STARE IN TV, OGGI: anche di Raffaele La Capria ce ne sono pochi
Raffaele La Capria compie 90 anni, auguri. “Lunga” vita. Per uno scrittore che ha lavorato a “lungo” alla Rai (dal 1952) e che a “lungo” si è dedicato per fortuna alla letteratura. Come letterato e scrittore, tutti lo ricordano per “Ferito a morte”, vincitrice dello Strega al nascere degli anni 60. Io , pur apprezzando
Raffaele La Capria compie 90 anni, auguri. “Lunga” vita. Per uno scrittore che ha lavorato a “lungo” alla Rai (dal 1952) e che a “lungo” si è dedicato per fortuna alla letteratura.
Come letterato e scrittore, tutti lo ricordano per “Ferito a morte”, vincitrice dello Strega al nascere degli anni 60.
Io , pur apprezzando questo romanzo, gli preferisco “L’armonia perduta”, il libro più bello scritto su Napoli, sui napoletani, sugli italiani contagiati o non da Napoli. Una lezione di pensiero, affasciante.
Sulla “Repubblica” di lunedì 1 ottobre Antonio Gnoli ha pubblicato una bella perchè molto interessante intervista a Dudù;così lo chiamavano e così lo chiamiamo anche noi più giovani, da quando lo conosciamo di persona (lo conosco dal 1968).
Tra le molte cose dell’intervista, estraggo le parole di La Capria sulla tv. Arrivando a Roma appunto nel 1952, lo scrittore vi approdò perchè “non avevo nè arte nè parte. Perciò l’unico lavoro che potevo fare era la televisione”.
Fantastica ammissione 1. Nessuno dei raccomandati o dei portaborse, in Rai, avrebbe il coraggio di dire una cosa così!
Inoltre: “Non ho alcuna attitudine al lavoro. In Rai cominciai a visionare i copioni degli sceneggiati. In seguito divenni sceneggiatore in proprio. Ho scritto sceneggiature per Rosi e per altri registi importanti. Fantastica ammissione 2. Conobbi Dudù in una saletta di proiezione dove ci stavano mostrando le prime riprese di un filmato di Luigi Filippo d’Amico, da un racconto di Pirandello, con Salvo Randone. Mai avevo ascoltato e ascolterò critiche tante sagge, puntuali, esatte. Un modello.
Infine: “Scrivere una sceneggiatura significa capire che un tavolo per stare in piedi deve aver tutte e quattro le gambe della stessa lunghezza. Questa parte di artigianato farebbe bene anche al romanzo…a molti autori giovani se ne dimenticano”.
Fantastica ammissione 3. La Capria dice molto bene e rileva in modo implicito che anche la televisione, in questo caso, la si impara facendola. Mi viene in mente la tragedia dei migliaia di studenti di cinema o di televisione che non imparano nulla da professori ignari di tecnica e di idee coltivate anche nella pratica; e guardano alla televisione come se fosse dietro la vetrina di un mondo lontano, per il quale serve volendoci entrare e lavorare solo chi li possa raccomandare
Morale. Lunga vita a Dudù che stimo e che mi ha aiutato, dandomi consigli parlando poco, creando in me la voglia di imitarlo, o almeno di avvicinarlo.
Nella Rai, negli ultimi vent’anni hanno distrutto i docenti “involontari” ma INDISPENSABILI; e hanno così allevato analfabeti che non sanno di esserlo,e non hanno colpe, specie se sono ragazzi capaci che cercano solo esperienze vere.
Italo Moscati