Su Mtv arriva Rock in Rebibbia: la musica si sposta in carcere
Mtv non è nuova a progetti particolari e impegnati su più fronti. Pensando alla grande forza coesiva e, al contempo, liberatoria della musica, ha pensato di coinvolgere i detenuti del più importante carcere italiano, Rebibbia “Nuovo Complesso” a Roma, in una inedita avventura musical-televisiva: Rock In Rebibbia, una serie di incontri-workshop musicali che coinvolgono un
Mtv non è nuova a progetti particolari e impegnati su più fronti. Pensando alla grande forza coesiva e, al contempo, liberatoria della musica, ha pensato di coinvolgere i detenuti del più importante carcere italiano, Rebibbia “Nuovo Complesso” a Roma, in una inedita avventura musical-televisiva: Rock In Rebibbia, una serie di incontri-workshop musicali che coinvolgono un gruppo di 8 detenuti, 2 maestri di musica e 9 artisti italiani per la messa a punto di una “scaletta” di brani da realizzare dal vivo in un grande concerto finale nel cortile del carcere (aperto anche al pubblico).
Rock In Rebibbia, in onda su Mtv Italia tutti i giovedì alle 21.00 a partire da questa sera (27 marzo), è il racconto dei tre mesi nei quali il neogruppo rock di musicisti detenuti a Rebibbia con entusiasmo, paura ed emozione, ha seguito le “lezioni” quotidiane dei maestri di musica, scelto e provato pezzi – uno nuovo ogni settimana – “allenandosi”, musicalmente e psicologicamente, anche agli incontri con gli artisti italiani (Alex Britti, Negramaro, Fabri Fibra, Max Gazzè, Roy Paci, Meg, Piero Pelù e Paola Turci, Francesco Mandelli) che sono andati settimanalmente ad incontrarli.
Il tutto in una sala di registrazione, piccola ma tecnicamente attrezzata, allestita appositamente all’interno di uno dei bracci di Rebibbia che rimarrà a disposizione della prigione, insieme agli strumenti musicali, alle attrezzature e alle good vibes assorbite nei tre mesi di prove, anche a programma televisivo terminato. La musica, infatti, non è tutto in Rock In Rebibbia, così come la creazione di una band interna non è solo un’attività ricreativa, come altre praticate nei penitenziari, ma un vero e proprio progetto finalizzato ad un obiettivo preciso.
Rock In Rebibbia è il racconto di un’avventura umana e artistica di gruppo, di un particolare spirito di squadra, in cui i singoli – che in questo caso hanno dai 18 ai 43 anni – devono mettere la propria personalità, la propria storia e il proprio eventuale talento al servizio di una strategia comune. Giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, la band, grazie al lavoro degli insegnanti, prende coscienza di sé e si costruisce a partire dai caratteri, dalla volontà e dalle ambizioni di ciascuno.
I racconti in prima persona dei ragazzi e delle loro esperienze, dal perché si trovano in carcere alle loro aspirazioni, dalle loro paure ai loro sogni, si intrecciano con i momenti vissuti insieme, con e nella musica. Alla fine, fatiche e soddisfazioni verranno condivise nel concerto finale e la libertà e la speranza rianimeranno le mura del carcere grazie alla lingua universale della musica. La loro età e la loro provenienza hanno influito sulla scelta della musica, facendo privilegiare brani vicini alla loro sensibilità, pezzi e generi attuali che filtrano dal “mondo di fuori”.
L’ospite presente in ogni puntata è stato scelto affinchè i musicisti di Rebibbia instaurassero un legame diretto e vero, di collaborazione e di scambio, ogni volta diverso e spontaneo. Un rapporto senza ruoli rigidi ma reiventati in base alla sensibilità e alla situazione del momento e dunque, di volta in volta, potremo vedere gli artisti dirigere la band insieme agli insegnanti, affiancare i solisti, suggerire la soluzione giusta per interpretare un brano scelto dal proprio repertorio o eseguire per la band la loro personale elaborazione di una cover.
Anche le esperienze emotive della guest star a contatto con il mondo carcerario diventano un tema narrativo, diverso a seconda della reazione di ciascuno di loro, e tutto questo mix di elementi fa sì che Rock In Rebibbia sia, non un reality sulla musica in carcere, ma una finestra su un mondo che sembra chiudere le porte alla vita ma dove i cuori continuano a battere forte mentre le vene pulsano di voglia di riscatto e libertà.
La band sarà formata da Francesco T. (cantante), 25 anni, di Formello, vicino Roma; Massimo F. (chitarrista), detto “er merenda”, 43 anni; Matteo C. (batterista), un livornese di 27 anni; Sandro M. (campanaccio e corista), un rom di 26 anni, la scommessa di Rock in Rebibbia; Nassik S. (percussioni), marochino, classe ’87, il personaggio più misterioso del gruppo; Roberto M. (chitarrista), 37 anni, soprannominato Bob “Clapton”; Rocco D’A. (bassista), 32 anni, calabrese; Valentino M. (tastierista), rumeno di 24 anni soprannominato “ciambellone”.
Il gruppo dei carcerati imparerà con Alex Britti “Sympathy for the devil” dei Rolling Stones; con i Negramaro “Light my fire” dei The Doors; con Max Gazzè “Liberi Liberi” di Vasco; con Fabri Fibra “With or without you” degli U2; con Meg “Knocking on heaven’s door” di Bob Dylan; con Roy Paci un Medley dei Beatles; con Paola Turci “Personal Jesus” dei Depeche mode; infine con Piero Pelù “Seven Nation Army” dei White Stripes. E’ previsto poi un “ripasso finale” il 22 maggio con Francesco Mandelli, il “Nongio”, mentre il 29 maggio sarà la volta del grande concerto finale, con la presenza di alcuni degli artisti visti nelle varie puntate e qualche ospite a sorpresa.
Rock in Rebibbia è un programma di Michele Truglio, Alessandro Garramone e Stefano Di Gioacchino, prodotto da Claudio Falcone per Wilder s.r.l. per la regia di Nicola Prosatore. A cura di Antonella Di Lazzaro, Mtv Italia.