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Sotto copertura 3 si farà?

La Rai deve ancora decidere se ordinare una terza stagione di Sotto copertura: dovrà valutare quanto gli spunti della realtà potranno servire a mantenere la serie il più realistica possibile

pubblicato 6 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 04:10

In attesa della resa dei conti che vedrà Michele Romano (Claudio Gioè) e Michele Zagaria (Alessandro Preziosi) scontrarsi nell’ultima puntata di Sotto copertura 2, in onda questa sera alle 21:25 su Raiuno, ci si può già domandare se la fiction prodotta dalla Lux Vide avrà una terza stagione.

Se si guarda agli ascolti dei primi tre episodi della seconda stagione, questi hanno saputo reggere la sfida contro il Grande Fratello Vip, con una media di 4,7 milioni di telespettatori (19,8% di share), sebbene in calo rispetto alla miniserie del 2015, che aveva ottenuto una media di 5,9 milioni di persone (22,9%).

Dal punto di vista narrativo, la serie è riuscita, anche in versione serie lunga, a tenere alta la tensione, trovando il giusto equilibrio tra le vicende private dei protagonisti (che erano più evidenti nella miniserie) e quelle relative al loro lavoro per la cattura del boss. Un mix di episodi tratti dalla realtà (come il caffè salato offerto a Romano o la cimice nella poltrona ordinata dal boss) ed altri di finzione (il personaggio di Agata -Alejandra Onieva- non è realmente esistito) che hanno offerto alla serie tv un buon ritmo.

A complicare la decisione per un rinnovo è, soprattutto, la possibilità o meno di continuare ad ispirarsi ai fatti realmente accaduti: sia la miniserie che la seconda stagione, infatti, hanno preso spunto da situazioni che il team, guidato nella realtà da Vittorio Pisani (a cui ci si è ispirati per il personaggio di Romano), ha dovuto affrontare per arrivare prima all’arresto di Antonio Iovine e poi alla cattura di Zagaria. Lo stesso Pisani ha fornito preziose indicazioni alla produzione affinchè la serie fosse il più realistica possibile. La seconda stagione, infatti, segue anche le accuse rivolte a Pisani (e quindi a Romano) da un suo ex informatore di aver collaborato con la camorra: ne seguì un processo da cui Pisani ne uscì totalmente assolto.

Se si dovesse decidere di produrre una terza stagione, si dovrebbe inevitabilmente lavorare un po’ di più con la fantasia, anche se il lavoro delle forze dell’ordine contro la camorra continua ad offrire spunti: si potrebbe così continuare a raccontarne il lavoro, magari ispirandosi all’“Operazione Spartacus Reset”, che portò, nel 2015, all’arresto di 40 appartenenti al Clan Schiavone, tra cui Nicola e Carmine, figli del boss Francesco Schiavone.

Gli spunti, insomma, ci sarebbero, per poter proseguire una serie il cui obiettivo è principalmente quello di rappresentare il lavoro ed i sacrifici della Polizia di fronte a missioni pericolose non sempre conosciute dall’opinione pubblica.