Squid Game, dalla Corea del Sud la serie tv Netflix che diventerà la più vista di sempre: tutto quello che dovete sapere
Un gioco perverso con al centro 456 persone e tanti ricordi d’infanzia: tutto quello che dovete sapere sulla serie tv di cui parlano tutti
Se entrate spesso nel catalogo di Netflix, sicuramente ne avrete intravisto la locandina ed, incuriositi, avrete iniziato a vedere il primo episodio. E poi un altro, poi un altro ancora: non sentitevi soli, perché Squid Game, nel giro di circa due settimane, si è già candidata a diventare la serie tv non in lingua inglese più vista di sempre sulla piattaforma streaming. Il motivo di questo successo sta anche nei suoi segreti legati al dietro le quinte: qui ve li sveliamo tutti!
La trama di Squid Game
Squid Game (letteralmente “il gioco del calamaro”) è ambientato in Corea del Sud. Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) è un uomo la cui vita è allo sbando: dipendente dalle scommesse sulle corse dei cavalli, è sommerso di debiti, vive con la madre e gli è stata tolta la custodia della figlia avuta dalla ex moglie.
Un giorno, in metropolitana, viene avvicinato da un uomo in giacca e cravatta che lo mette alla prova con un semplice gioco, e gli fornisce un biglietto da visita sui cui è scritto un numero di telefono. La proposta è allettante: partecipare ad un gioco con un montepremi in denaro. Dopo aver saputo che l’ex moglie sta per trasferirsi con la figlia a Los Angeles, Gi-hun decide di fare parte del gioco.
Portato in una location misteriosa, scopre che oltre a lui altre 455 persone hanno accettato di giocare. Tra loro c’è un anziano signore (Oh Yeong-su) affetto da un tumore celebrare, Cho Sang-woo (Park Hae-soo), amico d’infanzia della protagonista, la profuga nordcoreana Kang Sae-byeok (Jung Ho-yeon) ed il pakistano Ali Abdul (Anupam Tripathi).
I giochi organizzati da un misterioso personaggio, noto come Frontman (Lee Byung-hun), sono allestiti in enormi spazi da un gruppo di persone rigorosamente vestite con una tuta rossa e con una maschera nera. Ogni gioco, inoltre, è ispirato a quelli dell’infanzia, conosciuti quindi da tutti. Fin dall’inizio, però, si capisce che non si tratta di una gara qualsiasi: chi perde o non rispetta le regole, infatti, viene ucciso all’istante.
La tentazione di rinunciare è scappare è alta, ma quando un enorme salvadanaio inizia a riempirsi di denaro e viene svelato che il montepremi finale è di 46.500.000.000 won (ovvero quasi 34 milioni di euro), i partecipanti decidono di rimanere e di affrontare i giochi, sempre più letali.
Il creatore di Squid Game
Se i protagonisti si chiedono nell’arco di tutti e nove gli episodi della prima stagione chi ci sia dietro questo gioco perverso, scoprire chi ha creato Squid Game è molto più facile: l’artefice è Hwang Dong-hyuk, che ha scritto e diretto le puntate.
L’idea di Squid Game (il cui titolo iniziale doveva essere “Round Six”) risale a ben 13 anni fa, come rivela il regista stesso:
“Nel 2008 avevo debuttato da poco. Era un periodo in cui frequentavo negozi di fumetti e leggendone molti, pensavo di scrivere una storia simile a quelle dei fumetti in Corea e nel 2009 ho completato la sceneggiatura”.
Una sceneggiatura (pensata all’inizio per un film) che però resta nel cassetto per molto tempo, data la difficoltà nel reperire i fondi necessari per la sua realizzazione: “Alcuni pensavano che fosse troppo complicata e per niente commerciale. Non sono riuscito a ottenere abbastanza finanziamenti e il casting non è stato facile. Dopo averci lavorato per circa un anno, l’ho accantonata”.
Solo nel 2019 -e dopo che il regista aveva realizzato tre film di successo, “Silenced” (2011), “Miss Granny” (2014) e “The Fortress” (2017)- Squid Game diventa realtà, grazie a Netflix che, stando sempre alle parole del regista, “non mi ha imposto limiti e mi è stata concessa piena libertà creativa di fare ciò che volevo”.
I luoghi di Squid Game
La creatività della serie non sta solo nella sua storia, ma anche nel come è stata messa in scena, a partire delle scenografie, semplici ed inquietanti allo stesso tempo. Per la direttrice artistica Chae Kyoung-sun i luoghi ricreati nella serie sono stati realizzati “in modo che gli spettatori pensassero alle intenzioni nascoste di Squid Game come abbiamo fatto noi“. L’idea è stata quella di simulare i parchi giochi reali, in modo che gli attori potessero entrare più facilmente nell’azione.
Chi ha visto la serie non può non essere rimasto affascinato dalla riproduzione dei vicoli coreani degli anni Settanta ed Ottanta, in cui si svolge uno degli episodi più drammatici. “Sembrava davvero realistico, come i vicoli del passato”, ha commentato Park Hae-soo. “Era come trovarsi di fronte a vere case di un altro tempo. Ha creato uno strano senso di nostalgia e un’insolita tensione”.
Il significato di Squid Game
Fin dalle sue prime scene, appare chiaro che la serie voglia lanciare un messaggio che vada oltre l’inquietudine e la tensione offerta dalla trama. Squid Game mette in evidenza come le diseguaglianze sociali siano ancora presenti nel mondo di oggi, e come il denaro resti l’ago della bilancia per misurare la libertà di una persona.
“Volevo scrivere una storia che rappresentasse un’allegoria o una favola sulla società capitalistica moderna, che descrivesse una gara estrema, un po’ come la vita”, ha spiegato il regista, che ha scelto di utilizzare i giochi dell’infanzia come prove da superare non a caso.
Se alcuni di questi (come il gioco del calamaro che dà il titolo alla serie) sono tipicamente coreani e poco noti al resto del pubblico, altri (come Un, due, tre stella) sono universali: un mix che permette a questa serie di catturare un pubblico proveniente da ogni Paese, grazie anche alla forza dell’umanità e della speranza di cui è intrisa la serie.
Squid Game in italiano
Squid Game al momento è al primo posto delle serie tv più viste in Italia, eppure la versione doppiata in italiano non c’è. E’ comunque possibile seguire la versione sottotitolata in italiano o in inglese, o ancora la versione doppiata in inglese, oltre che in altre lingue. Non è dato sapere se e quando Netflix inserirà il doppiaggio italiano tra le opzioni.
La serie più vista di sempre su Netflix
Il primato de La Casa di Carta potrebbe avere le ore contate. Secondo Ted Sarandos, co-Ceo di Netflix, Squid game a sole due settimane dalla sua uscita (ha debuttato il 17 settembre 2021) ha raggiunto delle visualizzazioni che la candidano a diventare la serie tv non in lingua inglese di Netflix più vista di sempre. La conferma si avrà solo a metà ottobre, quando saranno passati 28 giorni, periodo che Netflix utilizza per calcolare la popolarità di una propria produzione.
Non solo: Squid Game potrebbe diventare in assoluto la serie tv di Netflix più vista di sempre, superando serie tv come Bridgerton, The Witcher e Lupin, che ad oggi occupano il podio di serie originali con il maggior numero di visualizzazioni ottenute.
Il numero di Squid Game? E’ vero!
Con il successo, arrivano anche i primi aneddoti legati alla serie. Uno ha a che fare con il numero di telefono che è scritto sul biglietto da visita che il protagonista riceve nel primo episodio. Un numero che esiste realmente ed appartiene ad un cittadino coreano che non c’entra nulla con la serie.
L’uomo, un 40enne che vive nella provincia di Gyeonggi, è stata sommerso di telefonate di fan della serie, fino a riceverne ben 4.000 al giorno. Una svista da parte della produzione, che non ha verificato che il numero appartenesse a qualcuno, ma l’uomo si rifiuta di cambiare il proprio numero di telefono: per questo si starebbe cercando un’altra soluzione.
Squid Game e la causa intentata per il traffico dati in Corea del Sud
L’ente sudcoreano SK Broadband ha espresso la propria volontà di fare causa a Netflix. Il motivo? L’eccessivo traffico dati ad alta velocità generato dalle numerosissime visualizzazioni della serie tv in Patria. Per reggere tale portate, le infrastrutture dovrebbero essere soggette a manutenzione, e secondo il provider anche Netflix dovrebbe contribuire alle spese. Sempre secondo SK Broadband il traffico dati causato da Netflix negli ultimi anni è aumentato fino ad 1,150 GigaBytes al secondo, tanto da aumentare notevolmente i costi di gestione delle strutture.