La Storia di una famiglia perbene di Canale 5 è la storia di una fiction senza pretese: la recensione
Le aspettative erano alte, ma l’operazione di portare in tv il romanzo di Rosa Ventrella si scontra con una serie di rimandi alla “fiction di una volta”
Fonte: Ufficio Stampa Mediaset
L’etichetta di saga familiare non sempre è sinonimo di serie evento: la Storia di una famiglia perbene su Canale 5 ne è, purtroppo, la dimostrazione. Diciamo “purtroppo” perché le aspettative verso una serie tratta da un romanzo di successo come quello di Rosa Ventrella erano alte. E, invece, si sono infrante di fronte a tanti, troppi cliché della fiction italiana che speravamo di aver lasciato indietro per sempre.
Non bastano due attori stimati dal pubblico come Giuseppe Zeno e Simona Cavallari per dare spessore ad una sceneggiatura ed ad una messa in scena che semplificano all’estremo una storia d’amore giustamente definita “Romeo e Giulietta ambientato a Bari”.
La Puglia, grazie al lavoro ed all’impegno dell’Apulia Film Commission, fa il suo dovere con panorami che da soli varrebbero la visione della fiction. Ma lo sappiamo, non basta: Canale 5 inciampa nel tentativo disperato di acciuffare un pubblico che cerca facili emozioni e luoghi comuni, che s’indigna, fa il tifo per i due protagonisti ed alla fine condivide le battute che considera migliori.
Ma cosa resta, poi? Ahinoi, poco: Storia di una famiglia perbene si dimentica troppo in fretta, nel senso che non sarà uno di quei titoli che potranno lasciare il segno. La strada che Mediaset -ormai lo sappiamo bene- ha intrapreso per rifondare la propria fiction ha fatto bene a passare anche da qui, ma è meglio che trovi subito un’altra direzione.
Questo viaggio nel passato ci ricorda quanto la fiction sia cambiata in questi anni, ma l’effetto “c’era una volta” in questo caso fa male al risultato finale del prodotto che, in poche parole, soffre troppo il confronto con le altre serie. La Storia di una famiglia perbene di Canale 5 poteva essere la storia di una fiction come si deve, ed invece è diventata la storia di una fiction senza pretese.