Squadra antimafia 2 – Palermo oggi: TvBlog intervista l’autore Sandrone Dazieri
Come anticipato, stasera su Canale 5 torna “Squadra antimafia 2-Palermo oggi”, la fiction con Simona Cavallari, Giulia Michelini e Claudio Gioè. Per saperne di più su questa stagione, vi rimandiamo all’apposito post. Qui vogliamo, invece, proporvi l’intervista che abbiamo avuto l’occasione di fare a Sandrone Dazieri (foto di Rossella Rasulo), autore -o meglio story editor-
Come anticipato, stasera su Canale 5 torna “Squadra antimafia 2-Palermo oggi”, la fiction con Simona Cavallari, Giulia Michelini e Claudio Gioè. Per saperne di più su questa stagione, vi rimandiamo all’apposito post. Qui vogliamo, invece, proporvi l’intervista che abbiamo avuto l’occasione di fare a Sandrone Dazieri (foto di Rossella Rasulo), autore -o meglio story editor- della serie.
Dazieri, in libreria in questi mesi con “La bellezza è un malinteso” (in cui compare ancora una volta il “Gorilla”, il suo alter-ego arrivato anche al cinema col volto di Claudio Bisio nel film “La cura del Gorilla”), ci ha raccontato dell’esperienza di scrivere per la tv, del ruolo dello story editor, del rapporto col produttore Pietro Valsecchi e dell’interpretazione di Fabrizio Corona in queste puntate. E di un suo sogno nel cassetto…
Stasera torna “Squadra Antimafia”: in poche parole, come descriverebbe questa seconda stagione?
“Faccio fatica a definire in modo obiettivo un mio lavoro. Diciamo che mi sembra avvincente, divertente e utile. Utile perché propone modelli di “eroi popolari positivi” che si oppongono alla criminalità e alla mafia. E mi sento molto vicino alla sensibilità del regista Catena, per come ha adattato le sceneggiature allo schermo e ha lavorato con gli attori.”
Lei è una new entry tra gli autori: aveva seguito la prima stagione? Come le è sembrata?
“Bella. E ho amato moltissimo i personaggi. Poi è piaciuta al pubblico, ed è quello che conta.”
Quali cambiamenti ha voluto portare a questi nuovi episodi rispetto al passato?
“Bé, non potevamo ripeterci, occorre sempre dare qualcosa di nuovo a chi segue la serie. Nuova squadra, nuove sfide, nuovi nemici. Poi, rispetto alla precedente, la serie è molto più orizzontale: più che una serie di episodi l’abbiamo concepita come un tutt’unico, un film diviso in serate. E personalmente provo un grande piacere a delineare le linee dei cosiddetti ‘personaggi secondari’. Mi piace vederli cambiare durante la serie, prendere delle decisioni, maturare, innamorarsi…”
Rivedremo Claudio Gioè nei panni del traditore Ivan Di Meo, che a questo punto immaginiamo passerà totalmente dalla parte del nemico. Può anticiparci qualcosa?
“No comment. E’ una storia, la sua, tutta da scoprire… E riserverà molte sorprese.”
Tra i personaggi, ci sarà anche “Il catanese”, uno spietato killer interpretato da Fabrizio Corona. Perché la scelta è caduta su di lui (anche se voi autori non siete stati coinvolti direttamente nella scelta del cast)?
“Decisamente il reparto scrittura non si occupa del casting. Mi è parso che Fabrizio abbia svolto egregiamente il suo lavoro, ma non aspettatevi di trovarlo come protagonista. Il suo è un cameo, del quale si è parlato forse un po’ troppo.”
La partenza era prevista per il 12 aprile, ma Mediaset ha poi rimandato la prima puntata al 27 aprile. Sa il perché? Avrebbe preferito un altro periodo di messa in onda?
“La lotta dei palinsesti è sempre stata durissima. Vent’anni fa, quando facevo il redattore di riviste televisive (tipo Onda Tv), ricordo che i programmi cambiavano in continuazione, ed eravamo costretti a modificare le pagine all’ultimo, prima di andare in stampa. Non credo sia cambiato molto da allora. A parte questo, se la scelta è stata buona o cattiva per la messa in onda lo scopriremo presto.”
Può già dirci se ci sarà una terza stagione di “Squadra antimafia” e se lei ci lavorerà?
“La terza è in fase di scrittura, Valsecchi e la rete mi paiono intenzionati a produrla. Ma la scelta finale dipenderà dal gradimento di questa. Anche la scelta dell’editor…”
Per “Squadra antimafia 2” lavora sia al soggetto di serie che come story editor: ci può spiegare in cosa consistono questi ruoli ed in cosa differiscono da quello dello sceneggiatore?
“Il soggetto di serie è, in poche parole, lo schema di quello che accadrà nelle varie puntate e ai vari personaggi: la bibbia, come si dice in gergo. Lo story editor, dopo averla scritta, la consegna agli sceneggiatori che sviluppano la puntata secondo le sue indicazioni. A volte sceneggia direttamente una puntata o due, ma io non lo faccio mai, perché mi sembra che alteri la mia visione d’insieme. Voglio guardare la serie dall’alto, per vederne le magane e le incongruenze. L’editor ha anche la responsabilità di sovrintendere il lavoro degli sceneggiatori, di effettuare la revisione finale , di rispondere alle richieste del regista, di modificare una scena se, per esempio, a set aperto, un attore ha dei problemi, o cambiano le condizioni climatiche e non si può girare open in quei giorni: in sostanza, coordina il lavoro di scrittura. Negli Stati Uniti ci sono varie definizioni per i responsabili di queste varie fasi, ma da noi le si sommano più o meno nella figura dell’editor.”
Questa è la sua seconda collaborazione con Pietro Valsecchi (la prima è stata “Intelligence”): come vi siete conosciuti?
“Una notte all’una mi è arrivata una sua telefonata. Mi ha chiesto: ti intendi di Servizi Segreti? Gli ho risposto “più o meno”, visto che per cinque anni ho diretto tra l’altro la collana Segretissimo della Mondadori, che di spionaggio si occupava. Mi ha spiegato che gli serviva un editor per effettuare la revisione finale di Intelligence, e io ho accettato il lavoro.”
Valsecchi (che firma il soggetto di serie), e in generale la Taodue, hanno imposto a lei ed al resto dello staff creativo delle linee guida per questa seconda stagione o avete avuto libertà assoluta?
“Tutto quello che esce dalla Taodue ha l’impronta di Pietro. Le serie prima nascono nella sua testa, poi vengono messe su carta. Funziona così: lui ti dice come la serie parte, come deve finire e quali sono i punti di svolta principali, all’editor spetta di unire i punti e costruire le linee dei personaggi e per fare questo ha la libertà assoluta, anche di cambiare alcune delle premesse, se convince il produttore. Si discute molto, è un lavoro di squadra.”
Quanto ci si mette a scrivere una serie come questa? E come si svolge l’iter di stesura delle puntate?
“Più o meno sei mesi. La stesura della bibbia ne prende circa un paio, con varie discussioni e aggiustamenti. Poi gli sceneggiatori scalettano le puntate e le discutono con gli editor (in Squadra Antimafia ero affiancato dall’ottimo Luca Monesi), e ci vuole un altro mesetto. Poi gli sceneggiatori si mettono al lavoro e in un mese producono la prima stesura della sceneggiatura di puntata. Altre discussioni e aggiustamenti, poi arriva la seconda stesura. A questo punto sono passati circa cinque mesi, e nell’ultimo mese si lavora con il regista e i suoi aiuti per effettuare la revisione finale. Quando il set si apre, se tutto va bene l’editor non ha più niente da fare. Ed è un peccato, perché la vita sul set è affascinante. Ci vado il meno possibile, però, perché mi rendo conto di essere un ospite gradito, ma pur sempre un ospite. Non hai niente da fare mentre gli altri stanno lavorando e stai sempre un po’ tra i piedi.”
Come considera il livello dell’attuale fiction italiana? Migliore, peggiore, o stabile rispetto al passato?
“Migliore. E’ cresciuta come qualità, vista nel complesso. Poi ci sono cose che mi piacciono e altre che mi fanno orrore, come è giusto che sia.”
Non possiamo fare un paragone tra la fiction italiana e la serialità made in Usa, ma se potesse fare un riadattamento nostrano di una serie americana, quale sceglierebbe? E perché?
“Sicuramente 24. Non tanto per la questione ‘spionaggio’, ma perché mi piacerebbe scrivere qualcosa in tempo reale. E’ una bella sfida. Poi mi piacerebbe rifare, ma questo è un mio vecchio pallino, la serie Tony e il professore, ambientata in Italia con un criminologo italiano e magari un ragazzino immigrato. Per ricordarsi quella serie, però, bisogna avere piu’ di quarant’anni.”
Come ha preso la decisione da parte della Fox di sospendere “24”? Da sceneggiatore, pensa che ci fosse ancora qualcosa da dire o hanno fatto bene a chiudere?
“Mi è dispiaciuto. Jack è quasi uno di famiglia. Ma in effetti le ultime due stagioni mancavano di idee. La scrittura non era all’altezza delle precedenti.”
Prima di “Squadra antimafia 2” ha scritto sia per il cinema (con “La valle delle ombre”, “Un gioco da ragazze” e “La cura del Gorilla”, tratto dal suo omonimo libro) che per la tv, sceneggiando due film per la serie “Crimini” (“L’ultima battuta” e “Bestie”) e lavorando ad “Intelligence”: quali dei due settori le ha dato più soddisfazione a livello creativo, e perché?
“Il Gorilla era tratto da un mio romanzo e la soddisfazione di vedere Claudio interpretare il mio personaggio rimane una delle più grosse della mia vita. A parte il Gorilla, comunque, la maggior soddisfazione creativa l’ho trovata con le due serie che ho fatto per Taodue: Intelligence e Squadra Antimafia. Comunque, tutte le esperienze mi hanno insegnato qualcosa, e ho avuto il privilegio di lavorare con gente bravissima.”
A proposito de “La cura del Gorilla”: tornerà al cinema questo personaggio interpretato da Claudio Bisio? E perché non farne una serie tv, visto che il Gorilla è comparso in più di uno dei suoi libri?
“Ci sono delle idee in proposito, ma è presto per parlarne.”
Prima di chiudere, ha in programma nuovi progetti per la televisione o il cinema?
“Sì. Ma ho imparato una cosa: finché non si apre il set, meglio non farci troppo conto. L’imponderabile è sempre in agguato…”
Grazie mille per la sua disponibilità, ed in bocca al lupo per “Squadra antimafia 2-Palermo oggi”!