Fabio Mazzari (Alfio Gherardi di Vivere) su Tvblog
Continua lo speciale di Tvblog dedicato a Vivere. Dopo il post introduttivo legato alle novità della soap, vi proponiamo l’intervista rilasciataci da Fabio Mazzari, veterano del cast. Sin dal 1999 interpreta il ruolo cruciale di Alfio Gherardi e, in attesa del nuovo restyling, ci racconta di un periodo non troppo felice per il suo personaggio,
Continua lo speciale di Tvblog dedicato a Vivere. Dopo il post introduttivo legato alle novità della soap, vi proponiamo l’intervista rilasciataci da Fabio Mazzari, veterano del cast. Sin dal 1999 interpreta il ruolo cruciale di Alfio Gherardi e, in attesa del nuovo restyling, ci racconta di un periodo non troppo felice per il suo personaggio, a cui finalmente seguirà una ritrovata positività. Con Mazzari abbiamo parlato anche della ghettizzazione degli attori di soap, a cui aveva fatto già cenno nell’incontro del Telefilm Festival. E lui è uno che non demorde, perchè la professionalità va difesa sempre e comunque. Soprattutto in Italia, dove le veline e tra un po’ anche i calciatori avranno più chances degli attori professionisti…
Da lunedì 4 giugno Vivere cambia collocazione. Per lei che è una vecchia leva della soap com’è tornare in fascia pomeridiana dopo lo spostamento alle 12.30 di qualche anno fa?
“E’ un po’ come rivedere il proprio paesaggio per uno che è stato all’estero molti anni. Era la nostra naturale collocazione, quella con la quale ci siamo fatti conoscere al grande pubblico. Abbiamo avuto successo in quel tipo di fascia oraria che poi abbiamo ceduto ad altri, come noto. E’ un po’ come ritrovare il panorama naturale, tornare a casa. Poi ci è molto mancato in questi anni il target dei più giovani, che tornavano da scuola a quell’ora. Ora si sono giustamente affezionati a Centovetrine che ha sostituito Vivere in quella fascia oraria. Peraltro credo che a partire dalla prossima settimana le due cose un po’ convergano, visto che alla fine di Centovetrine arriviamo noi. Dovremmo poter contare sull’effetto cerniera. Il bacino di utenza che abbiamo abbandonato dovrebbe ritrovare le due soap insieme. Speriamo che non sia una cosa momentanea, questo cambio di orario è previsto solo per l’estate. Speriamo che il pubblico risponda in maniera tale che la rete non ci sposti di nuovo”.
Quali saranno le novità di questo inatteso restyling?
“C’è una riscrittura radicale della storia. Anche in questo caso è un po’ come tornare alle origini. Tornano delle storie che coinvolgono più direttamente i personaggi storici, che sono quelli ai quali il pubblico è più affezionato. Io, mio figlio, la famiglia Bonelli. Le storie di nuovo ripropongono questi personaggi che negli ultimi anni erano diventati un pochino più marginali. In più, se negli ultimi anni avevamo mantenuto le nostre caratteristiche intatte, ora, invece, sono previsti dei cambiamenti e delle novità anche per noi”.
Ultimamente ha dichiarato di non aver gradito molto lo snaturamente del suo personaggio, che ha rivelato dei lati oscuri rinnegando la propria identità di buono. Pensa che l’arrivo dei Draghi abbia un po’ disorientato i veterani del cast oltre che il pubblico?
“Molto malvolentieri ho dovuto accettare questa scelta. Il pubblico, com’era prevedibile, ha risposto negativamente. C’è stato un rifiuto di quest’aspetto insolito e inaspettato di Gherardi. Il pubblico era abituato a vederlo come un personaggio buono e positivo. E’ probabile che l’arrivo di Draghi, non dell’attore bravissimo che è Luciano De Luca ma del personaggio, ha un po’ scombussolato, ha creato delle valenze negative un po’ in tutti. Doveva portare questa nota tra l’avventuroso e il criminale, anche se poi c’è stata un’evoluzione perchè questi personaggi entrano cattivissimi, dark, perfidi e poi pian piano vengono smussati. Comunque il suo arrivo ha creato una specie di reazioni a catena in senso negativo, la storia a quel punto lì ne veniva influenzata. Sono d’accordo che l’ingresso dei Draghi ha creato una specie di effetto domino, sono cadute una serie di pedine che stavano in piedi con una loro identità. Anche la mia, poi mi sono rialzato ma a fatica. Per esempio, ecco che mia figlia Adriana ha scoperto un padre che non si immaginava e ha deciso di andarsene da Como perchè disgustata dalla sua famiglia. La moglie di Draghi poi si è legata a me. E’ una serie di effetti secondari che sono stati per molti di noi negativi, a cominciare da me”.
Ha sempre detto che ciò che la differenzia dal suo personaggio è di essere meno intransigente e per certi versi meno noioso. Com’è interpretare per tanti anni un ruolo monotono come quello di Alfio?
“In realtà, poi Alfio, non è così noioso. E’ un uomo malinconico, un uomo triste ma che appena può scherza e gioca con la nipotina o con il suo amico Bonelli e ritorna un po’ il ragazzo di strada che era. Sappiamo che non nasce ricco. Certo, è un personaggio molto introverso, io lo sono un po’ meno nella vita. E’ affascinante però scoprire il lato ombroso e notturno che c’è in ciascuno di noi e che in questo caso io sono costretto a tirar fuori perchè è la nota dominante di Gherardi. E’ sicuramente un personaggio intransigente, molto preciso. Io come educatore sono forse un po’ più permissivo in questo senso. Gherardi ha dei codici morali molto forti, io ne ho altrettanti ma non ho il senso della disciplina che ha lui”.
Si sente di rivelarci se, in tanti anni di esperienza sul set, le è mai capitato di imbattersi in episodi di divismo? C’è mai stata una primadonna nel cast… non solo di sesso femminile?
“C’è stato qualcosina. Peccati veniali, via. Essendo io un po’ più anziano, capita che c’è qualcuno che ti dice di stare un po’ al posto tuo…”.
Quali sono i colleghi a cui è rimasto più legato, a partire da quelli che hanno lasciato la soap?
“Sono quelli della prima ora. Giorgio Biavati, Lorenzo Ciompi, Fiorenza Marchegiani che adesso non c’è più. Poi io amavo molto l’attrice che interpretava Francesca Bielli, mia figlia Alice. C’è qualche possibilità che ritorni, ho sentito la produzione che faceva dei cenni a proposito però di sicuro non c’è ancora nulla. Mi piacerebbe molto che la famiglia Gherardi, a parte la mamma che è venuta a mancare nella storia, si riunisse di nuovo com’era all’inizio. Mi piacerebbe ritrovare mia figlia, adesso è tornato Andrea. Non so se la sceneggiatura prevederà che la famiglia Gherardi torni ad essere un nucleo così monolitico com’era una volta”.
Al Telefilm Festival ha raccontato di essere stato vittima di in un pregiudizio come attore di soap, che le ha vanificato un importante ingaggio cinematografico. Continuerà a combattere la sua battaglia contro questo sistema?
“Per quanto sarà nelle miei possibilità, io lo farò. La trovo un’ingiustizia dal punto di vista professionale e artistico. Se un attore ha le caratteristiche di un certo personaggio, che venga dalla soap, dalla pubblicità, dalla tv dei ragazzi o dai porno non dovrebbe fare nessuna differenza. Come ho detto al Telefilm Festival, in America non è così. E’ un fenomeno che è soltanto del nostro sistema produttivo italiano, perchè appunto c’è Clooney che non ha fatto le soap ma una fiction seriale come Er che non aveva molto di diverso dalle soap. Kevin Bacon è un attore bravissimo delle nuove leve o quasi di Hollywood che viene da una soap come Sentieri. E poi questo ragionamento vale solo per alcuni, perchè magari invece le veline e probabilmente anche i calciatori, tra un po’, avranno più chances degli attori professionisti”.