Sposini mangia un pollo (senza aviaria) contro i polli
Dicevamo, Lamberto Sposini mangia un pollo al TG5, ne parliamo brevemente, senza commentare la notizia, e giungono prontamente due commenti, di ugual segno: ha fatto bene, dicono i lettori. Mi trovo d’accordo con quello di Michele, che mi pare più compiuto. E vado a spiegare. Probabilmente Sposini ha fatto bene davvero – poteva farlo anche
Dicevamo, Lamberto Sposini mangia un pollo al TG5, ne parliamo brevemente, senza commentare la notizia, e giungono prontamente due commenti, di ugual segno: ha fatto bene, dicono i lettori. Mi trovo d’accordo con quello di Michele, che mi pare più compiuto. E vado a spiegare.
Probabilmente Sposini ha fatto bene davvero – poteva farlo anche senza tutta la captatio benevolentiae nei confronti di un pubblico, o forse di qualche collega, che si immaginava già pronto al giudizio negativo – a cibarsi del pollo in diretta: l’allarmismo è ingiustificato, ma il suo è stato un atto dovuto per un altro motivo.
Quello stesso allarmismo non è stato inventato dai polli che popolano il paesello, o almeno non è stato inventato senza un grosso aiuto esterno: i polli sono stati alimentati nelle loro paure ignoranti, l’allarmismo è stato creato incautamente da media e politica, da stupidi avvisi (non toccate uccelli morti), da un atteggiamento volto a far notizia a ogni costo, a creare il caso e – conseguentemente – a scatenare il panico. Facciano ammenda, dunque, i giornalisti. Mangino pollo.
E magari imparino che cercare a ogni costo la notizia può avere conseguenze imprevedibili.