Home Street Food Heroes in replica su Italia1: tanto cibo e poco ritmo per la ‘grande abbuffata’ in giro per l’Italia

Street Food Heroes in replica su Italia1: tanto cibo e poco ritmo per la ‘grande abbuffata’ in giro per l’Italia

Sei tappe, da Napoli alla Romagna, 6 ore di ‘mangiate’ per scoprire le bontà da marciapiede d’Italia con la ‘scusa’ di incoronare il miglior Street Food Hero d’Italia. Ma la gara resta sullo stomaco…

pubblicato 7 Luglio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 17:12

Mediaset promuove Street Food Heroes e da stasera propone su Italia 1 alle 23.55 le 6 puntate della prima stagione, da poco conclusasi su Italia 2. Un modo per ampliare la platea del food show che per primo in Italia ha raccolto l’eredità dei tanti format stranieri sul tema ‘esplorazione del cibo da strada’ e ha girato l’Italia con un trio di protagonisti per presentare i migliori ‘spacciatori’ di pietanze ‘take away’. Per questa prima stagione il trio, formato da Mauro Rosati, Laurel Evans e Francesco Fichera, è partito da Napoli, per fare poi tappa a Roma, Milano, Palermo, Firenze e chiudere in Riviera Romagnola.

L’obiettivo, come ricorderete, è quello di stilare una guida dei migliori locali di Street Food d’Italia, la Street Food Heroes Guide, con l’idea di farne anche una app pronto uso (in stile Trip(p)Adivsor, come ebbi già modo di commentare). Del resto già la grafica strizza l’occhio a Google Maps e Street View.

Street Food Heroes a Napoli

Ogni puntata presenta lo stesso schema, come immaginabile: Mauro Rosati, definito “lo specialista delle materie prime”, traccia la ‘rotta da seguire’ tra i locali più tipici della città, quindi con lo chef rock Francesco Fichera scatta l’ispezione locale per locale, mentre la food blogger texana Laura Evans cerca di contestualizzare culturalmente piatto e locale per chi, tra i telespettatori, non ha mai avuto modo di visitare la città protagonista. Quindi assaggio comune e goduria, con birra sponsor ad accompagnare la libidine. Il tutto ripetuto più volte, almeno quattro, per 50′ (più spot) di programma, in cui alla carrellata sui cibi da strada si aggiunge una gara per eleggere lo Street Food Hero di puntata che poi concorrerà al titolo di Street Food Hero d’Italia.

Troppo.

La sensazione al termine di ogni puntata è quella di una grande abbuffata, con tanto cibo e poco ritmo. Diciamo ‘effetto matrimonio in barca’, con lungo menu da smaltire e 40′ di attesa media tra un piatto e l’altro. Perché in barca? Perché la regia che ‘gioca’ con le inquadrature sporche (che fanno tanto ggiovane) finisce col rendere la digestione più difficile, causa ‘mal di male’.

Fuor di metafora, il ritmo è sacrificato da una scrittura ripetitiva: allo schema sempre identico si aggiungono lanci ‘dejà vu’, commenti entusiastici e poco critici e faccette di godimento a fotocopia, tappa dopo tappa. Moltiplicate il tutto per tre, quanti sono i conduttori, e per 50, i minuti di ogni puntata, e avrete il risultato. Non a caso altri programmi del genere durano la metà e hanno un solo protagonista: si pensi a Street Food – Un boccone e via, cui strizza l’occhio Unti e Bisunti, o anche Eat Street, giusto per citare qualche altro titolo. E poi la gara è, in fondo, inutile: non bisogna per forza fare una ‘sfida’ per attirare il pubblico, tanto più che il telespettatore è completamente tagliato fuori dal giudizio. La presentazione e l’assaggio del trio è più che sufficiente per creare l’empatia tra cibo e pubblico.

Street Food Heroes a Napoli

Non tutto è ‘perduto’, però, eh. Per restare in tema di ‘food tv’, gli chef stellati Ramsay e Cannavacciuolo insegnano che la semplicità e la freschezza sono l’arma vincente. L’ingrediente segreto? Togliere.

Una durata inferiore non guasterebbe e per snellire basterebbe qualche parola (e qualche voice over in stile Lucignolo) in meno. Non sarebbe male, poi, cambiare il ruolo alla Evans: meglio farle raccontare lo street food USA che ‘usarla’ come ‘nostro simulacro’ in cui dovremmo immedesimarci per scoprire l’Italia. Un ruolo tantinello forzato e anche un pizzico ‘poco credibile’. Personalmente non amo neanche la personalizzazione della ricetta tradizionale da parte dello chef: se siamo alla scoperta dei locali storici del cibo da strada perché metterci le mani? Ma del resto, essendoci tre protagonisti, un senso narrativo a ciascuno di loro bisognerà anche darlo: e così lo chef crea. A prescindere.

Insomma, ci sono ampie possibilità di miglioramento per Street Food Heroes, che guarda a una resa ‘crossmediale’: programma tv, forum social per i ‘casting’ di nuovi street food heroes, guida cartacea, app digitale e anche marchio per una serie di eventi di strada in questa estate 2013. La vera sfida, almeno per me, è rendere il programma tv un po’ più leggero e agile. Le inquadrature mosse non bastano…

Se non l’avete mai visto, però, vale la pena assaggiarlo e avete la possibilità di farlo da stasera su Italia 1 ogni domenica alle 23.55 in replica.


Street Food Heroes a Napoli

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