Grazie alla vittoria dei Måneskin, l’Eurovision Song Contest tornerà in Italia dopo più di trent’anni, dopo l’edizione 1991 che si tenne a Cinecittà, a Roma, condotta da Toto Cutugno e Gigliola Cinquetti, i due vincitori italiani ai quali si è aggiunta, sabato scorso, anche la band romana grazie alla canzone Zitti e Buoni.
Stefano Coletta, direttore di Rai 1, dopo aver rilasciato un commento a caldo a TvBlog, è stato intervistato anche da Il Corriere della Sera con il quale ha abbozzato già qualche idea per quanto concerne la nuova edizione italiana dell’Eurovision.
Il lavoro editoriale per l’edizione 2022 del Festival di Sanremo inizierà a breve. Poi, si penserà all’ESC:
Tra maggio e giugno, si mette a punto Sanremo. La priorità è quella, poi si passerà subito dopo all’Eurovision. Penso che chi vincerà il Festival sarà l’espressione di quello che faremo.
Per quanto riguarda la città che ospiterà l’evento, Stefano Coletta tifa per Roma, più per motivi affettivi che per altro, ma la scelta finale, ovviamente, verrà presa in base all’impianto televisivo capace di “inglobare la complessità di uno spettacolo come questo”.
Riguardo le prime idee, Coletta non vuole allontanarsi dalla potenza scenica delle edizioni dell’ESC in onda negli ultimi anni. Il direttore di Rai 1 ha già qualche idea concreta anche riguardo la conduzione che, ovviamente, non ha svelato:
Ho trovato la messa in scena ritmicamente, a volte, faticosa ma sicuramente potente. Mi piacerebbe mutuare quella potenza. Lo show in Italia dovrà avere quella pluridimensionalità a livello grafico, fotografico, coreografico. Quella delle performing art è la strada da seguire, anche recuperando archetipi importanti del vecchio varietà ma in una chiave moderna e tecnologica. E ho già in mente un paio di idee anche su chi lo potrebbe condurre, sarà un percorso interessante.
Il ricordo dell’edizione del 1991, purtroppo, non è positivo. Coletta, però, non ha dubbi riguardo quella che sarà la qualità dell’evento:
Lo dico con orgoglio: realizzeremo un evento alla portata del nostro talento, mantenendo le caratteristiche del Made in Italy, tra cui una certa capacità empatica. L’entusiasmo sarà superiore alle problematicità, basta non perdere il coraggio di essere contemporanei, elevando i linguaggi e le espressioni al tempo di oggi. Per fare qualità, bisogna mettere in campo delle risorse. Ma credo che l’occasione sia talmente ghiotta che si troverà il modo e le risorse per fare uno show di livello.
Bilancio positivo, infine, anche per quanto riguarda la conduzione di Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, vista sabato sera su Rai 1, che, secondo il direttore, hanno dato “un tratto diverso alla conduzione”.