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Striscia e il Fotovoltaico, niente scuse e la crociata continua

Striscia La Notizia ha replicato nell’edizione di venerdì alle polemiche generate da un primo servizio su una presunta “truffa” legata al fotovoltaico. Noi ne avevamo parlato qui, ad ogni modo la faccenda si può riassumere brevemente. Max Laudadio intervista tale Massimo Burzi, “imprenditore in campo energetico” ed “esperto di energia“. Burzi sostiene che si può

pubblicato 28 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:38


Striscia La Notizia ha replicato nell’edizione di venerdì alle polemiche generate da un primo servizio su una presunta “truffa” legata al fotovoltaico. Noi ne avevamo parlato qui, ad ogni modo la faccenda si può riassumere brevemente. Max Laudadio intervista tale Massimo Burzi, “imprenditore in campo energetico” ed “esperto di energia“. Burzi sostiene che si può facilmente taroccare gli impianti fotovoltaici per immettere la corrente elettrica dal normale contatore presente in tutte le nostre case (quello che eroga energia ad un prezzo di 20 cent al KWh) fino al contatore di produzione (che consente di ricevere, grazie alle agevolazioni per le rinnovabili circa 40 cent per KWh).

Il problema del servizio era di duplice natura. In primo luogo Burzi non è un “esperto di energia” e (incidentalmente?) è un amico di Antonio Ricci, in secondo luogo esistono già dei meccanismi che prevedono controlli automatici nel caso in cui il contatore di produzione registri dei dati non congrui con le caratteristiche dell’impianto.

Striscia La Notizia ha replicato al primo punto pubblicando una nota sul proprio sito con argomentazioni che appaiono decisamente deboli. Burzi “ha un’azienda, la ETE, che si occupa di impianti per la telefonia, impianti elettrici e di videosorveglianza“, per questa azienda possiede un certificato di utilizzo di energia verde. Inoltre lo stesso Burzi era consulente del Porto Carlo Riva di Rapallo quando Enel Energia ha realizzato un impianto di produzione di energia rinnovabile per alimentare le strutture portuali. Questo, ovviamente, non lo rende “esperto di energia“, non più di quanto non possa considerarsi tale una qualunque persona che ha un paio di pannelli sul tetto di casa o lavori per un’azienda che ne ha sul tetto del capannone dell’impresa. Punti di vista.

Quando Max Laudadio è tornato sull’argomento nella puntata di Striscia di venerdì nessun riferimento alle polemiche sulla credibilità di Burzi è stato riportato ai telespettatori, né tanto meno c’è riferimento ai pregressi rapporti d’amicizia fra questa persona ed Antonio Ricci.

L’inviato, in apertura, indica le tre “richieste” principali che sono state fatte alla redazione dopo la messa in onda del primo servizio:

1. Non è assolutamente possibile manomettere l’impianto fotovoltaico
2. I controlli ci sono già
3. Ci accusano di essere contraria agli impianti fotovoltaici

Si tratta di una ricostruzione distorta. A Striscia non era stato contestata l’impossibilità della manomissione, bensì la faciloneria con la quale si sosteneva che questa alterazione dell’impianto avrebbe potuto portare in maniera automatica (e senza la possibilità che le autorità possano scoprirlo) un indebito vantaggio al possessore dell’impianto fotovoltaico ai danni tutti i cittadini che pagano in bolletta la componente A3. Come spiegato in questo articolo su EcoBlog, e come anche noi avevamo scritto, la cifra corrisposta per quella componente non finisce a finanziare soltanto le rinnovabili, ma include fra le altre voci anche le cosiddette energie “assimilabili” come gli scarti della raffinazione del petrolio. Questo sì uno scandalo (dalle proporzioni enormi, non si tratta di qualche centinaio di KWh eventualmente rubacchiati da un contatore domestico) di cui ad esempio si è occupato Report già nel 2006, ma del quale Striscia non ritiene di dover dare conto. Forse perché non ci sono conoscenti di Antonio Ricci che li rendano edotti sul tema, chissà.

Nel servizio di venerdì viene così deciso di mostrare come fisicamente si possa taroccare il collegamento fra i due contatori, ma non c’è alcun chiaro riferimento alle delibere dell’AEEG (88/07, 89/07, 90/07) che prevedono meccanismi di controllo per quanti facciano segnare una produzione non congrua, insistendo con la solita sicumera e ignorando la parte più pregnante delle reali contestazioni al modo in cui Striscia si è occupata dal problema.

La questione è posta nuovamente in maniera fuorviante. Nessuno ha sostenuto che un collegamento fra due contatori sia “impossibile” da realizzare, tanto più che il percorso di collegamento “non è sigillato”, ma piuttosto che non sia realmente così facile (collegando un paio di fili) certificare una produzione elettrica da fotovoltaico fasulla. Striscia è contro l’energia fotovoltaica? Non si può sapere e nemmeno è interessante saperlo.

Quello che conta è che questo genere di servizi, partendo da una pretesa “truffa” ai danni dei cittadini che avrebbe comunque proporzioni ridicole, finiscono per dare l’idea che quanti scelgono di produrre energia con dei pannelli solari sono dei potenziali truffatori non soggetti a controlli efficaci che con modalità parassitarie lucrano sulle nostre bollette.

Forse sarebbe stato più utile, e più pertinente, raccontare che circa il 50% della “componente A3” finisce a finanziare le “fonti assimilate” e l’infinito decommissioning delle centrali nucleari spente in Italia dopo i referendum. Così, tanto per fare un po’ d’informazione e provare a giustificare con qualche fatto l’idea che Striscia sia davvero almeno un surrogato del servizio pubblico e del giornalismo d’inchiesta.

Striscia La Notizia