Sotto copertura, Claudio Gioè a Blogo: “Porto in tv il coraggio di un uomo all’antica” (VIDEO)
“Sotto copertura è come un western, dove buoni e cattivi sono ben definiti. È una caccia al boss fin dai primi minuti”
Sotto copertura, miniserie in due parti in onda su Raiuno lunedì 2 e martedì 3 novembre, racconta la storia vera della cattura del boss della camorra, latitante per 15 giorni, Antonio Iovine. Protagonista è il commissario di Polizia Michele Romano, interpretato da Claudio Gioè e ispirato alla figura di Vittorio Pisani.
Blogo ha incontrato l’attore che in passato aveva vestito i panni del boss Totò Riina ne Il Capo dei capi:
È una sorta di western, dove buoni e cattivi sono ben definiti. È una caccia al boss fin dai primi minuti della miniserie. Prima, durante e dopo le riprese – il regista Giulio Manfredonia ci ha tenuto – ho incontrato il capo della mobile di Napoli Pisani. Abbiamo cercato di restituire la sua determinazione, il suo coraggio, la sua fermezza d’animo. È un uomo all’antica, con dei sani principi. Una figura aliena in un Sud martoriato. Una persona rara.
Inizialmente per il ruolo di Gioè era stato scelto il napoletano Alessandro Preziosi. La produzione (curata dalla Lux Vide) della fiction si era poi interrotta a causa del procedimento penale a cui Pisani è stato sottoposto (uscendone assoluto). Insomma, un percorso tribolato per Sotto copertura:
C’è stata una doverosa attesa nel rispetto del lavoro della magistratura e per fare luce sulla vicenda togliendo qualsiasi ombra. Ho sentito una grande partecipazione dei poliziotti nei commissariati in cui abbiamo girato. Il 28 settembre un poliziotto napoletano, Nicola Barbato, è stato ferito durante un’operazione sotto copertura. È in riabilitazione, il nostro pensiero va a lui e ai poliziotti che rischiano la vita per uno stipendio inadeguato per garantire la sicurezza a noi cittadini.
In apertura di post il video integrale dell’intervista, nella quale Gioè torna anche sulle polemiche che furono sollevate ai tempi de Il Capo dei capi: “Sappiamo da chi, a parlare di spettacolarizzazione della criminalità furono personaggi che poi sono stati arrestati“.