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Stanotte a Roma, un atto d’amore per la Capitale (e per il linguaggio tv)

Dopo averne riscoperto la grandezza e la maestosità della Roma eterna, ora ci vorrebbe un bel giro in diurna con Alberto Angela che spiega “Come vivono i romani di oggi”…

27 Dicembre 2024 12:00

Più rivelatrice di uno scavo pompeiano, più straordinaria di un’impronta preistorica, ‘l’esplorazione’ notturna di Alberto Angela riporta alla luce una Roma ormai sepolta da un’umanità spesso ‘dolente’ e ridà dignità a una Capitale soffocata da se stessa. Stanotte a Roma è stato un atto d’amore verso la Città Eterna, riemersa dai suoi stessi resti e mostratasi al pubblico in tutta la sua maestosità.

 

La ricerca dell’equilibrio tra noto e ignoto, pop e accademia

Certo, per tanti telespettatori i luoghi attraversati da Alberto Angela sono ‘familiari’: Piazza di Spagna, il Campidoglio, il Mascherone, il fontanone del Gianicolo, Fontana di Trevi, Campo de’ Fiori, il Pantheon, il Colosseo sono senza dubbio tra il luoghi più noti al mondo, ma non per questo possono dirsi ‘conosciuti’. A fronte del ‘già visto’, Stanotte a Roma ha sempre mostrato un ‘retro’ ignoto ai più, dal dettaglio accademico all’aneddoto popolare, dal retroscena storico alla visita all’inaccessibile, che ha spaziato dalle catacombe nascoste sotto il manto stradale alla villa-museo di Alberto Sordi. In questo senso Stanotte a Roma può essere apparsa meno ‘ficcante’ per chi conosce la Capitale, ma senza dubbio ha saputo raccontare qualcosa di nuovo anche ai romani di sangue e di cuore, sempre che siano stati disposti ad ascoltare.

E a proposito di ascolto, non sono mancati i messaggi alla Roma di oggi, intesa come luogo di potere istituzionale ma anche come ‘simbolo’ dell’intero Paese: quel richiamo all’imperatore Settimio Severo, nato in Libia, di pelle nera, che divenne Augusto in una società che “non era perfetta, ma non era razzista e dalla quale abbiamo tanto da imparare” e quel commento all’incredibile visita alla grande tomba di famiglia sotterranea, ‘nascosta’ da un tombino all’Appio Latino, sono un diretto richiamo a quel impegno che la cultura deve avere in una società civile, richiamato anche da papà Piero nel suo commiato al suo pubblico.

Come già notato nelle precedenti edizioni, la collocazione nel prime time della sera di Natale ha reso molto più ‘pop’ il racconto di Angela, che strizza sempre più l’occhio a ospiti ‘da intrattenimento’. Questa volta, però, sembra sia stato centrato un maggior equilibrio tra pop e accademia, nel senso che gli ospiti hanno offerto sempre qualcosa di ‘eccezionale: abbiamo girato Cinecittà con Giannini, ascoltato La vita è adesso nel Colosseo, Tosca che ha cantato Gabriella Ferri, Ruggero che ha riproposto un capolavoro come Vacanze Romane svelando uno scorcio magico della Capitale, la Abbagnato che ha ballato alle Terme di Caracalla. Tutto ha trovato una sua collocazione, con Emanuela Fanelli forse a ‘sbaragliare’ le carte, risultando la più ‘estranea’ alla narrazione controllata di Angela, ma la passeggiata in Vespa ricordando Hepburn e Peck ha comunque offerto un momento particolare.

A testimonianza di questa ‘attenzione’ per il pop si nota anche nello ‘spazio’ dedicato alle memorabilia della Villa di Sordi rispetto ai tesori di Doria Pamphili, di cui si è mostrata di fatto solo la Galleria degli Specchi: una scelta che ha forse voluto bilanciare la bellissima visita tra le opere di Canova alla Galleria Borghese su cui si era insistito in apertura. E ormai lo sguardo di Angela a Paolina Bonaparte è già un meme cult.

La ‘grande bellezza’ della simmetria

Stanotte a Roma è stato, come detto, un atto d’amore verso la Capitale, cui ha ridato la dignità della maestà. Ma è stato anche un atto d’amore per il linguaggio televisivo. Quel che stupisce delle produzioni di Angela è la capacità di arricchire ogni volta un racconto per immagini che sfiora la perfezione. Merito della regia di Gabriele Cipollitti e di tutta la squadra di produzione Rai, con una menzione speciale per gli operatori di ripresa.

Dell’uso misurato e intelligente dei droni si è già parlato in altre occasioni: come detto più volte, le riprese aeree non disturbano, ma esaltano, meravigliano, appassionano, hanno sempre una funzione narrativa e non sono mai un orpello usato solo per far vedere di avere ‘il mezzo tecnico’, come invece accade il più delle volte in ogni tipo di produzione che ne ha almeno un drone a disposizione. Qui ogni ‘volo’ è studiato, pensato, provato e ha, come detto, un preciso valore narrativo. Si pensi anche solo alla scena iniziale, con Alberto Angela ripreso sul tetto di Castel Sant’Angelo al tramonto, a dare il via a questa notte magica alla scoperta di Roma: per come è costruita si fa fatica a non vederci la tolda di una nave che sta per solcare i mari dell’esplorazione, con Alberto Angela in veste di ‘capitano’ che impugna saldamente la battagliola del suo ‘ponte di comando’.

Stanotte a Roma

Per restare nell’ambito delle riprese, i movimenti lenti di macchina dal basso verso l’altro sono stati il must di questo Stanotte a… Il ‘carrello’ nel Pantheon o quello ai piedi di Savonarola a Campo de’ Fiori, giusto per fare un esempio, sono davvero ipnotici.

 

Quel che mi ha davvero colpito questa volta è l’attenta ricerca della simmetria nelle immagini. Come se questa volta la ‘missione’ fosse proprio quella di ‘misurare’ le parti, di cercare un equilibrio nuovo nel racconto e nelle inquadrature. Il pensiero corre subito a due momenti, che uso come esempi.

Il primo è l’esibizione di Claudio Baglioni al Colosseo: lui al piano e l’arena alle sue spalle sembrano immortalate in uno ‘split screen’ tra antico e contemporaneo, tra spettacolo antico e intrattenimento moderno, dato solo dalla posizione della camera. Una meraviglia.

Stanotte a Roma Claudio Baglioni

E poi il momento nel Pantheon: a parte già citato lento movimento di camera che rende ancora più maestoso il luogo e la pioggia di rose in CGI – che fa subito American Beauty -, il plongée sfrutta e prende forza dalla simmetria del mosaico del tempio. Un quadro.

La ricerca della simmetria, dunque, è a mio avviso il tratto distintivo, sul piano audiovisivo, di questo Stanotte a Roma.

E a proposito di audio, la colonna sonora gioca sempre di più con gli effetti di senso dati dalla ‘rima’/’contrasto’ tra immagini e brani scelti, ma risultano ancora un po’ ‘staccati’ dal resto della colonna audio, che non rinuncia a quel tappeto musicale che è ormai uno degli elementi di maggiore continuità tra i vari titoli di Angela. Non il migliore, ma a suo modo un elemento di forte identità.

La prossima sfida? Raccontare la Roma di oggi

Nel vedere Alberto Angela girare per le stradine di Roma per raccontare il piacere dei romani per convivialità ho sognato una versione di ‘Stanotte a…’ dedicata alla Roma di oggi. Sarebbe un’esperienza ai confini della realtà vedere proprio lui, che ha raccontato come vivevano gli antichi romani nei suoi libri e che ci ha ‘mostrato’ il quotidiano dei pompeiani prima dell’eruzione del Vesuvio, che interpreta i graffiti sui muri della Capitale e quelle ‘installazioni’ contemporanee fatte di segnali stradali ‘vandalizzati’, di motorini parcheggiati dove non si può, di vicoli suggestivi mangiati dal traffico.

Stanotte a Roma

“The dark side of Rome”, verrebbe da dire, quella che di notte lascia il posto solo alla sua incredibile bellezza, quella su cui ci si è concentrati in questo Natale 2024. Ecco, penso che solo Angela potrebbe raccontare il lato quotidiano di Roma dandogli un senso, garantendo una lettura antropologica e sociale credibile, una logica spiegazione storico-culturale. Magari in un prossimo Natale… E intanto aspettiamo già il prossimo capitolo di Stanotte a…