Sprechi in Rai, ancora appalti esterni. Red or black 800 mila euro a puntata
Il flop di Frizzi e Cirilli ha costi imbarazzanti ed è tutto appaltato esternamente.
Vi ricordate Parla con me della Dandini, chiuso perché la Rai voleva tagliare sulle produzioni esterne (in quel caso Fandango, rientrata dalla finestra con Gazebo di Zoro)?
Anche nella tv di stato affidata a Luigi Gubitosi, in realtà, i programmi continuano ad essere appaltati a importanti case di produzione. D’altronde, se l’alternativa è andare avanti con le idee interne di Max Giusti, importare i format, per poi farli riadattare dai grandi centri di produzione, diventa il solo modo per (provare a) rinnovare i palinsesti.
Peccato che molti format spettacolari costino molto di più di quanto rendano (oltre al fatto che, senza alcun riadattamento al linguaggio della nostra generalista, diventano flop annunciati). Risultato? Sprechi peggiori del cachet di Vieri a Ballando con le stelle, di cui si parlava ieri (Milly si è difesa dicendo “Siamo uno show che vive di star. Non è solo questione di ascolti. Bisogna vendere un prodotto. La Sipra prima di vendere la pubblicità chiede: chi c’è a Ballando?”).
Stando a un report di Dagospia, infatti, Red or black costerebbe circa 800 mila euro a puntata (nonostante gli ascolti siano crollati al 12%) con un contratto senza precedenti. A quanto pare tutte le riprese delle clip, i montaggi e perfino i backstage sono stati appaltati alla Magnolia che detiene i diritti del Format. Stessa Magnolia che, pur a costi più contenuti, ha realizzato Un minuto per vincere su RaiDue al 6%.
Ma, quel che trovo più incredibile a Red or black, è che ci sia una possibilità su due che un concorrente fortunato si porti a casa 100 mila euro, montepremi che potrebbe essere meglio investito (specie in tempi in cui il merito è bloccato dall’assenza di fondi per la ricerca).
Fa anche pensare il costo di una serata-evento istituzionale come Eroi di tutti i giorni. Programmata per sabato 6 aprile, contro il serale di Amici, è costata 700mila euro (più del doppio dei soldi generalmente stanziati per i numeri zero). A realizzarla la 2B TEAM di Marco e Cristiano Casella, sempre secondo Dagospia “molto vicini a Silvio Berlusconi entrati nel 2010 a tempo di record nell’elenco dei fornitori RAI per dei servizi realizzati nientepopodimeno per Unomattina”.
Ancora per The Voice, partito su RaiDue col 12%, si parla di un costo di 1 milione di euro. Libero, invece, denuncia oggi il caso dei cachet esorbitanti di Fabio Fazio (per lui già prima di Sanremo si parlava di 2 milioni di euro l’anno) e Lucia Annunziata, non soggetti a spending review.
E, ancora, sempre Libero ripercorre gli sprechi più rilevanti – stavolta non addebitabili a Gubitosi – fatti in Rai nelle ultime annate. Tra i programmi flop dai costi elevati Balls of steel in seconda serata su RaiDue, Votantonio, Wild West e Star Academy in prima serata sempre su RaiDue.
Infine, i cachet altrettanto generosi elargiti a Paolo Bonolis e Roberto Benigni a Sanremo 2009: 1 milioni di euro al primo e la cessione dei diritti per il secondo alla tv pubblica, valutati tra i 350 mila euro e i 2 milioni di euro.
Ma vogliamo aggiungere il pacchetto di 6 milioni di euro per una serata sulla Costituzione e in più gli Speciali precotti di Tuttodante, fermi al 6% quanto un telefilm qualsiasi?