Squadra Antimafia 3, Gianmarco Tognazzi a TvBlog: “Antonucci potrebbe tornare in Squadra Antimafia 4, ho dato la mia disponibilità”
Intervista all’attore che in Squadra Antimafia 3 interpreta il giudice Giorgio Antonucci
Questa sera alle 21:10 su Canale 5 andrà in onda l’ottava puntata della fiction di successo Squadra Antimafia – Palermo Oggi 3, prodotta da Taodue. Dopo aver realizzato interviste a Giulia Michelini & Simona Cavallari, Marco Bocci e Giuseppe Zeno, vi proponiamo quest’oggi una chiacchierata con Gianmarco Tognazzi che nella serie interpretava il magistrato Giorgio Antonucci. Gianmarco ci ha parlato del suo ruolo, delle sue esperienze passate tra cui Il Bene il Male, sul quale ha presentato un’analisi sugli ascolti e sul prossimo futuro. In particolare, si augura di far parte di Squadra Antimafia 4 che Pietro Valsecchi ha già anticipato che si girerà a luglio.
Come hai vissuto l’esperienza di Squadra Antimafia 3? Sei entrato a far parte di un cast consolidato in un ruolo tutt’altro che scontato.
“Molto bene. Può essere considerato il frutto di rapporti già consolidati visto che con la Taodue avevo già partecipato in ‘Francesco‘ e Maria Montessori due serie, una con Raoul Bova e l’altra con Paola Cortellesi, che sono andate benissimo. Con Valsecchi non avevo ancora affrontato la lunga serialità e, quando si è verificata l’ipotesi di entrare in questo cast con un ruolo da un ampio arco narrativo come quello di Antonucci, sono stato molto contento di accettare”.
Due puntate fa il giudice è sparito dalle scene in questa stagione. Non sappiamo se lo rivedremo nelle prossime puntate, ma si può pensare ad un suo ritorno magari in Squadra Antimafia 4 che si girerà a luglio?
“Non so se avrà una sua prosecuzione questo ruolo, probabilmente sì, però non so ancora in che forma. Diciamo subito che non dipende da me, fosse per me, anche per come mi sono trovato con i colleghi e con il regista Beniamino Catena, direi subito di sì. Poi il mio personaggio è bello da interpretare: nasce buono, poi rivela essere qualcos’altro, anche se non direi che è ambiguo perchè Antonucci è molto coerente con quello che è: un uomo che lavora per il para-stato facendo il lavoro ufficiale di pm. Il suo è in qualche modo un livello più intellettuale di De Silva: non è l’uomo dei servizi segreti che spara ma quello che sfrutta i servizi per business, agevolato dal proprio ruolo istituzionale”.
Una talpa insomma.
“Secondo me definirlo così è riduttivo, perchè la talpa è una sorta di spione, mentre Antonucci è qualcosa di più. Se De Silva è diventato una scheggia impazzita, il giudice che interpreto appare come pm per tutti, ma il suo vero lavoro è quello di essere dei servizi segreti, uno del Sisde. Definirlo solo una talpa è come relegarlo al ruolo di piccolo pm venduto al malaffare. E’ infatuato di Claudia Mares ma sarebbe anche disposto, come ha fatto, a scagionare Rosy Abate perchè serve al sistema. E’ un uomo con sentimenti anche se al di sopra di questi, vengono sempre degli ordini superiori sui quali preferirei non anticipare troppo”.
Consideri il personaggio di Antonucci attuale in relazione alle cronache che leggiamo quotidianamente sui giornali? Non tanto come pm quanto come persona delle istituzioni che risponde anche ad un interesse privato.
“Direi di no, questo vorrebbe dire che i nostri magistrati sono uomini dei servizi segreti e lavorano sottobanco. Potrebbero esserci delle persone come lui in Italia non nella magistratura, perchè il nostro Paese da sempre ha dovuto convivere con il sistema mafioso che è sì di organizzazione, ma anche un modo di pensare. La mafia è un concetto più alto dell’associazione intesa tra criminali che si fanno la guerra tra loro; è nell’attualità per mille motivi ed è difficile da debellare, proprio perchè va al di là di questo. Diciamo pure che poi questa è una fiction e deve romanzare, non è un documentario o un telegiornale, benchè si parli di rifiuti e rifiuti tossici, un argomento di grande attualità anche recente”.
Parliamo di altro. Oltre a Squadra Antimafia 3, qualche anno fa hai partecipato anche alla lunga serialità “Il Bene e il Male” per Rai 1 che però non ha dato esiti confortanti in termini di ascolto tanto da essersi fermato alla prima stagione.
“Mi sono molto rammaricato che non si sia andati avanti, perchè sarebbe stato un ottimo tentativo per svecchiare il pubblico di Rai 1. Devo ammettere che siamo stati anche sfortunati in quell’occasione, perchè ci siamo trovati in mezzo ad una controprogrammazione che non ci ha consentito di poter essere seguiti dal pubblico come avrebbe meritato il prodotto”.
Forse, con il senno di poi, la serie sarebbe stata più adatta per il pubblico di Canale 5 abituato a questo genere di prodotti e meno a quello dell’ammiraglia pubblica seguita principalmente da telespettatori più adulti che amano le storie rassicuranti?
“Non sono d’accordo. Il Bene e il Male è andato in onda su Rai 1 con lo spirito di portare il pubblico più giovane sull’ammiraglia. La coincidenza ha voluto che come controprogrammazione avessimo il Grande Fratello nell’edizione che ha raggiunto gli ascolti più alti arrivando anche al 35% di share e X Factor nella sua seconda stagione dopo l’exploit del primo anno. Di fatto, nonostante quel pubblico fosse bloccato su quei prodotti, la serie ha fatto circa 5 milioni (4.700.000 – 4.600.000 – 4.900.000 ecc.) pur se con un basso share. Credo che per la sua collocazione potesse avere un seguito: ha avuto telespettatori fissi dalla prima alla dodicesima puntata (addirittura nell’ultima abbiamo chiuso oltre il 22%), mantenendo un interesse costante fino alla fine. Detto ciò, oggi sono contento dei risultati di Squadra Antimafia: è una serie di grande successo, alla sua terza stagione che ha dimostrato di avere una continuità impressionante, confortata dai numeri, specialmente tra il pubblico più giovane. La cosa che mi è piaciuta è che il pubblico ha gradito i personaggi storici, ma anche i nostri nuovi come il mio Antonucci o Calcaterra interpretato da Marco Bocci soprattutto dopo la scomparsa di un grande attore come Claudio Gioè“.
Parlando di esperienze passate tra le tante fiction (“Francesco”, “Maria Montessori”, “Versilia 1966”, “David Copperfield” per citarne alcune), i molti film e le opere a teatro, quale è quella che hai preferito, che ti è rimasta più impresso?
“Sono un generalista e sono legato a tutti i progetti e a tutte le persone con cui ho lavorato in maniera diversa. Sono stato molto fortunato con la fiction anche se non l’ho fatta con regolarità: è andata benissimo con Francesco, grandi apprezzamenti e ottimi ascolti; benissimo con Paola Cortellesi in Maria Montessori la cui seconda puntata raggiunse 9 milioni e mezzo; è andata bene anche con David Copperfield che sarebbe dovuta andare in autunno e invece a sorpresa è stata trasmessa in primavera con poco battage sul pubblico e ovviamente sono contentissimo dei risultati di Squadra Antimafia. Non riesco a sceglierne una: se posso dirlo, forse la cosa che inizia a starmi stretta è il fatto che pare che mi debba specializzare in stro… di tutte le epoche. Ho cominciato la mia carriera sulla simpatia e sulla commedia ma poi da Romanzo Criminale in avanti è cambiato il modo di vedermi da parte di produzione e registi. Sia chiaro, mi fa piacere, perchè mi ha dato queste opportunità di lavoro però temo che stia diventando un limite. Mi piacerebbe tornare a interpretare anche personaggi buoni, simpatici, innuocui e credo che anche che il pubblico lo gradirebbe”.
Tra le tue precedenti esperienze hai fatto anche il conduttore. Da giovanissimo hai condotto un programma come “Fans Club” su Canale 5 e il Festival di Sanremo nell’edizione dei figli di. Cosa ricordi di quel periodo?
“Avevo solo vent’anni e affrontavo la professione avendo avuto anche la fortuna, non lo nego, di chiamarmi Tognazzi ed essere figlio di un grande attore come mio padre. Le occasioni che mi sono arrivate, visto che avevo un temperamento di uno che si buttava, le ho sfruttate tutte ma poi ho capito che in realtà non volevo fare nella mia vita il presentatore e diventare un personaggio. Fare solo me stesso non mi divertiva, volevo fare qualcosa di diverso. Credo che il mio cambiamento da quando mi sono messo a teatro e la cinema con Crac e Ultrà si sia visto in maniera netta. Dovevo prendere una decisione: o fare il personaggio televisivo aprendomi a tante opportunità facendo l’attore a tempo perso, o darmi completamente al pubblico nella recitazione. Ho optato per questa seconda opportunità e oggi sono contento della scelta fatta”.
Fai parte di una famiglia di artisti, Ricky, Maria Sole, Thomas. Se ti proponessero di realizzare un remake di un film di tuo padre lo faresti?
“No, non lo rifarei perchè sarebbe innanzitutto la copia di un film e pure la copia di un figlio che fa il ruolo del padre. Lo potrei fare solo nel caso in cui l’obiettivo fosse quello di costruire un’operazione diametralmente opposta, con un personaggio diverso e caratterizzazioni differenti. Avevo pensato insieme ad Alessandro Gassman anni fa di fare un remake de I Mostri chiamandolo I Figli dei Mostri, che prendeva spunto dal film di mio padre, rappresentando episodi diversi. Era una cosa che avevamo pensato di fare già nel 1990, non siamo riusciti a cogliere l’interesse dei produttori e il progetto è stato accantonato. Sembrava interessante, evidentemente lo era solo per me”.
Oggi sei un attore affermato, tuo fratello e tua sorella spaziano dalla recitazione alla regia con ottimi risultati. Non hai mai pensato di fare il regista?
“Ho un difetto principale, quello di pretendere moltissimo dal mio lavoro e dagli altri, ho uno spiccato senso della professionalistà che certe volte può essere presa per altro. Mi sono sempre dato l’obbligo di non fare il regista, anche perchè mi sembra una scelta che ormai facciano più o meno tutti; io preferisco far bene una cosa e cercare di esprimermi al meglio su ciò su cui ritengo di avere più predisposizione, ossia l’attore. Credo che Ricky sia sicuramente bravo come regista quindi perchè dovrei farlo anch’io? Certo, se un domani per darmi l’occasione di fare delle cose che il mercato non mi da’ l’opportunità di fare ne fossi costretto, potrei anche fare il regista. Ma forse avendo tre fratelli che fanno questo mestiere e molto bene credo sia opportuno che io continui a fare l’attore. Dopo il paragone che spesso fanno con mio padre, non vorrei trovarmi pure a confronto con loro”.
Per concludere, cosa farai a breve? Ci auguriamo ovviamente di vederti a Squadra Antimafia 4.
“Sarei ben contento di essere a Squadra Antimafia ma dipende dagli sceneggiatori cosa decidono del mio personaggio. Io la mia disponibilità l’ho già data. Di altro, ci sono una serie di cose che però preferirei non anticipare troppo. Dovrebbe esserci una mia partecipazione televisiva, una cinematografica a settembre e una a luglio in un piccolo ruolo di una produzione internazionale. Ad ogni non posso dare dei titoli, sicuramente da gennaio farò un nuovo spettacolo a teatro, “Nemico del popolo“, di Ibsen”.
mb