Striscia la Notizia spoilera Masterchef: Tapiro Mestolato a Palazzo dei Cigni (Video)
Uno spoiler, una missione impossibile e un (mesto) tapiro mestolato…
Striscia la Notizia ha spoilerato la classifica finale di Masterchef 2015 a soli due giorni dalla messa in onda della puntata conclusiva del talent culinario di SkyUno. E polemica fu. Perché rovinare la sorpresa a chi stava seguendo quella gara sin dal suo esordio, il 18 dicembre scorso? Cosa avrà voluto dimostrare Antonio Ricci? Di poter “bucare il pallone” e mandare tutti i bimbi a casa a fare i compiti quando e come vuole lui? Fiumi e fiumi d’inchiostro sull’argomento, l’hashtag #StrisciaNoSpoiler, discussioni accesissime manco si stesse parlando dello scoppio della terza guerra mondiale. Parole, parole, parole. E tutte per lo più legittime, s’intende.
Solo che noi, o meglio sicuramente io in quanto piccola Sambruna imprudente, alle parole (che pur abbiamo copiosamente speso) preferiamo i fatti.
E quindi di buon mattino sono partita per una missione che mi era stata sconsigliata da chiunque perché Dai, è impossibile. E infatti impossibile lo è stata davvero. Ma l’idea di potermi avvalere dell’ormai famigerato “veggente” di Striscia la Notizia mi aveva completamente conquistata al punto che di ragioni, davvero, non ne volevo sentire. Gli avrei potuto chiedere chi vincerà The Voice, o magari anche solo Forte Forte Forte. Ma pure se il sushi faccia veramente poi così ingrassare o se mai riuscirò ad avere un unicorno nel giardino di casa. Insomma, la qualunque.
E confesso che ci sarei rimasta molto male a scoprire, eventualmente, che l’ormai arcinoto “veggente” di Striscia la Notizia riuscisse ad utilizzare i suoi portentosi poteri solo nel caso di cose già successe mesi fa e a un battito di ciglia dalla messa in onda. Perché così son buoni tutti, no?
Ma non è naturalmente questo l’unico motivo che mi ha spinta ad imbarcarmi in tale impossibile missione. Dopo tutte le polemiche, i tweet, gli insulti beceri e le critiche più raffinate per via dello spoiler, Ricci & Co. si sentiranno un po’ attapirati? A giudicare, tanto per fare un esempio, da come attaccano il direttore di Vanity Fair Luca Dini via Twitter, il sospetto potrebbe anche starci:
La verità è una: voi siete degli sfigati e si vede anche dalla faccia. @sonolucadini pic.twitter.com/4WrjuCksm7
— Striscia la notizia (@Striscia) 6 Marzo 2015
Pappappero.
Perciò mi sono procurata un Tapiro, gli ho malamente attaccato un mestolo di legno alla zampa anteriore destra ed eccomi lì, nel video che trovate in apertura, appena arrivata a Segrate, Palazzo dei Cigni.
Sono state sette ore molto lunghe. Inizialmente, pensavo che la strategia migliore fosse quella di appostarmi nei paraggi del ristorante della struttura perché, voglio dire, sarebbe stata la location ideale. E poi qualcuno la pausa pranzo dovrà pur farla, no? Non mi restava che spiare, non vista, e aspettare:
Non ho avuto fortuna né in quel momento né nelle ore successive. E ammetterlo, per me, è durissima. Quindi, in un certo sento, è giusto che io sia tornata a casa col mio mesto Tapiro Mestolato. Un po’ perché ero davvero attiparata come sospetto mai nessuno prima nella vita, un po’ perché alla fine, nemmeno so cucinare.
Ma nonostante questo, credo che sia valsa la pena di fare un tentativo. L’inespugnabile Palazzo dei Cigni resta inespugnato, io ho preso molto freddo senza concludere assolutamente nulla. Però ci ho provato. E provarci non significa necessariamente tentare di scrivere il pezzo più indignato possibile su quanto accaduto cavalcando l’onda del malcontento di milioni di telespettatori arrabbiati. Provarci davvero forse somiglia più ad andare lì dove tutto è nato, appostarsi e aspettare. Al solo scopo di farsi due risate, tra l’altro. E, tangenzialmente, pure un po’ di giustizia al contrappasso.
Solo che, evidentemente, non si può andare a rubare a casa del ladro. O almeno questa è la lezione che ho imparato oggi. E che sono prontissima a dimenticare da domani.
Nel frattempo, ora lo si può ben dire, il vincitore di Masterchef 2015 è Stefano. Ma sicuramente non Antonio.
E non lo è, in un certo senso, nemmeno questa volta.