Su RaiUno torna Beppe Fiorello con Il bambino della domenica
Uno dei più grandi protagonisti delle fiction nostrane è indubbiamente Beppe Fiorello, lanciato quasi per scherzo dal più famoso fratello show-man e riuscito poi a costruirsi una propria carriera con tante interpretazioni riuscite, dando dimostrazione continua di essere un ottimo attore. Dopo aver annunciato una pausa dalla tv per un anno almeno – per non
Uno dei più grandi protagonisti delle fiction nostrane è indubbiamente Beppe Fiorello, lanciato quasi per scherzo dal più famoso fratello show-man e riuscito poi a costruirsi una propria carriera con tante interpretazioni riuscite, dando dimostrazione continua di essere un ottimo attore. Dopo aver annunciato una pausa dalla tv per un anno almeno – per non stancare il pubblico, dice – lo ritroveremo tra poche ore su RaiUno per l’ultima volta (per ora) con una storia forte ne Il bambino della domenica, film tv in due puntate diretta da Maurizio Zaccaro in onda questa sera e domani sera (19 maggio) in prima serata.
La storia di un pugile e di un bambino in una Sicilia “ruvida” e “rovente”. Due vite che, casualmente, si incontrano, convergono e si fondono, salvando il primo dall’inferno del pugilato clandestino, dalle scommesse, da una esistenza ormai allo sbando e il secondo da una solitudine imposta dall’abbandono da parte degli adulti. Giuseppe Fiorello (il pugile) e il debuttante Riccardo Nicolosi (il bambino) danno vita ad un duetto d’attori di rara forza espressiva e credibilità, dove la boxe si alterna al mondo volontariamente chiuso del bambino. Le due puntate raccontano una graffiante, drammatica, avvincente storia che si sviluppa lungo molti anni in una Sicilia infuocata dal sole e dalla violenza.
All’inizio Marcello e Saro (David Coco) sono due ragazzi, amici per la pelle ma divisi dalle opposte ambizioni: il primo vuole diventare un grande pugile e sposare l’amata Anna (Anita Caprioli), l’altro, invece, mira a guadagnare in fretta e senza scrupoli, tanto che entra nel giro della mafia. Dietro di loro, nell’ombra, il Maestro, il losco “capobastone” cittadino. Una notte, la svolta. Per ordine del boss Saro deve andare sulla spiaggia a prendere in consegna un gruppo di emigranti clandestini in arrivo e riesce a farsi accompagnare da Marcello. All’improvviso, durante un parapiglia, Saro uccide un emigrante e viene catturato e condannato a una lunga pena. E’ la fine di una bella amicizia.
Quando, molto tempo dopo, Saro viene rimesso in libertà tra lui e Marcello non c’è che rancore, odio, voglia di vendetta. Saro è un picciotto di serie B, Marcello ha coronato il suo sogno diventando un campione e sposando Anna, ma il vecchio amico riesce a farlo passare per un drogato e lo rovina. A questo punto Marcello, abbandonato anche dalla moglie, precipita sempre più in basso, tra match truccati e la dipendenza dall’alcol, quando l’incontro con Carmine, di sette anni, cresciuto in un orfanotrofio da cui esce la domenica, un ragazzino appartato e misterioso, che ha scelto di non parlare mai con nessuno, gli cambia la vita. I due simpatizzano, Carmine con Marcello rompe il silenzio.
Le riprese de Il bambino della domenica sono iniziate a Catania l’8 ottobre 2007 e sono terminate a Casablanca il 5 dicembre per 49 giorni di lavorazione. Sono state utilizzate 41 location tra Italia e Marocco e impiegate 3.475 figurazioni. Prodotta da Rai Fiction e realizzata da Casanova Entertainment, la fiction ha come autori Andrea Purgatori, Alessandro Pondi, Paolo Logli e lo stesso Fiorello. La regia è firmata da Maurizio Zaccaro, che ha scelto il filone espressivo di grande suggestione ereditato dal neorealismo cinematografico dei maestri Rossellini, Rosi, De Sica e Germi. Dice Fiorello del faticoso training in vista del film tv:
Inizio questa grandisima avventura anche per il piacere di dare al mio mestiere la possibilità di mettere alla prova il mio corpo, che per la prima volta – nella mia carriera – si trasforma totalmente, muscolo dopo muscolo. Ho vissuto con grande passione l’idea della trasformazione per regalare al pubblico qualcosa di diverso. La fatica è stata immensa per arrivare a questo risultato. Quasi un anno e mezzo di lavoro con l’obbiettivo di diventare un pugile credibile
E ancora:
L’idea nasce una sera, in macchina, sul Lungotevere a Roma, con l’amico e sceneggiatore Alessandro Pondi. Io gli confidavo il mio sogno di calcare il ring, e lui mi raccontava la voglia di parlare di quei bambini che vivono in orfanotrofio in attesa di un affido temporaneo. Ci è sembrato da subito molto affascinante intrecciare questi due mondi apparentemente lontani, ma umanamente molto vicini. E così, assieme a Paolo Logli e Andrea Purgatori, abbiamo dato il via alla sceneggiatura. […] Maurizio Zaccaro mi ha diretto in modo insolito, ma efficace. Il film è quasi interamente girato con la macchina da presa a spalla – dove lui stesso era l’operatore – rendendo tutto molto realistico, naturale e incisivo. Grazie anche all’affascinante fotografia di Fabio Olmi. Spesso, sul set, respiravo la stessa aria e atmosfera che ritrovo in quel vecchio e indimenticabile cinema italiano che si chiama neorealismo.