SuperBoll: il primo preserale flop di Canale 5
In tempi di magra per il preserale di Canale 5 è tempo di bilanci. Dopo aver riesumato L’Imbroglione, antesignano di Jackpot nel preserale sperimentale estivo, e aver ricordato In Bocca al lupo – che sta spopolando su Youtube con video dell’ultima ora – è la volta di commentare l’inizio di ogni disgrazia per Mediaset. Dopo
In tempi di magra per il preserale di Canale 5 è tempo di bilanci. Dopo aver riesumato L’Imbroglione, antesignano di Jackpot nel preserale sperimentale estivo, e aver ricordato In Bocca al lupo – che sta spopolando su Youtube con video dell’ultima ora – è la volta di commentare l’inizio di ogni disgrazia per Mediaset. Dopo i fasti di Tira e Molla e prima che cominciasse l’impero Scotti è stato proprio lui, il mattatore più acclamato del momento, ad affossare una delle fasce più strategiche per la tv commerciale.
Stiamo parlando di Fiorello e del suo indimenticato, tragico, fallimentare Superboll. Il 24 settembre 1998 è partito dalle 18.30 alle 20.00 questo nuovo contenitore di giochi e di musica. A fianco di Fiorello nella duplice veste di conduttore e autore, la primadonna di Che tempo che fa Filippa Lagerback, per la prima volta in tv, e i due ‘notai’ Gianfranco Monti e Alberto Lorenzini. Alla produzione si stagliava il nome di Luca Tiraboschi, oggi direttore di Italia 1. E’ lo stesso showman, in una recente intervista, ad aver commentato quell’esperienza in occasione del suo accostamento al toto-Affari tuoi:
“Dopo Superboll (che feci alcuni anni fa e che vedevamo solo io e mia madre) ho capito che i quiz non fanno per me. Ho preso una tranvata”.
E’ da quel lontano 1998 che il re delle incursioni ha confermato di non essere tagliato per la tv dei format, né tantomeno per i quiz. Il suo game show è stato sospeso il 9 gennaio 1998 – a soli tre mesi dal debutto – per bassi ascolti: circa 3 milioni di spettatori, nelle ultime puntate trasmesse, con uno share del 15-16 %, mentre il competitor su Raiuno – in rigorosa diretta – catturava ogni sera 6 milioni di spettatori (30%).
A poco era valso l’atteggiamento fiducioso di Maurizio Costanzo, allora direttore di Canale 5 ma già padrino dello showman nella sua Buona Domenica. Lo stesso Enrico Mentana, che inizialmente gli aveva dato del fuoriclasse, iniziava a infastidirsi per il netto distacco del Tg5 rispetto al Tg1. E – pensate – persino Raidue allora faceva meglio, con il suo inossidabile Jag – Avvocati in divisa. In quell’annata Canale 5 era già reduce dalla soppressione in daytime di Tira e Molla, con Giampiero Ingrassia, e dal flop della stessa De Filippi (la sua Missione Impossibile venne inizialmente spostata dalla domenica al mercoledì senza troppi miglioramenti). E’ così che, dopo un’iniziale proposta del quiz a staffetta in stile Luna Park (sfruttando il passaggio di Baudo e Venier al Biscione), l’11 gennaio 1999 arrivò la salvatrice Passaparola.
Ma vediamo meglio la formula di Superboll. Il gioco era basato su una sfida fra città d’Italia e vedeva gareggiare due squadre in una serie di quiz e giochi d’abilità. A ogni squadra veniva assegnata in partenza una dote di 5 milioni di lire. Vinceva chi riusciva a ridurre di più il montepremi dell’avversario. Dopo le prove iniziali del Crolloquiz e del Cronoquiz, basati su un serrato meccanismo di domanda e risposta, e del O’ matitone, nel quale i concorrenti devono indovinare i soggetti raffigurati nelle vignette disegnate da Alva, si passa al quiz con un forte componente d’azzardo, Mai dire mai, che consisteva nel rispondere a caso a una serie di domande che i concorrenti non potevano ascoltare, ma delle quali disponevano una lista di soluzioni a cui potevano attingere per le loro risposte. In questo caso la squadra vincente si aggiudicava 2 milioni di lire. Ai telespettatori, infine, era dedicato il gioco Chi imita chi, in cui si doveva indovinare il titolo di una canzone eseguita in studio da un imitatore che faceva il verso a un cantante famoso. In palio c’era un ricco montepremi in denaro che aumentava dopo ogni risposta errata.
Credits:
Conduzione: Fiorello
Cast: Filippa Lagerback, Daniele Quistelli (Semola), Alessandro Valenti (Alvalenti)
Notai: Gianfranco Monti, Alberto Lorenzini
Autori: Fiorello, Sergio D’Ottavi
Costumi: Ruggero Vitrani
Coreografie: Alessandro Minghi, Tony Bongiorno
Produttore: Luca Tiraboschi
Regia: Lorenzo Lorenzini