Carmen Di Pietro, perfetta raffigurazione di un programma in crisi
Carmen Di Pietro è diventata il fulcro di Tale e Quale Show. Ma se un programma si regge sulle gambe della sua concorrente più scarsa e improponibile, qualcosa evidentemente non va
Se un’edizione di Tale e Quale si regge sulle gambe della sua concorrente più scarsa e improponibile, qualcosa in Tale e Quale evidentemente non va. Nello show del venerdì sera di Rai 1 sta andando in scena da tre settimane il peggiore dei paradossi, ovvero quello di attendere con palpitazione l’esibizione di colei che in quel programma non avrebbe nemmeno il diritto a starci.
Sia chiaro, Tale e Quale in origine nacque proprio per i non professionisti del canto e dell’imitazione, chiamati ad impersonare artisti celebri. E stava nella loro capacità di trasformarsi la riuscita o meno della performance. Perché che un maestro delle voci sappia riprodurre Ramazzotti o Baglioni scatena nello spettatore qualunque reazione, tranne che la sorpresa.
Ben venga quindi Carmen Di Pietro, che però ad avvicinarsi al personaggio assegnatole non ci prova neanche. Anzi, il senso della sua apparizione – non dichiarato, ma quasi – sta nell’allontanarsi enormemente dall’obiettivo, andando fuori tempo e cannando la tonalità, per creare quel contrasto che dovrebbe far scattare in automatico la risata. Peccato solo che non ci sia nulla di meno comico di una gag artificiale, messa in piedi a tavolino, telefonata e programmata a monte.
E così, dopo il primo esperimento nei panni della Rettore, l’unico che mostrasse una parvenza di impegno da parte della concorrente, la trasmissione di Carlo Conti ha tentato l’all-in, abbandonando la credibilità in favore della farsa, che nessuno si preoccupa di arginare, né tantomeno di rinnegare.
Era successo già con Paolantoni e Cirilli, con una procedura simile: si annusa ciò che funziona e lo si cavalca fino all’esaurimento della batteria. Esattamente come loro, la Di Pietro di fatto non è in gara. Non gareggia, non compete, dato che i suoi 5 a raffica (voto minimo attribuibile) la relegano puntualmente in fondo alla classifica.
I sintomi, tuttavia, decretano sempre l’esistenza di una malattia. E la malattia di Tale e Quale porta il nome di saturazione. Spolpato e spremuto all’inverosimile con mille derivazioni e spin-off, il format appare giunto al capolinea e a dimostrarlo sono le difficoltà palesi ad ingaggiare dei veri vip (la Di Pietro è la più popolare, per dire) e l’esigenza di allungare il tavolo della giuria per colmare il gap sul fronte dell’intrattenimento.
E allora viva Carmen Di Pietro. Salvatrice del programma, o forse plastica raffigurazione della sua crisi.