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Stasera Casa Mika chiude definitivamente, ma perchè non fare uno spin-off con il taxi?

Stasera Casa Mika, con l’ultima puntata di ieri, ha chiuso. Ma l’idea del taxi, che ha avuto molto successo, ha tutte le premesse per diventare uno spin-off

pubblicato 22 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 03:26

Non è una notizia scioccante, sapere che Stasera Casa Mika non avrà una terza edizione. Da sempre, l’idea è stata quella di fermare a due stagioni di uno show che ha dimostrato quanto il varietà possa essere contemporaneo senza per forza dover guardare sempre al passato, con un mattatore come Mika diventato in pochi anni non solo artista stimato, ma anche rivelazione televisiva, ed un gruppo autorale capace di rendere anche le idee semplici efficaci.

La Casa Mika ha chiuso, quindi, ieri sera, con una puntata che verso il finale ha inevitabilmente fatto scendere qualche lacrima a conduttore e pubblico (sia quello presente in studio che quello da casa). Mika stesso ha voluto tenere un monologo finale, con cui ha praticamente escluso la possibilità che il suo one man show possa tornare nei palinsesto di Raidue:

“Ci siamo, ora è proprio il momento del countdown, il conto alla rovescia. Siamo arrivati fino a qui, insieme, siamo alla fine. Dopo stasera, questa casa non esisterà più. Addio luci, addio lampada, addio torte, addio cucina, addio al cuore con le ali, addio band, addio pavimento, addio ballerini, addio voi. Tutto, qui dentro, sarà distrutto. Queste belle poltrone strappate da terra, il pavimento spaccato, l’orologio rotto, il letto in cui abbiamo dormito diventerà pezzi di legno”.

Per Mika, però, non è una vera e propria fine:

“Cosa resterà di quello che abbiamo fatto, di quello che io ho fatto con la squadra? Niente, fisicamente. Niente di niente. Niente da stringere in mano, niente da toccare, niente di solido da portarsi a casa o da mangiare, niente da abbracciare. Ma quello che abbiamo fatto qui dentro non è niente. Quello che abbiamo fatto qui è energia, è elettricità, provoca ricordi, crea la memoria. Un po’ come quando si muore. Stasera questo progetto muore, ma non c’è paura perchè lasciamo questo ricordo. Le cose belle che abbiamo fatto, il suono delle nostre risate, le note delle nostre canzoni, ricordare significa fare vivere le cose per sempre. Non dimentichiamo mai le cose belle che abbiamo fatto e le cose brutte che abbiamo sbagliato. Io non dimenticherò, voi non dimenticate. Allora ciao, anzi addio, anzi ciao”.

“Happy Ending” è stata la canzone che ha chiuso un programma che ha debuttato l’anno scorso con ascolti record, con oltre 3 milioni di telespettatori, ed una critica unanime nel considerare Stasera Casa Mika un esperimento riuscito, tanto da riuscire anche a vincere il Rose d’Or 2017, 30 anni dopo che l’Italia non vinceva questo riconoscimento.

Mika chiude la porta della sua casa con una seconda edizione che sul fronte ascolti non ha brillato come la prima, non arrivando mai a 2 milioni di persone, ma che è riuscito a rinnovarsi pur non tradendo la sua mission originale, ovvero quella di raccontare il mondo tramite gli occhi di Mika, con ospiti pronti (previa, però, immancabile marchetta) a dare il proprio contributo per accendere una casa ricca di suggestioni, dalla fiction con il viaggio nel tempo, alla follia riuscitissima di portare l’Opera in tv.

Tra tutte le idee andate in onda, però, una resterà più delle altre: il taxi su cui Mika ha girato per alcune città italiane, portando a destinazione passeggeri a volte ignari, altre consapevoli di avere a che fare con il popolare cantante. Un’idea presa dall’Eurovision Song Contest del 2016 e perfettamente adattata al contesto italiano, molto più di altri format che hanno cercato, invano, di scimmiottare il Carpool Karaoke di James Corden.

E se, come ha detto Mika ad inizio della puntata di ieri, tutto deve cambiare e trasformarsi, perchè non prendere questo format e farlo diventare uno spin-off vero e proprio, con personaggi dello spettacolo capace di stare al gioco e di diventare tassisti per un pomeriggio, a raccogliere storie e risate delle persone comuni? Un’idea da non sottovalutare, almeno secondo noi: chissà se, un giorno, a salire sul quel taxi non ci sia ancora Mika.