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Supergirl, Miley Cyrus contro il titolo della serie tv (ma i produttori avevano già risposto)

Miley Cyrus ha criticato il titolo di Supergirl, credendo che possa ridurre il ruolo femminile, ma i produttori della serie tv aveva già risposto l’anno scorso alla polemica

pubblicato 12 Ottobre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 18:53

Miley Cyrus non ci sta: la cantante/attrice (è nel cast di Crisis in Six Scenes, la miniserie di Woody Allen) si è scagliata contro Supergirl, ed in particolare contro il titolo stesso della serie tv, andata in onda prima sulla Cbs e da questa stagione su The Cw. Intervistata da Variety, la Cyrus si è soffermata sull’inuguaglianza tra uomini e donne che regna ancora ad Hollywood:

“Un sacco di cose cambierebbero se avessimo un Presidente donna. Ci sarebbe una spinta del subconscio. Penso che la gente si renderebbe conto di essere antiquata”.

Per fare un esempio, prende quindi il caso della serie tv:

“C’è una serie tv che si chiama Supergirl. Credo che avere un telefilm che fa riferimento al genere sia strano. Primo, sulla locandina c’è una donna, cxxxo -non una ragazzina. Secondo, come reagiresti se fossi un ragazzino che vuole essere una ragazza? Penso che un titolo come Supergirl non dia alla serie il potere che pensa di avere”.

In realtà, si tratta di una polemica di cui si era già parlato l’anno scorso, quando, alla presentazione dello show al Television Critics Association press tour il produttore esecutivo del telefilm Greg Berlanti era stato chiaro sul fatto che il nome Supergirl avrebbe avuto un’accezione nuova:

“Sapevamo che in Supergirl avremmo potuto sottintendere un pubblico più giovane, ma ci sembrava che avremmo potuto riprendere una parola potente e renderla contemporanea, introducendola ad una nuova generazione, e dire che non significa semplicemente giovane o irrilevante. Dovrebbe essere forte ed audace. Quello era il nostro obiettivo. Una delle fortune di ciò che possiamo fare è introdurre il personaggio ad una nuova generazione e questo significa cambiare degli elementi chiave del personaggio e mantenerlo comunque integro rispetto al suo Dna”.

Poche ore dopo le dichiarazione della Cyrus, però, il produttore esecutivo Andrew Kreisberg ha sottolineato il senso di questo nome:

“E’ basata su un personaggio pre-esistente che si chiamava Supergirl, quindi non abbiamo mai avuto intenzione di chiamarla diversamente. Penso che abbiamo lavorato sodo, soprattutto nella prima parte della prima stagione, per chiarire la discrepanza. C’è una scena in cui Kara (Melissa Benoist) si lamenta sul motivo per cui non sia chiamata Superwoman e Cat (Calista Flockhart) le risponde che il termine ‘ragazza’ non è offensivo. Continuiamo ad essere orgogliosi del nostro show, di Melissa, del personaggio che interpreta e dell’eroina che rappresenta. Sosteniamo lo show”.

“Per noi, l’elemento più femminista della serie è Kara stessa, ciò che fa di settimana in settimana, le sfide che affronta e come le affronta sia mentalmente che fisicamente”, ha aggiunto Kreisberg. “La miglior dichiarazione sull’avere un forte personaggio femminile in televisione non è parlarne, ma mostrarlo”. Ed anche così, Supergirl si è fatta valere.

[Foto da EntertainmentWeekly]