State of Affairs, su Premium Stories Katherine Heigl prova a cavalcare l’onda dei thriller politici (ma risulta antipatica)
Su Premium Stories di Mediaset Premium State of Affairs, serie tv con al centro un’analista della Cia che si deve occupare del rapporto giornaliero sulle peggiori situazioni di crisi nel mondo e consegnarlo al Presidente degli Stati Uniti, scegliendo quali eventi meritino la sua attenzione
Dopo essersi data al cinema in ruoli più o meno fortunati, Katherine Heigl ha deciso di tornare in televisione (che l’ha lanciata grazie al ruolo di Izzie in Grey’s anatomy). In State of Affairs, in onda da questa sera alle 21:15 su Premium Stories di Mediaset Premium, l’attrice -che è anche produttrice esecutiva- si ritaglia un ruolo che prova ad inserirsi all’interno delle serie tv a sfondo politico più recenti.
La Heigl, infatti, interpreta l’analista della Cia Charleston “Charlie” Whitney Tucker, il cui compito è quello di ordinare per priorità le principali situazioni di crisi internazionale e pubblicarle sul President’s Daily Briefing, ovvero il rapporto quotidiano che l’agenzia consegna tutti i giorni alla Casa Bianca e che permette di agire a seconda dell’urgenza di queste situazioni.
Il compito di Charlie, quindi, è molto importante, e per svolgerlo si fa aiutare, oltre che dal nuovo direttore del suo Ufficio Lucas Newsome (Adam Kaufman), dall’informatrice del Ministero della Difesa nonchè sua amica Maureen James (Sheila Vand), dall’informatore del Ministero degli Interni Kurt Tannen (Cliff Chamberlain) e dall’informatore di varie agenzie all’interno dell’Intelligence Community degli Stati Uniti Dashiell Greer (Tommy Savas).
Il team deve analizzare le diverse situazioni di crisi in giro per il mondo e valutare quali portare a conoscenza della Presidente degli Stati Uniti Constance Payton (Alfre Woodard). La donna ha una grande stima nei confronti della protagonista, che conosce bene anche dal punto di vista privato: Charlie, infatti, si sarebbe dovuta sposare con suo figlio Aaron (Mark Tallman), ucciso un anno prima all’estero in un attentato terroristico organizzato da Omar Abdul Fatah (Farshad Farahat) in cui erano presenti anche le due donne.
Charlie ha cercato di riprendersi dall’attacco a modo suo, e conduce una vita privata dissoluta, dormendo poco ed andando a letto con numerosi ragazzi. In realtà, la donna sembra non voler ricordare tutto quello che è successo durante l’attentato, perchè ci sarebbero delle informazioni che cambierebbero il suo punto di vista e, soprattutto, rivelerebbero dei segreti che metterebbero in pericolo sia lei che la Casa Bianca.
State of Affairs, scritto da Alexi Hawley, sembra essere stato pensato per permettere alla Heigl di avere un ruolo da protagonista simile a quelli pensati per altri thriller politici televisivi. Purtroppo, l’esito non è stato fortunato come in altri casi: non solo la serie tv tratta la politica internazionale dipingendo un’America salvatrice ad ogni costo e che si permette una prepotenza non dovuta, ma è la protagonista stessa a suscitare le maggiori critiche.
Charlie, infatti, nonostante il trauma passato e la sua intenzione di catturare a tutti i costi Omar Abdul Fatah, non riesce ad empatizzare con il pubblico. Manifesta la propria intelligenza verso i colleghi, dà ordini a seconda delle sue esigenze e si fa aiutare da un ex agente della Cia, Syd Vaslo (James Remar, Dexter), per compiere azioni clandestine. Il tutto, considerandosi l’unica che può portare a casa la giornata.
A differenza di altri protagonisti di serie tv simili, quindi, la Charlie di State of Affairs non ottiene l’affetto del pubblico, che resta distante e subisce le sue decisioni inseguendo la storyline ma non trovandone motivi di esaltazione. Per la Heigl, questa esperienza televisiva è durata poco, dal momento che la Nbc ha cancellato lo show dopo tredici episodi: in camice aveva dato di più.