I consigli di TvBlog
Home Tale e quale show A Tale e Quale Show non hanno capito che cosa sia il blackface

A Tale e Quale Show non hanno capito che cosa sia il blackface

La presenza di Deborah Johnson nel cast del varietà di Rai 1 passa come rimpiazzo “per un’ingiustizia” chiamata blackface. Che ingiustizia, però, non è.

15 Settembre 2021 19:38

A questo punto c’è un problema di comprensione. Un fraintendimento, un qui pro quo, un equivoco che vale la pena sciogliere prima che sia troppo tardi. Venerdì 17 settembre tornerà in onda Tale e Quale Show, il varietà di Rai 1 condotto da Carlo Conti, per la prima edizione dell‘era post-blackface. Come anticipato da Tvblog nelle scorse settimane, infatti, da quest’anno è stata abolita la pratica di tingere la pelle dei concorrenti con un fondotinta scuro per l’imitazione di persone nere. Un esercizio di matrice razzista, che affonda le radici negli Stati Uniti dell’Ottocento, diffusosi poi in Europa con l’esempio del Regno Unito.

L’eliminazione di ogni forma di blackface giunge a seguito di accese polemiche, sostenute soprattutto dai telespettatori attivi sui social, che anno dopo anno hanno ottenuto sempre maggiore attenzione, sino ad arrivare alle orecchie della rete e della produzione del programma. Una richiesta dal basso non fine a sé stessa, che nasce con lo scopo più ampio di accendere una luce sulla scarsissima presenza nello showbiz italiano di persone afrodiscendenti di pelle scura. Durante la conferenza stampa inaugurale della nuova edizione di Tale e Quale Show, tuttavia, il messaggio di apertura pare essere passato in secondo piano, in nome di una presunta “ingiustizia”. Ecco le parole del conduttore:

C’era la volontà e l’indicazione di non fare più i cantanti di colore. A me sembrava una grande ingiustizia, un grande modo per ghettizzare un genere musicale e tanti artisti. Allora la lampadina si è accesa: non possiamo prendere una persona bianca che deve interpretare una di colore? Allora prendiamo una cantante di colore e lei è Deborah, che interpreterà tutti i cantanti e le cantanti di colore.

Peccato che le critiche al programma non siano nate con un intento esclusivo, affinché venisse rimosso ogni omaggio ad artisti neri, bensì per favorire l’inclusione e scardinarsi dalle logiche iperrealiste, evocate per rispettare la bibbia del format. Un’occasione mancata per interrogarsi su un argomento di valore sociale, anche in chiave pop, mentre la cantante Deborah Johnson è stata presentata come rimpiazzo che “interpreterà tutti i cantanti e le cantanti di colore”.

“Non possiamo prenderne una bianca? Prendiamone una nera”, proposta come idea rivoluzionaria per aggirare il problema blackface, non può passare come tale, o almeno non in questi termini. Il punto di partenza è lo stesso che ci àncora all’uso di espressioni come “di colore“, che rimarcano un certo diffuso etnocentrismo, la brutta tendenza a considerare altre culture ed etnie secondo i propri modelli. Ecco che quindi la presenza di una cantante nera viene avanzata come opzione alternativa a un normalissimo cast tutto bianco, non come rinnovata attenzione verso i temi della diversity.

Anzi, se mai dovesse succedere che a Deborah Johnson venga assegnata l’imitazione di un’artista bianca, “che non si parli di whiteface“, provoca Carlo Conti durante l’incontro coi giornalisti, lasciando intendere di possedere una scarsa consapevolezza sul tema. Rinforzata dal confronto tra il proprio colore di pelle e quello dell’artista in gara, inevitabile.

https://twitter.com/Cinguetterai/status/1438101232246263809