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Storie Maledette, la mamma di Marco Vannini contro Franca Leosini: “Mi ha fatto male sentirmi appellare come la Madonna Addolorata”

L’avvocato della famiglia Vannini ha reso pubblica una lettera inviata ai vertici Rai.

pubblicato 6 Luglio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 17:19

Il doppio appuntamento speciale di Storie Maledette, andato in onda recentemente su Rai 3, dedicato all’omicidio di Marco Vannini, che ha consistito in una lunga intervista di Franca Leosini ad Antonio Ciontoli, condannato in appello a 5 anni, non è piaciuto alla famiglia del giovane di Ladispoli morto a soli 20 anni.

L’avvocato della famiglia Vannini ha deciso di rivolgersi direttamente ai vertici Rai, rendendo pubblica una lettera indirizzata al presidente Rai Marcello Foa, a tutti i membri del Consiglio d’Amministrazione, all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, al direttore di Rai 3, Stefano Coletta, al vice-direttore della terza rete di Stato, Giovanni Anversa, e all’USIGRAI.

Marina Conte, mamma di Marco Vannini, invece, è intervenuta con un post condiviso sulla pagina Facebook Giustizia e Verità per Marco Vannini, rivolgendosi direttamente alla giornalista.

La signora Conte, nella fattispecie, non ha apprezzato alcuni termini utilizzati in trasmissione dalla Leosini:

Cara Signora Leosini, non intendo entrare in merito al modo in cui ha condotto l’intervista all’assassino di mio figlio. Volevo, però, dirle che mi ha fatto molto male sentirmi appellare da lei come “la Madonna Addolorata” ed essere definita, più volte, durante la sua trasmissione, come una “madre disperata”, che sostanzialmente non sa quello che dice. Naturalmente sono disperata per aver perso mio figlio, ma sono una madre assolutamente lucida e determinata, che sta lottando con tutte le sue forze da quattro anni per avere la giusta giustizia e non mollerò mai, fino a quando non avrò ottenuto la giustizia che mio figlio merita. Io non vorrei essere più nominata da lei, ma, se proprio dovesse farlo e se lo ritenesse opportuno e consentito, mi descriva per quello che realmente sono e non per quello che fa più comodo a lei o ai suoi ospiti.

Di seguito, invece, trovate la precitata lettera dell’avvocato Celestino Gnazi indirizzata ai vertici Rai, resa pubblica sul profilo Facebook del legale.

La famiglia Vannini, in breve, chiede diritto di replica. Come si può evincere dalla lettera, un passo dell’intervista in particolare, citato nei dettagli, ha provocato stupore e sconcerto ai genitori di Marco Vannini:

OGGETTO: Intervista televisiva della giornalista Franca LEOSINI ad Antonio CIONTOLI, trasmessa su RAI 3 (il 30/6 e 2/7) nell’ambito di due puntate speciali della trasmissione “Storie Maledette”.

La presente, con riferimento all’oggetto, per espresso incarico dei sigg.ri Marina CONTE e Valerio VANNINI, genitori del ventenne Marco VANNINI, ucciso il 17/18 maggio 2015 in Ladispoli mentre era ospite della famiglia CIONTOLI.
I miei assistiti esprimono grande sconcerto e la più ferma indignazione in ordine al contenuto alla intervista di che trattasi: non solo e non tanto relativamente a dichiarazioni ed atteggiamento (già abbondantemente noti) dell’intervistato ma soprattutto in relazione alla conduzione dell’intervista.
I miei clienti, invero, hanno preso atto che sia trattato non già di una intervista ma di mere dichiarazioni assistite, conducenti esclusivamente alla esposizione della linea difensiva della famiglia CIONTOLI senza alcun contraddittorio, senza il minimo accenno alle contrapposte argomentazioni accusatorie sostenute dalla famiglia VANNINI e addirittura con il suggerimento, da parte della conduttrice Franca LEOSINI di argomentazioni difensive cui, sinora, il pudore (se in questa vicenda di pudore si può parlare) aveva impedito di far cenno. Scegliendo fior da fiore (puntata del 30/6 intorno al minuto 40): “C’è da credere che Marco non abbia capito, non abbia realizzato di essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco (che gli aveva appena bucato polmoni, cuore e costola! N.D.S.) perché altrimenti si sarebbe attivato lui per primo…..avrebbe insistito per chiamare un’ambulanza…”. Non parla l’intervistato ma la LEOSINI (sic!) e persino CIONTOLI sembra imbarazzato da siffatta inconcepibile argomentazione quando risponde: “Presumo di sì”.
I miei assistiti, incredibilmente, non sono stati interpellati e neppure avvisati che sarebbero state trasmesse le due puntate speciali. Appresa la circostanza dal lancio pubblicitario hanno contattato Federica SCIARELLI, che sin dall’inizio ha trattato il caso su RAI 3 e del caso conosce in modo approfondito ogni aspetto: ebbene, è difficile crederlo, ma persino la SCIARELLI era all’oscuro di tutto. A quel punto, Marina e Valerio si sono fatte molte domande ed occorre dire che le risposte che sono arrivate dalla trasmissione hanno abbondantemente superato ogni più fosca previsione.
I miei assistiti chiedono di essere messi nelle condizioni di replicare a quanto emerso dalle citate trasmissioni (scusandosi di non riuscire a pronunciare la parola “intervista”) ma, in disparte ciò, chiedono alle SS.LL. di prendere visione del contenuto di siffatte trasmissioni e di comunicare ai miei assistiti se lo ritengano in linea con le linee guida di un Servizio Pubblico.
Peraltro, non si può non notare con grande amarezza come RAI 3 abbia rinunciato (assumendo d’ufficio la difesa della famiglia CIONTOLI alla vigilia della Sentenza della Corte di Cassazione) ad una ormai consolidata tradizione di protezione delle vittime, vanto – ormai compromesso – della Rete.
Perché?
Concludendo con la richiesta (espressamente sollecitata dai coniugi VANNINI) di un riscontro cortesemente celere, colgo l’occasione per inviare i migliori saluti.
Avv. Celestino GNAZI