Elisa, che sul numero in edicola di Vanity Fair rifiuta il fenomeno, mostrandosi fortemente scettica sui suoi reduci:
“Rispetto i ragazzi dei talent perché hanno doti vocali eccezionali. La mia generazione, e cioè Carmen Consoli, La Crus, Subsonica, Max Gazzè ecc, francamente non aveva voci così potenti e articolate come quelle di Marco Mengoni, Emma, Noemi e Giusy Ferreri, ma aveva qualcosa da dire e lo faceva con grande determinazione. C’era un’unione sincera e commovente fra quello che eravamo e quello che facevamo, e questo aveva un peso culturale importante. Oggi è cambiata la purezza del rapporto fra il cantante e l’ascoltatore, forse soprattutto per colpa dei media. Il risultato è che questi ragazzi sanno cantare, guardare la telecamera, muoversi sul palco, ma non riesco a capire di che cosa si possano innamorare i giovani guardandoli: di una verità o di una messinscena impeccabile?”.
Osservazione lusinghiera, ma stranamente non condivisa dalla stessa mentore di Elisa, l’influentissima ex cantante Caterina Caselli. Quest’ultima, che è attualmente la talent scout del lanciatissimo Raphael Gualazzi e della promettente Erica Mou, ha anche prodotto il primo disco di Matteo Macchioni, il cantante lirico della nona edizione di Amici. Così si è espressa favorevolmente sul fenomeno, intervistata da Lorella Cuccarini nella scorsa puntata di Domenica In:
“Io lo dico sempre: il talento è democratico, quindi può essere anche e assolutamente in un talent show. L’importante è che quello è un percorso d’inizio, bisogna dopo nuotare nel mare aperto, non accontentarsi, cercare di migliorarsi. Il mondo è grande, solo il tempo sarà galantuomo e dirà se questi saranno dei talenti oppure no”.
Non resta che aspettare le prossime “variazioni” sul tema.