Striscia la Maria
Antonio Ricci da anni ormai spaccia per pillole di cattiveria e informazione un programma di intrattenimento collocato nella fascia strategica dell’access-prime time. Striscia la Notizia ha grossi meriti, nessuno li mette in dubbio: sollevò, lo ricordiamo, il caso Tucker e il caso Missione Arcobaleno giusto per citare due dei servizi più importanti ormai persi nella
Antonio Ricci da anni ormai spaccia per pillole di cattiveria e informazione un programma di intrattenimento collocato nella fascia strategica dell’access-prime time. Striscia la Notizia ha grossi meriti, nessuno li mette in dubbio: sollevò, lo ricordiamo, il caso Tucker e il caso Missione Arcobaleno giusto per citare due dei servizi più importanti ormai persi nella notte dei tempi televisivi, quelli in cui ancora non c’era il nemico Bonolis/Banalis (così lo chiama Ricci) da combattere a ogni costo.
Ma con il passare delle edizioni sembra aver perso la sua forza eversiva.
Massacrata dai pacchi di Endemol-Bonolis, ha avuto vita facile e nuovo vigore contro il game-obbrobrio condotto da Simona Ventura, Le Tre Scimmiette, di cui si trova ancora traccia solamente su Rai International. Adesso Striscia è di nuovo sotto in termini di share, ma Bonolis, forse, passerà al nemico. Chissà, non è questione di soldi, dice lui.
Ricci intanto non sta a guardare e arricchisce lo spaccio di Striscia che, compatibilmente con i suoi impegni romani, vedrà presto alla conduzione Maria De Filippi, la cui ascesa sembra inarrestabile.
Riserbo sul nome del collega di conduzione, anche se voci insistenti vorrebbero al fianco della De Filippi un certo signor Emilio Fede.