STRUZZI, LA TESTA SOTTO LE TV: Dopo lo show del voto
Cartacce, bucce di banane, mozziconi di sigarette, tappi, avanzi, coriandoli, cacche varie. Silenzio. Il giorno dopo le elezioni, che sono andate come sono andate, uno strano silenzio. Molti a leccarsi le ferite. Molti più ancora a dar fiato alle trombe con un certo silenziatore: il chiasso trionfalistico dei vincitori è stato smorzato, come a significare
Cartacce, bucce di banane, mozziconi di sigarette, tappi, avanzi, coriandoli, cacche varie. Silenzio. Il giorno dopo le elezioni, che sono andate come sono andate, uno strano silenzio. Molti a leccarsi le ferite. Molti più ancora a dar fiato alle trombe con un certo silenziatore: il chiasso trionfalistico dei vincitori è stato smorzato, come a significare un’impotenza trombettistica dopo le tante fatiche, e soprattutto le tante paure. Il giorno dopo i tanti, troppi giorni di carnevale: ricordate Alberto Sordi in una Rimini (le riprese furono fatte per la verità a Viterbo) dopo gli sballi e i travestimenti in una scena dei felliniani “Vitelloni”?
Non sono stati proprio “vitelloni” i contendenti di una elezione che, sia pure a base regionale, ha assunto come sempre rilievo nazionale, e non lo sono neanche gli elettori. Ma il quadro, a guardar tv e a legger giornali, sembra quello del mattino dopo di un’orgia carnascialesca.
A noi ,qui, interessa dare uno sguardo alle televisioni, il giorno dopo.
Per prima cosa, sembrano lontane anni luce le polemiche sui talk show sospesi. Tanto rumore per nulla. Adesso che alcuni sono ricomparsi, “Porta a porta” o “Ballarò”, mentre domani tocca ad “Annozero”, si può dire che la sosta non ha cambiate cose e stili, i mescoli continuano a cercare di far lievitare la solita minestra che non lievita. Neanche la sospensione, con relativo ampio vittimismo, ha cambiato, dato una mossa, suggerito un brivido.
Avevo molto ammirato Michele Santoro in “Raiperunanotte”. Lo spazio da dove ha condotto la diretta per tante emissioni su internet con anche un ripescaggio, credo, su RaiNews24 in differita si chiama Paladozza. Chi non conosce Bologna, e non ha memoria storica, forse non sa che il palazzo è stato intitolato a Dozza, sindaco comunista della città, un uomo sanguigno e comunque tranquillo, senza asprezze, tollerante (tanto era andato al potere quasi con un consenso bulgaro, pardon oggi diremmo berlusconiano), resistente nella durata, protagonista di duelli celebri in piazza Maggiore, duelli a distanza, con il suo concorrente sconfitto, il cattolico-democristiano Dossetti, un uomo di eccezionali qualità, forse un pò troppo leggero fisicamente rispetto al suo possente rivale.
Dossetti, sconfitto, si fece monaco. Non credo che Santoro, vincitore in tv, sconfitto dai risultati (i segreti dell’urna sono segreti, e non ficcanasiamo), indosserà il saio. Anzi, credo persino che lui avesse visto lontano e che non si è molto meravigliato dell’esito del voto. Anzi, con un pò di malizia, si potrebbe pensare che gli vada bene così. Continuerà a fare l’isolato protagonista di una sinistra mediatica che si giova paradossalmente della sconfitta elettorale. Santoro sta e starà a galla perchè capace e perchè in mezzo al nulla e nessuno ha una bella grinta.
Lo avete ancora negli occhi nella serata trasgressiva? Calmo, sereno, tenace. Pronto a far recitare la sua compagnia di giro (da Travaglio a Ruotolo e annessi, e i nuovi aggiunti sconnessi ma utili a far pluralismo) e ad aprire tutti i buchi indicati- e soprattutto uno- da un Daniele Luttazzi che usa il suo tabù del sesso come una clava sulle chiappe e la testa degli italiani. Sembrava un toro nell’arena, Michele. Non impensierito dagli strali nemici, dalle accuse, dalle minacce di licenziamenti. Un toro con licenza di uccidere.
Uccidere chi? Ma il vuoto dei massmedia. Vuoto per cancellazioni (i talk show). Vuoto delle balenghe tribune politiche. Vuoto di un servizio serio, informativo, super partes, sui temi elettorali. Vuoto della carta stampata che, nei siti tv, apre le braccia ai disoccupati – il pur efficiente Enrico Mentana ormai incanutito anche nell’eloquio- e mima una concorrenza timida, mentre le copie in edicola calano in modo inesorabile. Vuoto di idee e di soluzioni solo in parte imposto dalla politica; infatti, la politica è colpevole da anni e anni per non aver risolto in alcun modo il “conflitto d’interessi “del Cavaliere dell’Amore e di avere partorito una solomonica ciabatta ce si chiama” par condicio”.
Dopo questi vuoti a perdere, ci saranno meno vuoti? Non credo. I tori torneranno nella stalla e vedremo con chi se la prenderanno, e come. Le vespe continueranno a ronzare fra gossip, religione, politik tik tik. I floris cercheranno di far fiorire nella lor serra le margherite di primavera che saranno simili ai bucaneve dell’inverno. Le mentucce usciranno, onusti di rilanci e bilanci, dal web e andranno a caccia di quadrifogli qua e là, come farfallette giudiziose.
La tv, anzi le tv saranno tali e uguali a quelle di prima. Ci saranno tre anni prima delle Politiche. Scommettiamo? Ecco. I motori delle risse, delle sfilate di moda e modi provocatori, del bla bla blan, del sì ma però, dello stiamo a preparà l’alternativa, del noi siamo l’ amore, del facciamo er dialogo, di Roma burlona, dei dossier a catena, degli squilli delle squillo: non ci daranno pace.
E il pubblico? Tace e acconsente in apparenza. Poi si vendica nell’urna. Una volta la propaganda dc diceva: quando voti dio ti vede Stalin no. Oggi la propaganda dei fatti diffusi, degli scandali, della noia, del fastidioso, si presenza genericamente ,senza partiti, senza paternità ideologiche, e dice: quando voti dio ti vede ma la tv no. Come dire: litigate litigate per la tv ma noi facciamo di testa nostra e vi spiazziamo; è l’unica risorsa che ci è concessa. Struzzi d’Italia su con la testa dalle tv!
Italo Moscati