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Spot tv, il discorso di Chaplin tra Lavazza e Amnesty International

Il Discorso all’Umanità di Chaplin è già stato usato in pubblicità per una campagna dal taglio molto diverso.

pubblicato 8 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 02:11

Il Discorso all’Umanità che chiude Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin è l’anima del nuovo spot Lavazza, in onda dal 1° maggio sulle principali reti tv. L’accorato appello del dittatore all’unità dei popoli per un mondo migliore – accompagnato da immagini ormai comuni alle varie campagne motivazionali che stanno riempiendo gli schermi di tutto il mondo in tempi di lotta al Coronavirus e di crisi per l’advertising classico – ha infiammato i telespettatori, ma non ha trovato l’unità sperata. C’è chi oppone al messaggio ritenendolo ‘troppo politico’, chi lo trova inadeguato a una campagna di brand, chi eccessivamente retorico e c’è chi invece ha riscontrato nelle parole di Chaplin uno sprone a fare meglio, nel segno di quell’Andrà tutto bene” o “Ne usciremo migliori” che ha segnato le primissime fasi di questa vita in Pandemia.

Lo spot, firmato dall’agenzia Armando Testa e intitolato Good Morning Humanity, ha di certo catalizzato l’attenzione: obiettivo centrato, quindi, per il primo dei contenuti di una campagna più ampia del marchio raccolta sotto l’hashtag #TheNewHumanity, concept intorno cui ruotano diversi progetti di Lavazza, tra cui il Calendario 2021.

“Vogliamo parlare al cuore delle persone con un messaggio positivo che arriva dal passato. Lavazza prende posizione e decide di andare oltre il ruolo affidato alla comunicazione di marca, facendosi portavoce di un appello potente a favore del risveglio della sensibilità individuale. È questo il buongiorno di una “nuova umanità” che fa del progresso, della sostenibilità e della tolleranza le basi sulle quali fondare il nostro prossimo rinascimento”

ha dichiarato Carlo Colpo, Group Marketing Communication Director and Brand Home Director di Lavazza nella nota stampa che ha accompagnato l’uscita dello spot per spiegare il concept della brand campaign 2020. Giusto per chiarire le intenzioni.

Ma non è la prima volta che il Discorso all’Umanità di Chaplin viene utilizzato in pubblicità. Recentemente, infatti, è stato usato da Amnesty International per la campagna #RestartYourSpeech in uno spot 2017 realizzato in Portogallo dall’agenzia Havas Portugal con la casa di produzione Krypton. In questo caso il discorso del dittatore viene ridistribuito tra i ‘grandi della Terra’, da Hollande a Putin, da Orban alla Merkel, da Draghi a Trump, nella speranza, un giorno, di sentire quelle parole, sia pur tratte da un film, nei discorsi di chi governa realmente il pianeta, riscrivendo completamente contenuti e toni solitamente usati.

Ed è tutta un’altra cosa.

 

Le cose belle – e soprattutto di valore – vanno sapute usare. E non stanno bene su tutto…

Spot Lavazza 2020 | Il testo di Good Morning Humanity

La musica dello spot Lavazza 2020 è “Rain, in your black eyes” di Ezio Bosso, mentre il video contiene immagini realizzate, tra gli altri, di Steve McCurry, Dennis Stock e Jerome Sessini dell’agenzia Magnum Photos: il direttore creativo esecutivo è Michele Mariani, i direttori creativi Andrea Lantelme e Federico Bonenti, mentre la casa di produzione è la Movie Magic International.

In basso il testo del Discorso dell’Umanità tratto dallo spot Lavazza e a seguire il discorso integrale tratto dal film di Chaplin.

“Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca. E’ sufficiente per tutti noi. Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi avete il potere di rendere questa vita libera e magnifica, di trasformarla in un’avventura meravigliosa. Combattiamo per un mondo nuovo, un mondo giusto, che dia a tutti un lavoro. Ai giovani un futuro e agli anziani la sicurezza. Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Uniamoci tutti!”

Il discorso all’umanità integrale, tratto dalla scena finale di The Great Dictator (1940). In grassetto le parti utilizzate dallo spot.

«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non voglio né governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette.

Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità. Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone.

Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. A coloro che ci odiano io dico: non disperate! Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi comandano e che vi disprezzano, che vi limitano, uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore.

Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo». Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera.

Voi che potete fare di questa vita una splendida avventura. Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze. Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza. Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo.

Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere. Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!»