Stranamore: Folliero di plastica e amori di conseguenza
“Stranamore” di Rete 4, giunto alla sua terza puntata della nuova edizione, condotta ancora una volta (e con un certo successo) da Emanuela Folliero è la sublime espressione della peggiore dequalificazione televisiva. Il problema non sta nei contenuti (veridici o meno che siano) ma nel formato. La casa accogliente costruita dal defunto Alberto Castagna oggi
“Stranamore” di Rete 4, giunto alla sua terza puntata della nuova edizione, condotta ancora una volta (e con un certo successo) da Emanuela Folliero è la sublime espressione della peggiore dequalificazione televisiva. Il problema non sta nei contenuti (veridici o meno che siano) ma nel formato. La casa accogliente costruita dal defunto Alberto Castagna oggi è diventata un compito d’ufficio da portare a casa nel migliore (nel peggiore!) dei modi.
La Folliero, celebre per la sua granitica formalità vocale, svilisce qualsivoglia desiderio di trovare nelle storie dei disperati d’amore le emozioni in esso contenute. Tra gli occhi costantemente puntati sul gobbo gesticolando perchè così non sembri, sfoggia un décolleté vezzoso e tratta i suoi ospiti come poveri avventori di una boutique di lusso. La Folliero non prende a cuore niente e nessuno: macina e trita ed espelle.
Escludendo la naturalezza vagamente spocchiosa con la quale Marco Balestri si approccia al mezzo tv (almeno qui la coerenza fino alla fine non manca), Paolo Brosio dopo aver dimostrato grande impegno professionale in uno dei programmi di punta di Raidue, quale “L’Isola dei Famosi“, da lampadina spenta ad esiguo consumo energetico si lancia tra gli innamorati con una spavalderia attoriale urticante. Per non parlare di Gaia De Laurentiis, che a momenti spezza un braccio della malcapitata per trascinarla nel camper in un attacco di schizofrenia simulata che forse crede si possa scambiare per simpatia. Ridateci indietro l’originale, please.
Nonostante abbia protagonisti prevalentemente giovani, non è un programma per giovani ma si propone in parte di esserlo. Basti pensare ai video messaggi inviabili al sito ufficiale (e in parte trasmessi) e all’inserto allunga puntata “La prova“, dove una coppia in crisi fa 3 appuntamenti nei tre luoghi più importanti della loro relazione, cercando di ricordarli individualmente da piccole indicazioni (il posto del primo appuntamento, ad esempio), raggiungendo il luogo supposto in un’ora per poi passare 30 minuti a ricordare ciò che li ha fatti innamorare. Per rimanere insieme o troncare del tutto la storia.
Ma torniamo al punto. Qui il presumibile vero diventa falso in mezzo al falso. Sarà che siamo in tv, sarà che lo staff non aiuta, ma una patinata percezione di commedia dell’impossibile aleggia. C’è sempre qualcuno del pubblico che all’assenza dell’amato urla “no!”, come se gli importasse davvero, e dietro tutti gli altri in un unico afflato. Ma il dramma è un altro.
Persone catapultate davanti alle telecamere per la prima volta in vita loro che baciano con chili di lingua il proprio partner, donne che in tre minuti vengono spostate da uno studio di un programma ad un altro, vengono inserite in un gioco perverso perchè intimo e sempre consenziente, ricevono una dichiarazione d’amore (o il peggior sputtanamento della loro vita) e su due piedi decidono di buttare nel bidet le convinzioni precedenti per tornare con il proprio partner, uscendo dallo studio (tutti!) mano nella mano, saltellando quasi. Così, perchè l’amore, anche in tv, è spontaneità. Certo, come no.